MENU

21 Maggio 2024

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Everest: folla di alpinisti verso il vertice. Lhotse: Mario Casanova in vetta!

Everest, Nepal. Foto: Seven Summit Treks

Everest (8.848 m)

Una folla di alpinisti si sta dirigendo verso la vetta dell’Everest. Altri hanno annullato il trasferimento ai campi più alti a causa del tempo instabile e dei fortissimi venti. Chi ha lanciato la spinta al vertice  dovrà fare i conti con l’affollamento previsto tra C3 e C4 e il maltempo.

Hugo Ayaviri, che domenica scorsa ha scalato con successo il Lhotse senza l’ausilio di ossigeno supplementare, al suo ritorno al Campo 2 ha fornito informazioni utili sulle condizioni in quota: “La salita è stata molto dura, il tempo pessimo, c’era molta neve e sta ancora nevicando […] Un freddo polare. Mi sono congelato un piede e non sentivo più le dita”.

Ayaviri, che intende tentare l’Everest nello stesso stile, spera in un rapido recupero a  Campo 2, ma il tempo deve migliorare per permettergli di lanciare un tentativo senza l’ausilio di ossigeno supplementare “Se il tempo non migliorerà, dovrò rinunciare all’Everest. Aspetteremo le previsioni del tempo e poi prenderò una decisione”.

Le condizioni meteo non sono ideali. Secondo Weather4Everest,  fino al 22 maggio il tempo sarà variabile, con precipitazioni nevose e raffiche improvvise di vento.

Saltata, dunque, la finestra prevista per oggi 21 maggio. Le previsioni danno il 70% di probabilità di nevicate e temperature molto basse in vetta all’Everest. Una cattiva notizia per gli alpinisti che tenteranno il vertice senza O2 supplementare, soprattutto se devono accodarsi a lunghe file di alpinisti. Le temperature dovrebbero migliorare nel corso della settimana. Il 23 maggio è diventato il nuovo giorno di vetta per molte squadre.

In salita il team guidato da Nga Tenji Sherpa di Summit Force, che aveva programmato il vertice per oggi 21 maggio quando ha lasciato il Campo Base. Secondo lo Sherpa, sono circa 200 gli alpinisti che si stanno dirigendo verso la vetta dell’Everest.

Questa mattina, la seconda squadra di Climbing the 7 Summits stava progredendo verso il Campo 4, ma alcuni clienti hanno rinunciato. “Alcuni… hanno deciso di rimanere al Campo 3 un’altra notte per evitare la folla e il vento di questa mattina”, hanno riferito.

Il problema di questo cambio di programma all’ultimo minuto è che gli alpinisti dispongono di ossigeno supplementare limitato e i campi sono già affollati. Se ritardano di un giorno, il mattino seguente potrebbero trovarsi in una situazione ancor peggiore. Queste condizioni aumentano significativamente il rischio per tutti gli scalatori sulla montagna, ma soprattutto per quelli senza bombole di ossigeno.

Frank Løke tenterà con l’O2 supplementare. Ieri ha impiegato 12 ore da C3 a C4.

Sherpa al lavoro sul versante nepalese dell’Everest. Fonte Chhang Dawa Sherpa-SST

“La prima ondata di spinte alla vetta [ha portato] a circa 100 ascensioni riuscite, dall’11 al 14 maggio”, ha dichiarato all’Everest Chronicle Khimlal Gautam, capo dell’Ufficio di monitoraggio e facilitazione delle spedizioni. “Al 19 maggio, circa 200 persone avevano scalato l’Everest”, ha aggiunto.

Attualmente sono 419 i permessi concessi finora agli stranieri solo per l’Everest (esclusi gli sherpa e gli scalatori nepalesi) dal Dipartimento del Turismo nepalese.

Intanto Jigme Pelden Dorje è diventato il primo  bhutanese a raggiungere la vetta dell’Everest. Pelden Dorje è un tenente dell’esercito reale del Bhutan. Fino ad oggi, il Bhutan era l’unica nazione himalayana a non aver conquistato il “Tetto del Mondo”.

Jigme Pelden Dorje in vetta all’Everest, maggio 2024.

In vetta all’Everest, questa mattina,  Sirbaz Khan, con la squadra di Imagine Nepal. Il pakistano ha già scalato 13 dei 14 Ottomila, tutti senza l’ausilio di ossigeno supplementare (tranne Annapurna e Kangchenjunga) e, in alcuni casi, aiutando i team incaricati di fissare le corde.

Sirbaz ha due obiettivi: diventare il primo pakistano a completare i 14x8000m (gli manca solo lo Shisha Pangma) e scalare i 14x8000m senza ossigeno supplementare (gli mancano Shisha Pangma, Annapurna e Kangchenjunga).

Lhotse (8.516 m)

Mario Casanova e Silvestro Franchini, spedizione al Lhotse, maggio 2024. Fonte facebook Franchini

 

Silvestro Franchini, sul Lhotse senza O2 supplementare ne portatori, ha lasciato il Campo Base il 17 maggio e, dopo aver raggiunto il Campo 4 del Lhotse, si è ritirato. Il suo compagno, Mario Casanova, alle 4:30 (ora locale) di ieri 20 maggio ha scalato con successo il Lhotse (8.516 m). L’alpinista trentino è già a Campo 2 e sta scendendo ulteriormente. Attendiamo di conoscere ulteriori dettagi sulla salita.

Casanova, classe 1970, gestore del Rifugio Mantova al Vioz, guida alpina e maestro di sci, ha scalato il Dhaulagiri nel 2017, con il valtellinese  Marco Confortola. Due anni dopo ha tentato l’Annapurna con Sebastiano Valentini e il Manaslu al fianco di Massimiliano Gasperetti, Gianfranco Corradini, Stefano Pedranz e Renato Mariotti.

Silvestro Franchini e Mario Casanova al Lhotse. ©Mario Casanova. Fonte facebook

Piotr Krzyzowski, impegnato sul Lhotse senza O2 supplementare e il supporto di sherpa, ha scritto di essere rimasto intrappolato in un ingorgo tra il Campo 3 e il Campo 4, ma questa è stata solo una delle ragioni per cui ha avuto bisogno di otto ore per raggiungere il Campo 4. “Subito dopo aver lasciato il Campo 3, ho partecipato al salvataggio di un alpinista macedone che ieri notte aveva tentato di scalare il Lhotse”, ha spiegato. Krzyzowski ha riferito di condizioni molto difficili durante la notte, con forti venti. Ha aggiunto che l’alpinista macedone era in gravi condizioni, privo di sensi, con le mani terribilmente congelate. “Quello che mi ha davvero sconvolto è che più di 150 persone lo hanno incrociato al mattino e nessuno si è interessato alle sue condizioni. Appena sotto il C4 del Lhotse mi sono imbattuto nell’evacuazione di un scalatore ucraino, anche lui molto grave. È probabile che il macedone sia stato evacuato dal C3 Heli”, informa l’alpinista polacco.

L’alpinista americana Tracee Metcaff, ha fornito un breve ma efficace aggiornamento tramite il suo localizzatore GPS InReach: “Arrivata al C4. Ci sono volute circa 3 ore in più del previsto a causa di un enorme ingorgo”. Metcaff ha raggiunto la vetta del Lhotse con Imagine Nepal. Ora ha completato dieci dei quattordici ottomila.