L’alpinista tedesco, tornato velocemente alla base della montagna da Campo 1 (5.700 m), ha avvertito molte scosse di assestamento durante la discesa
Jost Kobusch, salito la scorsa settimana a 7.537 metri di altitudine, la quota più alta mai raggiunta in inverno sulla Cresta Ovest dell’Everest, è rientrato in sicurezza al Campo Base, a Lobuche (4.940 m).
L’alpinista tedesco si trovava nella sua tenda al Campo 1 (5.700 m) dell’Everest, a metà strada tra il ghiacciaio del Khumbu e il Lho La, quando – nella notte tra lunedì e martedì – una forte scossa di terremoto di magnitudo 6.8, ha colpito il Tibet, provocando oltre 120 vittime, quasi 200 feriti e radendo al suolo migliaia di case. Le scosse sono state avvertire anche nei vicini Nepal, Bhutan e India.
Il trentaduenne, che sta tentando l’Everest attraverso la cresta Ovest, in solitaria, senza ossigeno supplementare e in inverno, era a circa 80 km di distanza dall’epicentro, registrato nella vicina contea di Tingri (altitudine media: 4000/5000 metri), nota come la porta Nord della regione dell’Everest.
“Mi sono svegliato confuso: non ero sicuro si trattasse di un terremoto o se fosse appena crollato un grande seracco. La mia tenda è stata colpita dalle onde d’urto e le schegge hanno bucato la tenda – scrive Kobusch sui suoi canali social – Poi tutto si è calmato e sono tornato a dormire. Solo al mattino durante la colazione, ho ricevuto un sacco di messaggi satellitari sul mio dispositivo Zoleo e ho capito che era stato un forte terremoto. Ho atteso qualche ora e ho iniziato la discesa [verso il CB]. Non voglio assolutamente sperimentare nessuna scossa di assestamento lassù”.
Kobusch è sceso il più velocemente possibile. Ha avvertito molte scosse di assestamento durante il cammino verso il Campo Base Avanzato sul ghiacciaio del Khumbu e poi durante la discesa al Campo Base, posizionato a Lobuche, accanto al laboratorio meteorologico italiano noto come la piramide dell’Everest.
L’intera valle del Khumbu potrebbe non essere sicura nei prossimi giorni, se le scosse di assestamento continueranno.
Simone Moro, in Nepal per tentare l’invernale al Manaslu, rassicura attraverso un video: “A Kathmandu non ci sono danni. Stiamo bene”.