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5 Dicembre 2024

Alpinismo e Spedizioni · Altri · Bike · Mountain Bike · Vertical · Resto del Mondo

Ettore Campana e la sua avventura di bikepacking e alpinismo lungo la Karakorum Highway

Ettore Campana, spedizione di backpacking e alpinismo lungo la Karakorum Highway, a cavallo tra Pakistan e Cina, autunno 2024. Foto arch. Progetto Scalo Sogni 2024/Ettore Campana

Il viaggiatore bresciano è appena rientrato da una spedizione a cavallo tra Pakistan e Cina, quarto capitolo del progetto Scalo Sogni. Ecco il resoconto di questa avventura …

Il viaggio attraverso la Karakorum Highway (KKH) si è rivelato più intenso ed inaspettato del previsto per Ettore Campana, il trentenne bresciano, amante dei grandi spazi, della natura e delle montagne che si cimenta in avventure per il mondo non per vantare risultati, ma per sfidare i propri limiti e conoscere meglio se stesso.

La spedizione, la quarta nell’ambito del progetto-avventura “Scalo sogni”,  prevedeva di affrontare il viaggio in sella alla bicicletta, tentando  di esplorare delle vette lungo il percorso. La “missione sociale” invece consisteva nel regalare ai bambini locali i braccialetti colorati realizzati dai ragazzi del centro educativo per disabili Il Vomere di Travagliato, con l’obiettivo di renderli partecipi all’avventura attraverso una loro opera che potesse motivarli ed ispirare.

Ettore Campana durante la spedizione lungo la Karakorum Highway, tra Pakistan e Cina, autunno 2024. Foto arch. progetto Scalo Sogni/Ettore Campana

Il racconto di Ettore

Dal primo giorno sono stato bloccato dalla polizia che, per apparenti motivi di sicurezza, ha deciso di scortarmi. La situazione si è poi complicata in quanto lo scortaggio è proseguito per diversi giorni e l’umore degli agenti è peggiorato rapidamente. Essendo uno dei pochi turisti presenti e muovendomi in bicicletta, tutte le attenzioni erano rivolte su di me e non c’è stata possibilità di superare i posti di blocco senza essere fermato. Inoltre, in due occasioni, sono stato forzato di pedalare al buio su strade sabbiose e pericolosamente trafficate per seguire gli agenti fino in caserma, dove sono stato costretto a fermarmi per notte.

Per mia fortuna questa spiacevole esperienza è stata condivisa con Imran, un cicloviaggiatore di origini Pakistane con cui ho pedalato durante la prima settimana di viaggio ed il cui aiuto è stato prezioso in quanto, parlando Urdu, poteva comunicare con
gli agenti.

Imran e Ettore Campana, spedizione lungo la Karakorum Highway, tra Pakistan e Cina, autunno 2024. Foto arch. progetto Scalo Sogni/Ettore Campana

Dopo aver superato il Babusar Pass a 4173m, sono entrato ufficialmente nella KKH, la storica Via della Seta realizzata dalla Cina per favorire i traffici commerciali con il Pakistan; la strada, che si snoda come un serpente attraverso canyon rocciosi, è di rara bellezza ed attraversa scenari mozzafiato al cospetto di montagne selvagge e severe.

Mi sono separato da Imran perchè desideravo raggiungere il campo base del Nanga Parbat; da lì ho salito una cima di 4560m propio sotto l’immensa parete nord, avendo così la fortuna di ammirare una delle pareti di ghiaccio più vertiginose ed impressionanti del mondo.

Ho proseguito il viaggio facendo i conti con diversi problemi meccanici, tra cui l’inefficienza dell’impianto frenante e svariate forature. I locali hanno sempre dimostrato grande supporto aiutandomi durante i gusti con tecniche di riparazione ingegnose e mai viste prime. In seguito ho deciso di addentrarmi nel cuore del Karakorum e raggiungere Skardu, la capitale alpinistica del Pakistan, dove speravo di incontrare altri alpinisti con cui condividere delle ascese.

Purtroppo la stagione dell’alta quota si era già conclusa ed ho quindi proseguito da solo per tentare di compiere delle salite in autonomia.
Sono riuscito a scalare una montagna di 5200m senza nome che ho chiamato “Il Vomere Peak”, dedicandola ai ragazzi del centro educativo per disabili di Travagliato.

Ettore Campana, durante il viaggio lungo la Karakorum Highway, autunno 2024. Foto arch. progetto Scalo Sogni/Ettore Campana

Infine, incuriosito di scoprire dove sarebbe finita la strada, ho raggiunto l’ultimo villaggio a fondo valle, esplorando villaggi remoti ed autentici ma anche molto spartani; nelle guesthouse infatti mancava riscaldamento e corrente, mentre l’acqua veniva conservata in barili malconci.

Per raggiungere Hushe, l’ultimo insediamento ai piedi del Mashebrum, ho pedalato lungo una stretta e ripida pista sabbiosa che mi ha costretto a spingere la bicicletta a mano in
diverse occasioni.

Con il supporto dei locali, sono riuscito a mettere in piedi una spedizione per tentare la salita di un 6000m che non era mai stato scalato prima in novembre. Purtroppo, per via di un passaggio insuperabile, la spedizione si è infranta a soli 3900m, ancor prima
l’aver raggiunto Campo 1. Inoltre, per via del pessimo cibo consumato a campo base, una
volta rientrato nel villaggio ho iniziato a sentirmi male, vomitando durante la notte ed avendo acute scariche di diarrea che mi hanno debilitato enormemente.
Da qui in avanti le energie non sono più tornare quelle di prima e proseguire il viaggio è stato fisicamente e mentalmente difficile.

Ettore Campana, durante la spedizione lungo la Karakorum Highway, autunno 2024. Foto arch. progetto Scalo Sogni/Ettore Campana

Dopo qualche giorno trascorso a Gilgit dove ho cercato di rimettermi, sono ripartito con un meteo variabile che stava preannunciando l’arrivo dell’inverno; venti burrascosi e piogge frequenti hanno scacciato le belle giornate autunnali che si sono fatte sempre più cupe e fredde.

Per via del malessere fisico e del meteo avverso, ho dovuto rinunciare a diversi obiettivi alpinistici che avrei desiderato tentare; ho deciso così di concentrarmi su quello che rappresentava il traguardo finale ovvero il raggiungimento in bicicletta del Khunjerab Pass 4693m, il punto culminante della strada internazionale più alta al mondo.

Seppur non mi sentissi in gran forma ed una bufera di neve fosse stata annunciata, ho deciso di tentare il “tutto per tutto” e giocarmi la mia unica chance di affrontare la salita.
Ero anche cosciente dell’aspettativa che gli amici del Vomere avevano in me e ne sentivo la responsabilità.
Dopo una lunga e faticosa giornata, pedalando su piste ghiacciate ed innevate, sono riuscito a raggiungere il traguardo. Fortunatamente, prima dell’arrivo della notte, ho trovato un passaggio in autostop per ripercorrere a ritroso la tratta che mi aveva occupato l’intera giornata.

Ettore Campana a Khunjerab, Gilgit-Baltistan (Pakistan), autunno 2024. Foto arch. progetto Scalo Sogni/Ettore Campana

Il raggiungimento dell’obiettivo più importante del progetto mi ha conferito fiducia, decidendo quindi di tentare di pedalare l’intera tratta della KKH concludendo il viaggio in Cina.
Per superare i primi 100km, è stato necessario prendere un mezzo pubblico caricandoci sopra la bicicletta in quanto a nessuno è consentito attraversare in autonomia questa tratta essendo severamente controllata.

Il minibus, sovraccarico di persone e sotto una bufera di neve, è riuscito a fatica a condurci in cima al passo e superare la frontiera. Purtroppo però, una volta entrato in Cina e raggiunto il paese di Tashkurgan, il malessere intestinale è tornato a causarmi vomito, conati e diarrea acuta. Le energie sono scomparse al punto che non riuscivo più a bere ne a mangiare.

Conscio che in quelle condizioni non sarei assolutamente stato in grado di tornare in sella, ho deciso di andare in ospedale dove i dottori, una volta esaminate le analisi, hanno riscontrato un’elevata concentrazione batterica nell’intestino. Dopo tre giorni di cure ed infusioni, ho iniziato a sentirmi meglio riuscendo ad ingerire del cibo. Ho deciso di ripartire per completare il viaggio affrontando l’ultima sfida: il freddo.

Ettore Campana, Khunjerab Pass. Spedizione lungo la Karakorum Highway, autunno 2024. Foto arch. progetto Scalo Sogni/Ettore Campana

Dopo appena venti minuti dalla partenza, mani e piedi si sono completamente congelati perdendo sensibilità alle estremità degli arti.
Superato un passo illeggibile di 4098m, è iniziata la gelida discesa sull’altopiano del Pamir al cospetto di montagne di oltre 7000m, tra cui il Muztagata ed il Kongur Tagh; ho attraversato valli meravigliose e disabitate, frequentate solo da cavalli, yak e cammelli.

Con energia e motivazione ritrovata, mi sono fermato al lago Karakol dove in due giorni ho concatenato diverse cime di oltre 4000m. Infine è iniziata la lunga discesa finale fino a Kashgar che si è rivelata sofferta in quanto l’impianto frenante, che già era inefficiente, è andato completamente fuori uso per via del freddo, costringendomi a riporre la massima attenzione affinchè la bicicletta non prendesse velocità.

Questa avventura è stata contrassegnata da difficoltà ed imprevisti che fin da subito hanno reso la realizzazione del progetto complicata; fondamentale, anche in questa occasione, è stato il supporto e l’affetto ricevuto dai ragazzi del Vomere e dai bambini del reparto oncologico che mi hanno spronato a non mollare nei momenti di difficoltà e che non volevo deludere.

Tutti e quaranta i braccialetti realizzati dai ragazzi del Vomere sono stati regalati ai bambini locali che hanno apprezzato con sorpresa ed entusiasmo le loro stupende creazioni. (Ettore Campana)

Ettore Campana con i bimbi incontrati durante il viaggio lungo la Karakorum Highway, autunno 2024. Foto arch. progetto Scalo Sogni/Ettore Campana

I numeri del viaggio

Giorni: 39
KM: 1680 km (168 km di trekking)
Dislivello: 32’300 D+ (10’450 D+ di trekking)
Catene montuose esplorate: Himalaya – Karakorum – Pamir

Passi montani: 3
• BABUSAR PASS 4173m – Himalaya
• KHUNJERAB PASS 4693m – Karakorum
• 乌鲁克热瓦提达坂 4098m – Pamir

Cime: 13
1 x 5000m
7 x 4000m
5 x 3000m

1) Unnamed Peak 4560m – (dal Babusar Pass, Himalaya)
2) Unnamed Peak 4550m (dal Nanga Parbat Base Camp, Himalaya)
3) Ringchan Rock 3000m + 3134m (da Skardu, Karakorum)
4) Thoksikhar View point 3025m (da Khaplhu, Karakorun)
5) Il Vomere Peak 5220m (da Khaplu with base Camp at 4400m, Karakorum)
X) Spedizione fallita al Baushal Peak (cattive condizioni della montagna)
X) Tentativo fallito per una cima sopra il Rakaposhi Base Camp (malattia)
6) Unnamed Peak 3850m + 4010m – (da Subash, Pamir) 4430m + 4657m +
7) Unnamed Peak 4609m + 4350m + 3960m – (dalla KKH, Pamir)

Giorni di malessere fisico: circa 7
Kg persi: 5kg
Forature: 4
Braccialetti regalati ai bambini locali: 40

Montagne del Pamir. Foto arch. progetto Scalo Sogni 2024/Ettore Campana