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5 Luglio 2024

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Gasherbrum: aperta la via per Campo 1

Campo base ai piedi del Gasherbrum II, giugno 2024. Fonte Lukasz Supergan

La via per il Campo 1 è finalmente aperta, ma attraversare il ghiacciaio rimane difficile e pericoloso

Le poche squadre al campo base dei Gasherbrum – principalmente piccoli gruppi di alpinisti indipendenti – hanno cercato di trovare una via attraverso il ghiacciaio, seguendo, ognuno un percorso diverso.

Lukasz Supergan e  il suo compagno di spedizione, arrivati al CB del Gasherbrum II il 22 giugno, sono riusciti a raggiungere i 5.300 metri di quota. I due hanno progredito lentamente di notte, e sono rientrati quando i raggi del sole hanno iniziato a riflettere sul ghiaccio (il calore del compromette ancora di più il ghiacciaio, rendendo preferibile l’attività in notturna). Al loro ritorno, hanno appreso che una squadra francese aveva finalmente aperto la via per il Campo 1.

“Il giorno dopo, il team di Seven Summits Treks è arrivata alla cascata di ghiaccio con i loro nove sherpa, che conoscono la via dall’anno scorso. La squadra è fortissima e in una sola spinta,  ha attraversato la via sulla sinistra, dove eravamo operativi anche noi, e ha aperto l’accesso all’altopiano sopra la cascata di ghiaccio.… quindi ora abbiamo due vie tra cui scegliere”, scrive Lukasz.

Lo scalatore polacco,  il 3 luglio si è unito ad una squadra americana e ai rumeni Horia Colibasanu e Silviu Balan e insieme hanno raggiunto il Campo 1 a 6.000 metri.

“La via era molto più lunga e più difficile di quanto pensassi”, ha scritto Colibasanu. “[Faceva] caldo anche alle 3 del mattino quando siamo partiti… Non avremmo avuto scampo se fossimo andati senza gli sci. Tutti quelli che ci hanno provato si sono arresi lungo la via.”

Durante la salita a Campo 1, Colibasanu è caduto in un crepaccio

Gli sci non hanno impedito a Colibasanu di cadere in un crepaccio a causa del crollo di un ponte di neve su cui si trovava. Tutto è finito bene, fortunatamente.

Dal racconto di Colibasanu:

“Entrambi [Lukas e Silviu],  hanno tenuto saldamente la corda  – racconta Colibasanu –  ho chiesto loro di calarmi un metro più sotto. Sebbene abbiano esitato un attimo, non credendo mi piacesse così tanto il crepaccio, hanno eseguito contemporaneamente la manovra e mi hanno calato su una cengia di 40 cm di ghiaccio a circa sei metri di profondità. Lì sono riuscito a depositare gli sci e lo zaino, a mettere i ramponi e a prendere le due piccozze dallo zaino. Mi sono chiesto se fosse il caso di lasciare gli sci, ma non l’ho fatto, pensando che mi sarebbero serviti in seguito, anche se sapevo che sarebbe stato molto più difficile uscire dal crepaccio con gli sci attaccati allo zaino…”

“Al mio segnale,  un urlo più forte possibile dal crepaccio, i ragazzi hanno cominciato a tirare la corda e io, con le piccozze, ho iniziato ad risalire verso l’uscita. Negli ultimi due metri la parete è diventata strapiombante, quindi… sono passato dall’altra parte del crepaccio. Il problema più grande è stata l’uscita vera e propria, poiché i bordi erano di neve, non di ghiaccio, e le piccozze non facevano presa. Alla fine, facendo forza sulle gambe, sono riuscito ad appoggiare il petto al bordo, a togliermi lo zaino e a spingerlo oltre il crepaccio. Un forte tiro di corda di Silviu ed ero salvo, anche se senza fiato. Per fortuna, senza un graffio. L’unico danno, un bastoncino da sci smarrito, generosamente sostituito da Silviu…”

“Siamo arrivati al Campo 1, a 6.000 m, un po’ stanchi …”.

Am ajuns ajuns în Tabăra 1, la 6 000 m, cam obosiți. L-am întrebat pe Silviu dacă pot vorbi și în numele lui și a zis că…

Pubblicato da Horia Colibasanu su Mercoledì 3 luglio 2024