Franco “Franz” Nicolini, libero di continuare a concatenare.
di Massimo Dorigoni
Il 24 agosto 2008 per Franco Nicolini, Mirco Mezzanotte e Diego Giovannini si concludeva una grande impresa alpinistica che tutt’ora, dopo dieci anni sembra rimasta irripetuta. Una cavalcata a fil di cielo sulle orme e nel ricordo di quella sventurata dell’alpinista Patrick Berhault. Il concatenamento di tutte le 82 vette che superano i 4000 metri di quota nelle Alpi era compiuta. 60 giorni di fatiche passati a calcare sui pedali di una bicicletta, con gli sci ai piedi lungo ripidi pendii o passando dai sentieri alla scalata e viceversa lungo una linea tracciata attraverso valli e monti tra ghiaccio, roccia e cielo. Il tutto documentato magistralmente, prima dal film di Giuliano Torghele e successivamente nel capitolo “Linea 4000” del libro edito Saturnia “Libero di concatenare”. A quei tempi MountainBlog aveva poco più di due anni di vita, ed anche la nostra giovane testata online se ne occupò con una audio intervista a Franco fatta da Andrea Bianchi (è ancora online a distanza di 11 anni, la trovate qui)
Franco “Franz” Nicolini è persona umile e libera, le sue idee e realizzazioni camminano in parallelo con una velocità disarmante e questo è forse ciò che lo contraddistingue dagli altri. Lui, alpinista, guida alpina e rifugista viene semplicemente definito il “Re dei concatenamenti”, visti i tanti portati a termine nella sua lunga carriera alpinistica. Una filosofia la sua, che sta portando avanti ancora ora con successo. Ne è esempio il suo ultimo exploit battezzato “Los Picos 6500” realizzato tra marzo e giugno di quest’anno in Sud America assieme ai Fratelli Tomas e Silvestro Franchini e all’alpinista e collega rifugista Michele Leonardi e che si concluderà in autunno sulle cime innevate del Perù (ne avevamo parlato qui e qui).
In questi afosi giorni d’agosto siamo andati nel “suo” rifugio, il Pedrotti-Tosa nel gruppo delle Dolomiti di Brenta dove abbiamo raccolto qualche confidenza.
Franco, pensi che i concatenamenti saranno in futuro la sfida alpinistica sulle grandi montagne?
Concatenare in montagna rappresenta una cosa unica, si possono concatenare più tiri di una via, più vie in continuità oppure più cime. Comunque si faccia rappresenta una realizzazione tecnica e sportiva assieme alla creatività per averla pensata. Io sono sempre stato un estimatore di questa disciplina, mi piace sognare, studiare e poi agire da via Dolomieu in estate o in inverno a concatenamento dei 3000 Dolomiti alla traversata dei 4000 in continuità ed infine alle 13 cime più alte oltre 6500 di Argentina, Cile , Bolivia. Il futuro è già pieno di progetti che forse possono essere le sfide del futuro tipo la traversata Everest – Lhotse oppure la traversata delle 5 cime del “Kanche”, oppure tutti i 14 ottomila in un anno, oppure…
A settembre sarai in Perù assieme ai tuoi amici per completare la cavalcata ‘Los Picos 6500’.
Los Picos è una storia recente che è stata progettata per concatenare tutti i 16 X 6500 in continuità. In primavera siamo riusciti a salire 13 di queste vette tra Argentina , Cile, Bolivia; purtroppo le 3 cime in Perù non erano accessibili in quanto non c’erano le condizioni. Adesso sarebbero buone ma il nostro lavoro di guide e in rifugio non ci permettono di andare lì, quindi a fine settembre se le condizioni saranno ancora buone andiamo.
A conclusione di quest’ultima troverai dentro di te gli stimoli per una nuova sfida?
Le sfide sono per uomini sinceri e puliti con grande passioni per le montagne, lasciando a casa aiuti e usando solo le proprie forze, consapevoli che quando si arriva su una Cima già si sogna la prossima. Per me la sintesi di una grande avventura in montagna e l’umiltà di evidenziare qualcosa di unico. I dislivelli, i gradi di difficoltà, sono solo dei numeri, la traduzione aritmetica della nostra capacità fisica, ma non sono nulla rispetto alle sensazioni: la montagna non si conquista, si percorre con il rispetto e l’ammirazione che proviamo per i grandi capolavori dell’uomo.