Il team è stato costretto ad avvicinarsi alla Spalla Ovest
Gli “IceFall Doctors“, impegnati da oltre un mese nell’insidiosa Cascata di Ghiaccio del Khumbu, hanno finalmente aperto e attrezzato con successo la via di salita sul versante Sud dell’Everest dal Campo Base a Campo II (6.400 m). Lo conferma Rakesh Gurung, direttore del Dipartimento del Turismo del Nepal.
“La squadra è stata costretta a tornare indietro due volte da Campo I, lungo la via abituale. Poi, ha seguito il vecchio percorso, lungo lo sperone occidentale, ed è riuscita ad aprire la via fino al Campo II”, ha dichiarato Gurung a Everest Chronicle.
La Cascata di Ghiaccio del Khumbu è l’unico punto di accesso per scalare da Sud l’Everest, il Lhotse e il Nuptse.
Ora gli alpinisti internazionali potranno iniziare le rotazioni di acclimatazione nei campi più alti e le agenzie trasportare i rifornimenti necessari nei campi in quota. Mingma Sherpa, presidente di Seven Summit Treks, ha riferito che diversi operatori starebbero pianificando di rifornire il Campo 2 utilizzando gli elicotteri.
La via attraverso la Cascata di Ghiaccio del Khumbu
Un tempo la via normale per salire la parete Sud dell’Everest passava al centro della Cascata di Ghiaccio del Khumbu, ma con i cambiamenti climatici in atto, questo tratto si è trasformato in un labirinto praticamente inestricabile e molto meno stabile. Per questo motivo, seguendo la linea originale del 1952, per alcuni anni è stato utilizzato il tratto a sinistra, vicino alla Spalla Ovest dell’Everest, che però è costantemente minacciata da enormi seracchi. Il distacco di una di queste masse di ghiaccio sospese innescò la valanga del 2014, che provocò la morte di 16 sherpa.
Gli IceFall Doctors, il potente team nepalese del Sagarmatha Pollution Control Committee, incaricato di sistemare questa sezione della via normale sulla parete Sud dell’Everest, da allora hanno scelto di aprire la via di salita sul lato destro della Cascata di Ghiaccio, più vicino al Nuptse. Tuttavia, anche questa presenta pericoli oggettivi, anche se minori. Nelle ultime stagioni, si è arrivati a combinare una prima parte della via più a destra con una seconda parte più a sinistra, per superare il labirinto di blocchi di ghiaccio della cascata, evitando i pericoli maggiori.
In questa stagione, gli IceFall Doctors hanno iniziato a lavorare lungo il tratto di destra, ma un enorme crepaccio ha impedito loro di proseguire. Successivamente, hanno tentato la sezione centrale, ma ancora una volta sono stati bloccati da un enorme seracco strapiombante che minacciava un passaggio obbligato. Hanno così pensato di attendere che crollasse per proseguire in modo più sicuro, ma ciò non è accaduto. Intanto erano passati diversi giorni e loro non avevano ancora raggiunto il Campo 1 (5.950 m).
Alla fine sono stati costretti a tornare a sinistra e ad avvicinarsi alla Spalla Ovest, l’unica alternativa possibile per questa stagione. Gli IceFall Doctors monitoreranno la via quotidianamente. Alcune fonti non escludono un cambio di percorso in caso si individui una soluzione più sicura.
La valanga del 2014
Esattamente dieci anni fa, il 18 aprile 2014, 16 guide nepalesi, la maggior parte delle quali di etnia sherpa, morirono travolti da una valanga di ghiaccio sul versante nepalese dell’Everest. Una tragedia senza precedenti nella storia della vetta himalayana, al confine tra Nepal e Cina.
I loro nomi erano Nima Nuru Sherpa, Dorji Sherpa, Nima Sherpa, Tenzing Chottar Sherpa, Ang Tshiri Sherpa, Phurba Ongyal Sherpa, Lakpa Tenjing Sherpa, Chhiring Ongchu Sherpa, Poi Dorjee Sherpa, Pasang Karma Sherpa, Asman Tamang, Pem Tenji Sherpa, Angkaji Sherpa, Phur Temba Sherpa, Dorje Khati, Ash Bahadur Gurung.
La valanga, che si verificò intorno alle 6:30 del mattino, travolse le guide nell’insidiosa Cascata di Ghiaccio del Khumbu, a circa 5.800 metri. Fu provocata dal cedimento di un gigantesco seracco sospeso lungo la Spalla Ovest. In quel momento gli sherpa stavano trasportando carichi di materiale a Campo 1 per gli alpinisti delle spedizioni commerciali. Il disastro riaprì il dibattito sui rischi assunti dagli sherpa per i loro clienti (oltre a trasportare la maggior parte dei rifornimenti ai campi alti, gli sherpa sono responsabili della sistemazione delle corde fisse e di attrezzare con scale la via di salita), nonché sull’eccessiva commercializzazione dell’Everest.
In seguito alla tragedia del 18 aprile, alcuni sherpa boicottarono la stagione di arrampicata, in segno di rispetto per le 16 vittime e anche per protestare contro le precarie condizioni di lavoro degli sherpa. Di conseguenza, molte agenzie di spedizioni commerciali decisero di annullare le salite programmate.
A distanza di anni, nulla è realmente cambiato per gli sherpa.