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29 Gennaio 2018

Corsa in Montagna · Running

Intervista a Gil Pintarelli: un runner tutto muscoli e cuore

Gil Pintarelli. Foto: Carlo Fedrizzi

Contributo di Massimo Dorigoni

Gil Pintarelli, trentaseienne runner valsuganotto di Pergine, lo scorso agosto ha impreziosito la sua già ricca bacheca con la medaglia d’oro a squadre conquistata ai mondiali di Mountain Running a Premana. Lo abbiamo incontrato lo scorso 23 settembre a San Lorenzo Dorsino nelle Valli Giudicarie, in Trentino, dopo l’ennesima conferma di quest’anno, la vittoria alla Sky Ghez. Una gara che vedeva impegnati i concorrenti sui 20 chilometri di tracciato racchiusi in 2200 metri di dislivello nel cuore del Parco Naturale Adamello Brenta.

«La gara è stata molto impegnativa, ripidissima e dura la salita, mentre la discesa molto tecnica. Per fare queste gare bisogna avere un approccio particolare, avere in ugual modo dimestichezza sia con la corsa che con la montagna».

Molta esperienza in entrambi gli ambienti quindi?

«Io ho cominciato ad amare la corsa fin da giovanissimo affrontando gare non competitive assieme alla mia famiglia. Successivamente ho affrontato tutte le specialità dell’atletica, dagli 800 metri ai 1500, giungendo anche a correre la maratona di Venezia. Finito questo percorso ho cominciato a fare gare di corsa in montagna e da una decina d’anni mi dedico alle skyrace».

Quali emozioni nel vestire la maglia azzurra in occasione dei mondiali di Premana?

«Correre il mondiale è un’emozione unica. Un altro spirito. La gente ti accoglie con molto calore, il prima e il dopo gara sono molto coinvolgenti».

Possiamo azzardare a dire che è il coronamento di una carriera?

«Diciamo di si. Ho ormai trentasei anni. Penso che correrò per qualche anno ancora ma questo posso considerarlo l’apice dei miei risultati».

Uno sguardo al futuro. Quali i progetti?

«Sicuramente gareggerò ancora cercando di affrontare le gare più impegnative, quelle di montagna, perché la soddisfazione dopo averle corse è per me enorme. Se poi c’è anche il risultato, meglio ancora». Visto l’entusiasmo che riesci a trasmettere. vedi per te un futuro da allenatore? «Molta gente negli ultimi anni si è avvicinata a questo sport. Molti i giovani. Spero che il mio modo di gareggiare e di portare avanti questo sport sia un motivo per avvicinare gli atleti del futuro. Qualche anno fa ho fatto il corso allenatori, mi piacerebbe mettermi a disposizione in questo ruolo. Per me sarebbe una cosa bellissima».