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28 Febbraio 2018

Alpinismo e Spedizioni · Vertical

Hervé Barmasse: “Denis Urubko è un fuoriclasse, non un pazzo”

Hervé Barmasse. Foto: Clyton Boyd/The North Face

L’alpinista valdostano pubblica sulla sua pagina facebook alcune sue considerazioni sui recenti fatti al K2

“Ci sono gli alpinisti, e poi ci sono i fuoriclasse. Per esserlo si devono esprimere qualità fisico-atletiche al di sopra della norma, coerenza con i propri ideali, rispetto di valori, etica e soprattutto la capacità di gestire da soli scalate che molti ritengono impossibili ad una squadra – scrive Hervé Barmasse sulla sua pagina facebook.

Prosegue l’alpinista valdostano: “E anche se non condivido lo stile himalayano usato dalla spedizione polacca sul K2 in questi mesi freddi, come in genere sugli 8000, ritengo Urubko, un fuoriclasse d’altri tempi. Potrei spingermi a dire il nuovo Jerzy Kukuczka, per citare un altro dei grandi alpinisti himalayani. E non solo ho rispettato la sua scelta di partire da solo ma in cuor mio speravo andasse a buon fine. Perché Denis insegue l’impossibile, fa sognare e rende affascinante un alpinismo oramai troppo spesso enfatizzato dagli stessi protagonisti e da molti giornalisti.

Denis Urubko. Fonte: pagina facebook H. Barmasse


Riguardo invece all’inizio e alla fine dell’inverno, ancora oggi leggo persone che si divertono a schernirlo per la sua idea che reputa valido il calendario nepalese (1 dicembre – 28 febbraio) e non quello europeo (21 dicembre- 21 marzo). In difesa di Denis, anche per la coerenza delle sue azioni, ci terrei a sottolineare che non è una sua invenzione, come letto più volte negli ultimi giorni. E il team polacco che oggi prende in giro il kazako con l’ironia della password internet negatagli (vedi il post di Sandro Filippini con cui curo i DVD sul Grande Alpinismo di RCS), lo sa meglio di tutti. Denis, come altri fuoriclasse della storia dell’alpinismo Himalayano (cito ad esempio, tra i tanti, Jean Troillet, P-A Steiner ed Erhard Loretan), hanno sempre sostenuto che la data del calendario invernale segue quello delle regioni in cui le grandi montagne sorgono. Date (1dic/28feb) che furono messe in discussione quando, per l’edizione del Pilotet d’Or 2005, fu nominato il solitario francese Christophe Lafaille per la prima invernale sullo Shishapangma 8027 m (maggiori info sul link http://www.mountain.ru/eng/climb/2005/piolet.shtml). Il 24/25 febbraio 2005 ero al Piolet d’Or come spettatore e conduttore di Qui Montagne, e il presidente della giuria, Krzysztof Wielicki (che guarda caso è lo stesso Wielicki capo spedizione al K2), pose un deciso veto negativo sul considerare invernale la salita di Lafaille avvenuta l’11 dicembre 2004. Prima invernale poi riconosciuta alla cordata italo/polacca (Moro e Morawski) per la salita avvenuta a gennaio 2005. Questi sono fatti che pongono Denis e Krzysztof decisamente su posizioni differenti, e rendono ovvio lo scontro tra i due grandi alpinisti. Ma vedere preso in giro uno scalatore del calibro di Denis, da chi fa finta di non conoscere la storia dell’alpinismo o non la conosce affatto, devo essere sincero mi ha profondamente deluso. Anche perché se esiste una persona genuina e sincera nel nostro mondo di “conquistatori dell’inutile”, quella è proprio Denis. Oggi gli interessi sono così grandi per via di sponsor e primati che tutto viene messo in discussione attraverso l’informazione spesso superficiale e approssimativa che viaggia veloce su internet. Nessuno ha più voglia di informarsi a dovere. Ma al di là delle ragioni dei protagonisti di questa vicenda, per uno come me abituato a pensare che la montagna unisca le persone e non le divida, oggi ne esco sconfitto e amareggiato. L’alpinismo da sport nobile rischia di trasformarsi in spazzatura.”
(Fonte: Hervé Barmasse/facebook)


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