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28 Febbraio 2022

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Everest: gli operatori delle spedizioni temono un altro anno difficile

invernale all’Everest 2021-2022: l’Everest visto da Kala Patt (Nepal). Foto: Daniel Hug/Terragraphy-facebook

Sarà un altro anno difficile per gli operatori delle spedizioni all’Everest? La situazione Covid-19 non completamente risolta, le restrizioni di viaggio imposte dalla Cina e la grave crisi internazionale degli ultimi giorni, non fanno ben sperare

Gli operatori delle spedizioni  in Nepal confermano il calo significativo delle prenotazioni per la prossima stagione alpinistica 2022.

La situazione pandemica non ancora risolta, la grave crisi politica ed economici a livello globale,  la cattiva gestione da parte del Nepal della precedente stagione, la continua chiusura del versante Nord dell’Everest e le restrizioni sui viaggi imposte dalla Cina, hanno colpito duramente  gli operatori nepalesi.

Nel 2021, il Nepal ha registrato un record di permessi per l’Everest (408),  il 20% in più rispetto alle previsioni. Tuttavia, il  maltempo e l’epidemia di Covid-19 sviluppatasi sulla montagna hanno prodotto un numero di vertici decisamente inferiori rispetto al solito, con meno della metà degli aspiranti scalatori arrivati in vetta.

Chhang Dawa Sherpa, uno dei manager di Seven Summit Treks, ha affermato che la situazione attuale non è per nulla incoraggiante in Nepal. Seven Summit ha ricevuto richieste da soli 70 clienti,  un calo del 30% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Non hanno una sola prenotazione dalla Cina,  un gruppo demografico sempre più importante e in crescita nel settore alpinistico.

Mingma G. Sherpa, amministratore delegato di Imagine Nepal Trek and Expedition, attribuisce alla rigida politica cinese, il calo significativo delle prenotazioni  per l’Everest. “La Cina applica una  politica molto  dura sulla quarantena. Gli scalatori devono superare troppi ostacoli –  ha dichiarato – Quest’anno non ci aspettiamo molti alpinisti o trekker dalla Cina”.

Le rigorose restrizioni sui viaggi imposte dalla Cina ha anche bloccato diversi alpinisti cinesi  fuori dal loro paese per quasi un anno. Arrivati in Nepal nonostante gli avvertimenti del governo cinese, ora sono in una sorta di limbo, e saltano da un paese all’altro alla scadenza del loro visto turistico.

Un’altra fascia demografica importante per agenzie come Seven Summits, sono gli alpinisti indiani. Negli ultimi anni, l’interesse per l’Everest è cresciuto rapidamente tra gli indiani a seguito degli incentivi in ​​denaro  promessi ai  dipendenti del governo  o ai membri dell’esercito e della polizia che raggiungono la vetta dell’Everest. Tuttavia, quest’anno, tali  incentivi sono ancora in discussione, poiché il governo indiano non è riuscito a definire il budget complessivo.

Anche Gobinda Gurung, amministratore delegato di TAG Nepal,  prevede nel 2022 un calo significativo del numero di alpinisti che richiederà i loro servizi. Come ulteriore deterrente, cita una nuova clausola: “Attualmente, un alpinista deve dimostrare di aver scalato una montagna di 6.000 prima di tentare l’Everest e poichè gli alpinisti stranieri sono rimasti bloccati nei loro paesi a causa del covid, non hanno potuto  prepararsi  alla vetta più alta del mondo”.

Mentre il mondo fa ancora i conti con la pandemia di covid, le paure di contrarre il virus nell’affollata area del campo base o di perdere la possibilità di effettuare la scalata, stanno scoraggiando i potenziali  interessati all’Everest. Durante la stagione 2021, le autorità non sono state in grado di gestire adeguatamente la diffusione del covid e centinaia di scalatori sono stati costretti a interrompere le loro spedizioni, peraltro molto costose. Ad oggi, il Dipartimento del Turismo nega ancora che tale focolaio si sia verificato e non ha disposto alcun rimborso dei permessi o riconosciuto, a compensazione, permessi gratuiti per il futuro, come  fatto dopo il terremoto del 2015.

L’unico lato positivo è l’aumento delle prenotazioni per i trekking, molto più economici rispetto alle spedizioni alpinistiche e senza necessità di una complessa pianificazione.

Surya Prasad Upadhyaye, capo della divisione di alpinismo presso il dipartimento del Nepal, ha dichiarato a Everest Chronicle “Abbiamo ricevuto richieste dalle agenzie, ma non si sa quante di loro confermeranno le spedizioni”.

Mentre il mondo precipita nell’incertezza economica e politica dopo la recente invasione russa dell’Ucraina, gli operatori turistici del Nepal non possono che sperare che la situazione si risolva presto.