L’Alta Via che collega 12 vie ferrate – Interviste a Messner e De Stefani
Il 9 giugno 2018 è stato inaugurato il concatenamento Dolomiti senza confini: si tratta di ben 12 percorsi attrezzati di elevato valore alpinistico e storico che si sviluppano a cavallo tra l’Italia e l’Austria, tra il Cadore e la Pusteria dalle Tre Cime di Lavaredo alla Val del Gail.
“Dolomiti senza Confini” nasce con lo spirito di indicare le Dolomiti come luogo non di barriera, ma di incontro e di amicizia, e consente di attraversare luoghi significativi della Grande Guerra con trincee e gallerie. Un percorso di pace sui luoghi della guerra. Una grande Alta Via dove gli appassionati di montagna di qualsiasi nazionalità possono incontrarsi per coltivare quell’amicizia che su queste montagne può trovare terreno per fiorire più in fretta.
All’inaugurazione del 9 giugno era presente anche il nostro inviato Massimo Dorigoni, che ha incontrato due testimonial d’eccezione presenti per l’occasione, Reinhold Messner e Fausto De Stefani.
Con Fausto De Stefani un paio di battute soprattutto sulla valenza storica di questi percorsi:
Ferrate e montagna, quale binomio?
Ci sono le ferrate storiche, e quelle vanno sicuramente mantenute. Queste ferrate raccontano la nostra storia, anche quella negativa. Non è possibile ma io vorrei che queste montagne parlassero della immane tragedia che c’è stata nella grande guerra.
La montagna quindi non solo alpinismo ma anche storia?
Ultimamente ho letto circa trecento lettere di militari della grande guerra. Le han trovate nelle tasche di chi era al Cavento, all’Adamello, al Carè Alto, lettere che non venivano spedite perché altrimenti venivano censurate. E in quelle righe capisci veramente cosa è la guerra.
Con entrambi una riflessione sulla comunicazione della montagna e il ruolo dei social network:
Ferrate e social. Un binomio che sta spopolando?
Reinhold Messner: siamo ad un punto che dobbiamo obbligatoriamente rendere conto a tutti di ciò che facciamo, ma questo non vale per tutta l’attività umana, e l’alpinismo non ne è esente.
Fauste De Stefani: c’è più bisogno di silenzio di quanto si creda. Nessuno va più in montagna per se stesso, ma vorrei dire per gli altri. Adesso molte persone parlano, parlano, parlano ma alla fine dicono poco. Il silenzio a volte dice molto di più.
Ulteriori informazioni su “Dolomiti senza confini”:
il sito ufficiale >
le 9 tappe >
i 17 rifugi che si trovano sull’Alta Via >
Interviste di Massimo Dorigoni – mountainblog.it