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30 Novembre 2018

Ambiente e Territorio · Alpi Occidentali · Aree Montane · Italia · Valle d'Aosta

Gran Paradiso: il ghiacciaio del Grand Etrèt arretra di ben 130 metri in un solo anno

Ghiacciaio del Grand Etrèt il 27 luglio 2010. Fonte: pngp.it

Dal 2000, il ghiacciaio ha perso quasi un terzo della sua superficie

L’effetto dei cambiamenti climatici sui ghiacciai presenti nel Parco Nazionale Gran Paradiso non si arresta.

Le temperature elevate della scorsa estate hanno fatto ‘evaporare’ ben 130 metri del ghiaccio del Grand Etrèt, in Valsavarenche (Aosta), nel cuore del Parco Nazionale Gran Paradiso.

Un record per un ghiacciaio che dal 2000 ha perso quasi un terzo della sua superficie. Il dato emerge dal monitoraggio effettuato nel 2018 su 57 ghiacciai controllati dal Corpo di sorveglianza dell’Ente Parco, in collaborazione con gli operatori del Comitato Glaciologico Italiano. In media l’arretramento rilevato è di 22 metri.

“Il Gran Paradiso è in enorme difficoltà dal punto di vista nivologico, forse anche perché è la cima oltre 4.000 metri più a sud d’Italia”, spiega Stefano Cerise, Ispettore del Corpo di Sorveglianza del Parco, “I ghiacciai a quote più basse sono quelli che hanno risentito maggiormente delle temperature elevate, nonostante l’inverno 2018 sia stato molto nevoso, con scioglimenti precoci che hanno causato il crollo di vie alpinistiche storiche, come quella sulla parete nord del Ciarforon in Valsavarenche”.

Valsavarenche, parete nord del Ciarforon: confronto 1921-2015. Progressivo assottigliamento della calotta del ghiacciaio (evidenziata in giallo sull’immagine più recente) e l’appiattimento del seracco con frane di detrito (in verde) che hanno reso impraticabile la salita alpinistica (in viola) – (foto storica di M.A. Gilardini, 2015 di Stefano Cerise)

I cambiamenti climatici non hanno conseguenze solo sul paesaggio ma anche sulla fauna dell’area protetta; i guardaparco hanno notato che, soprattutto nel caso dello stambecco, gli esemplari salgono sempre più di quota nei mesi caldi e si spostano alla ricerca di zone più fresche e riparate, su pendii esposti a nord.