MENU

22 Gennaio 2025

Ambiente e Territorio · Resto del Mondo

Il Denali tornerà a chiamarsi McKinley. Donald Trump firma l’ordine esecutivo

Denali. Foto arch. Jelly Veyt

Appena eletto, il Presidente degli Stati Uniti firma un ordine esecutivo per “ripristinare i nomi che onorano la grandezza dell’America” e così la vetta più alta del Nord America cambia nome

Nel suo primo giorno in carica, il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha firmato un ordine esecutivo per ribattezzare il Denali (6.194 m) in McKinley, il nome che il monte più alto del Nord America aveva prima che Barack Obama lo cambiasse nel 2015. Stessa sorte per il Golfo del Messico, che sarà rinominato Golfo d’America. Il tutto per “ripristinare i nomi che onorano la grandezza americana”.

L’ordine arriva a poche ore dal discorso di insediamento di Trump, in cui il neo presidente aveva dichiarato di voler ridare al McKinley “il nome di un grande presidente, William McKinley, per aver dato la sua vita per la nostra grande nazione”.

“William McKinley, 25° presidente degli Stati Uniti, guidò eroicamente la nostra nazione alla vittoria nella guerra ispano-americana. Sotto la sua guida, gli Stati Uniti conobbero una rapida crescita economica e prosperità, con un’espansione delle conquiste territoriali della nazione. Il presidente McKinley si fece promotore dei dazi per proteggere la produzione manifatturiera americana, incrementare la produzione interna e spingere l’industrializzazione e la portata globale degli Stati Uniti verso nuovi traguardi. Fu tragicamente assassinato durante un attentato ai valori della nostra nazione e al nostro successo, e dovrebbe essere onorato per il suo incrollabile impegno a favore della grandezza americana.”

La senatrice statunitense Lisa Murkowski, in un comunicato, ha dichiarato di essere fortemente in disaccordo con la volontà di Trump di cambiare il nome del Denali.

“La montagna più alta della nostra nazione, chiamata Denali da migliaia di anni, deve continuare a essere conosciuta con il nome legittimo conferitole dai Koyukon Athabascans dell’Alaska, che hanno custodito queste terre da tempo immemorabile”, ha dichiarato Murkowski.

Il nome della vetta più alta del Nord America è da tempo oggetto di controversia

Denali è il nome indiano originale, con il quale è sempre stato chiamato dalle tribù locali. Nella loro lingua significa “il grande”. I russi tradussero questo nome come Bolshaya Gora (con lo stesso significato) durante il loro dominio dell’Alaska (1733-1867). Per un breve periodo, tra la fine degli anni 1880 e l’inizio degli anni 1890, fu conosciuto come Densmore’s Mountain, in memoria del cercatore d’oro Frank Densmore, il primo non nativo a raggiungere la base della montagna.

Secondo il National Park Service, nel 1896 un cercatore d’oro soprannominò la vetta “Mount McKinley” in onore di William McKinley, eletto presidente quell’anno. Il nome fu formalmente riconosciuto dal governo degli Stati Uniti nel 1917, insieme al McKinley National Park Act. fino a quando, nel 2015, l’amministrazione Obama lo  cambiò in Denali per onorare le tradizioni dei popoli nativi dell’Alaska e riflettere le preferenze della maggioranza degli abitanti dello Stato e in parte, per realizzare la promessa fatta in campagna elettorale di migliorare le relazioni tra il governo federale e le tribù dei nativi americani, come riporta il New York Times. La decisione di Obama fu accolta con favore in Alaska, ma trovò forte opposizione in Ohio, Stato natale di McKinley

Il 20 gennaio 2025 uno degli ordini esecutivi firmati da Donald Trump subito dopo il suo insediamento quale 47° Presidente degli Stati Uniti d’America ha avviato la procedura per ripristinare il toponimo “Monte McKinley”. Il nome del Parco Nazionale del Denali non è stato influenzato dalla promulgazione del presente ordine esecutivo, mantenendo pertanto il toponimo nativo.

Alpinismo

L’imponente mole del Denali, fotografato nel 1961, nel corso della storica spedizione che vide protagonisti alcuni fra i migliori giovani talenti dei Ragni, accanto al veterano Riccardo Cassin. Fonte: ragni.com

La prima salita del Denali risale al 7 giugno 1913 e fu compiuta da una spedizione guidata da Hudson Stuck. Nel 1947, Barbara Washburn firmò la prima salita femminile.

Tra le imprese alpinistiche considerate di maggior rilievo, quella compiuta nel 1961 dalla spedizione italiana guidata da Riccardo Cassin, che riuscì a salire per la prima volta l’immensa parete Sud della montagna. Nel 1984 Renato Casarotto completò la prima salita della cresta Sud-Est (South Buttress – Ridge of No Return).

La prima salita femminile in solitaria risale al 1982 e fu effettuata dall’alpinista italiana Miri Ercolani. Dopo aver raggiunto la vetta il 21 luglio iniziò la discesa ma, a quota 3000 metri, in prossimità del passo Kahiltna fu sorpresa dal maltempo (temperature intorno a −30 °C e visibilità pari a zero) e dovette scavare nella neve per crearsi un riparo. Solo tre giorni dopo fu in grado di riprendere la discesa; nel frattempo era riuscita a idratarsi e a nutrirsi adeguatamente commettendo però l’errore di non togliersi mai gli scarponi per controllare i piedi e indossare calze asciutte. Quando arrivò al campo base (2000 metri) intorno alle 14.00 del 27 luglio trovò ad aspettarla Thomas Lowell del Talkeetna Air Taxi. Una volta arrivata nella piccola cittadina si rese conto di avere entrambi gli alluci dei piedi congelati. Il 28 di luglio lo stesso Lowell la condusse al Providence Hospital di Anchorage perché ricevesse cure adeguate.

Oggigiorno la montagna viene scalata regolarmente, anche se costituisce un’impresa ad alto rischio a causa delle bassissime temperature che vi si registrano (spesso al di sotto dei −40 °C), delle copiose nevicate, del connesso rischio valanghe e delle poche ore di luce giornaliere (data la vicinanza della montagna al Circolo Polare Artico), qualora l’ascesa venga effettuata in inverno.

Il 7 giugno 2014, in 11 ore e 48 minuti, lo scialpinista catalano Kílian Jornet Burgada ha stabilito il record di ascesa e discesa in solitaria, battendo il precedente record del 2013 detenuto da Ed Warren di 16 ore e 46 minuti. L’atleta, partendo dal campo base situato a quota 2000 m, ha impiegato 9 ore e 45 minuti per raggiungere la cima, seguendo in gran parte la via Rescue Gully. La discesa è avvenuta con gli sci sulla medesima via.