Ancora una volta partiamo da Forlì in direzione delle Dolomiti. Come spesso accade siamo già a Longarone e non abbiamo deciso dove andremo a scalare. Simone ed io, un mio ex studente che ho avuto il piacere di conoscere prima in classe e poi di ri-conoscere come scalatore, decidiamo di dirigerci a Santa Fosca in Val Fiorentina, per “raccattare” Fabrizio Grimandi, amico comune con il quale condividiamo allenamenti e sogni durante l’inverno.
La larga parete del Pomagagnon (foto S. Enei)
Ceniamo e chiacchieriamo ma alle 9:30 non abbiamo ancora deciso quale parete salire: unica cosa certa è che andremo a sud, le temperature sono calate bruscamente e a nord sarebbe troppo freddo. Simone ha letto su “PlanetMountain” che sul Pomagagnon, delle guide di Cortina, hanno aperto una nuova via: 900m, VII+ e roccia ottima: combinazione perfetta! Gli piacerebbe farne la prima ripetizione, e a noi l’idea piace. Ci dirigiamo così ad Ospitale (piccola frazione sopra Cortina) per lasciare una macchina (in quanto la discesa dalla via avviene sul versante opposto del Pomagagnon) e poi ritorniamo a Cortina vicino all’Ospedale. Prepariamo il materiale, piantiamo la tenda e ci mettiamo a letto. La notte passa come sempre troppo in fretta e ci sveglia che ancora vorremmo sognare. Facciamo una breve colazione, chiudiamo la tenda e ci incamminiamo veloci fino all’attacco della via.
Simone Enei e Fabrizio Grimandi sulle belle placche dopo la prima cengia (foto S. Mazzolini)
Scaliamo velocemente i primi facili tiri (dove occorre non sbagliare percorso per finire su roccia pessima) e arriviamo alle prime lunghezze di corda difficili. Le superiamo agevolmente e, tiro dopo tiro, ci meravigliamo di quanto in questa parete, famosa per la roccia poco bella, tre giovani guide alpine siano riuscite a scovare una bella linea su roccia solida. Il morale è alto e, scherzando e ridendo, continuiamo a salire fino agli ultimi tiri difficili, che superiamo velocemente. Davvero una bella linea e davvero bravi gli apritori. Trovare un percorso con roccia ottima e difficoltà tutto sommato contenute è stata una bella intuizione.
Simone Enei e Fabrizio Grimandi sul taverso della parte mediana (foto S. Mazzolini)
Alle 16:00 circa siamo alla fine della penultima lunghezza, dove c’è il libro di via. Fabrizio e io lasciamo a Simone l’onore di aprirlo. “Simo” lo apre e, con grande stupore, siamo i primi ripetitori: “il sogno di Simo” si è avverato, e tutti noi siamo euforici! Saliamo in cima e in fretta ritorniamo all’Ospitale, perché tra poco si avvererà anche il secondo sogno: una bella pizza con una birra fresca!
Ceniamo, salutiamo Fabri (che per fortuna sua può restare in montagna) e ci dirigiamo di nuovo verso la pianura e la Romagna. Un avanti e indietro che mi accompagna per tutta l’estate: infatti, Francesco Piacenza, mio “fratello di Ancona” mi ha già inviato un messaggio, “prossimi giorni il tempo è bello, andiamo in Dolomiti?”.
Samuele Mazzolini (C.A.A.I.)
http://www.samuelemazzolini.altervista.org/
Simone Enei e Fabrizio Grimandi al termine delle difficoltà (foto S. Mazzolini)
https://www.guidecortina.com/solstizio-d-estate/ (RELAZIONE DELLA VIA)