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10 Settembre 2024

I vulcani delle Ande

I vulcani delle Ande, questo era uno degli obiettivi di questa spedizione e così è stato. Eccoci nelle foto oltre i 6000 metri, in cima al vulcano Guallatire.


Avevo organizzato il viaggio in modo che tutti i miei compagni avessero la possibilità di tentare la salita di 3 montagne di grande storia, natura e levatura.
Siamo scesi dall’aereo e già il primo giorno abbiamo avuto un problemino… forse una “faringite molto contagiosa”, molto più probabilmente Covid. Fatto sta che tutti i componenti, a parte due, son stati molto male per un bel po’.


Secondo problema: sopra i 4800 metri ci sono 45-50 km/h di vento costante, che salendo ancora progressivamente diventano 70 km/h.
Abbiamo poco tempo: possiamo prepararci e sperare che quel cielo azzurro beffardo riservi condizioni più moderate. Invece non è così e tutto peggiora. Che fare?


Il Guallatire lo proviamo lo stesso, con attenzione: lui si può tentare, il resto del viaggio lo modificheremo al volo.
E allora eccoci lì, nel cuore della notte, un passo dopo l’altro, con gli zaini carichi. Dicono pole pole in Africa, bistari bistari in Asia, slowly slowly in America; sempre uguale è il concetto.


Oltrepassiamo pareti di ghiaia friabile, dove avremmo dovuto trovare neve portante, penitentes orizzontali, dove ci doveva aspettare del comodo ghiaccio, fumi di zolfo, dove pensavamo a un bel cielo pulito e sgombro. La Pachamama comunque ascolta e ci lascia passare, Covid o meno…


Fossimo stati in Italia, probabilmente avemmo preferito un bel letto caldo e antibiotici, ma siamo nelle Ande in mezzo al deserto e ci siamo ora, quindi stringiamo un po’ i denti ed eccoci in vetta.
6071 metri e un emozione infinita: siamo un tutt’uno.

Prendo la radio: “Soy Christian, estoy en la Cumbre. Copio”. Ed è gioia. Per chi è in cima e per chi ci sarà fra tre giorni con la prossima montagna. Siamo una cosa sola, tutto il gruppo, una sola anima con tanti cuori.


Vi voglio bene amiche e amici miei.

Christian Roccati
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