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27 Gennaio 2021

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Invernale al K2 2020-2021: i team guardano a febbraio

K2, Sperone degli Abruzzi. Fonte: Asghar Ali Porik/Jasmine Tour Pakistan-facebook

La finestra che si aprirà nel fine settimana non è sufficiente per raggiungere la vetta

Al K2 si attende una finestra meteo  di almeno 3 giorni consecutivi per riprendere l’attività sullo Sperone degli Abruzzi e lanciare eventuali nuovi attacchi alla vetta.

“La salita invernale sul K2 è estremamente difficile a queste basse temperature e con i forti venti
– scrive il bulgaro Atanas Skatov dal Campo Base – Aspettiamo uno spiraglio favorevole per andare in cima, ma non a tutti i costi! Solo se ci sono condizioni meteorologiche appropriate. Non devi essere in cima al K2 per sentire il crudo potere degli elementi naturali. Purtroppo la nostra tenda non ha resistito ai venti negli ultimi giorni al campo base, ma non molliamo ancora. Ci siamo anche abituati alle temperature che raggiungono i -30 gradi ogni sera…”

John Snorri (a sinistra), Ali Sadpara e Atanas Skatov. Invernale al K2 2020-2021. Fonte:A.Skatov/facebook

John Snorri, segnala una breve finestra favorevole nel fine settimana, precisamente il 29 gennaio, ma pare sia di sole 7-10 ore, probabilmente, troppo corta per raggiungere la cima. La successiva dovrebbe presentarsi tra il 2 e il 4 febbraio.

Snorry e i Sadpara sono nuovamente al campo base, dopo aver lanciato un attacco alla vetta che li ha portati fino a circa 6900 metri di quota. Il loro rapido tentativo del 24 gennaio, il primo dopo quello di successo dei nepalesi, non è andato a buon fine, poichè  la finestra meteo si è chiusa prima del previsto.

Campo Base del K2, inverno 2020-2021. Fonte: John Snorri/facebook

“La vittoria non è quasi mai immediata e la pazienza ne è parte – ribadisce dal CB il greco Antonis Sykaris“Ieri sera [24 gennaio] stavo per iniziare [la salita] con il pakistano Ali Sadpara, il figlio Sajd e l’ottimo e sempre sorridente islandese John Snorri. Non l’ho fatto perché tutti i membri della spedizione pensavano che la finestra fosse troppo breve e che fosse troppo pericoloso, quindi nessuno ha voluto seguirmi.
Il loro piano prevedeva la partenza  alle 21.00 e la salita diretta al campo basso 3 a 7.100 m, una scalata notturna. Dopo 4-5 ore di riposo lì, sarebbero partiti nel  pomeriggio successivo verso la vetta puntando ad arrivarci oggi alle 6.00 Più tardi il vento sarebbe salito a 50 km orari e la temperatura scesa a -65 c. Quindi, era marginale se ci fossero riusciti.
L’altra sera si è discusso molto tra Dawa e Dutch Armont Chiefs: non erano d’accordo che partissi, nessuno Sherpa sarebbe venuto con me. Il nostro appuntamento era alle 21.00….. Dawa (il nostro capo spedizione, che nel suo palmares ha i  14 x 8.000 m) cercando di trattenermi mi ha detto ′′Se vai e scali sarà una grande pubblicità per la mia azienda, SST.
Potresti anche farcela, ma per me al 100% perderai qualche dito o un piede o il naso; anche se la fai franca e avrai solo un leggero congelamento, per i prossimi due anni dovrai dimenticare il tuo progetto 14×8.000 m. […]
Ero abbastanza sicuro che ce l’avrebbero fatta. I pakistani, padre-figlio, ma anche John sono estremamente veloci e scalatori molti forti. Ero con
Ali al Makalu nel 2018 e al Dhaulagiri nel 2019, lo conosco benissimo, credo sia il miglior scalatore pakistano in questo momento.
Naturalmente ho sempre pensato di non riuscire a seguirli.
Nel gruppo c’era anche un regista canadese, Ellia e tre dei suoi assistenti, uno Sherpa Pasang Sherpa e due scalatori pakistani Fazal Ali e Jalal.
Finalmente, in uno straordinario sforzo, solo loro tre sono arrivati al Campo  ieri a mezzogiorno. Mentre la troupe cinematografica si è fermata a Campo II. I tre si sono riposati per un po’ e hanno atteso che iniziasse il pomeriggio, ma il vento si è alzato prima del previsto e la situazione è diventata molto difficile, quindi non sono partiti.
Oggi sono stato al loro centro  dalle 7.30 del mattino e ho avuto un contatto con loro, via radio. Mi hanno riferito che c’era molto vento e che stavano tornando tutti al BC.
Amici e amiche, in una spedizione sugli 8.000 m e soprattutto ora in inverno il successo si giudica da tanti piccoli dettagli e richiede, oltre alla migliore pianificazione e alla preparazione adeguata,  molta fortuna. Ma ciò che richiede ancor di più è la forza mentale, saper aspettare fino a quando non si avrà giustizia.”

Invernale al K2 2020-2021, CB: Arnold Coster (a sinistra), Antonis Sykaris, Chhang Dawa Sherpa capospedizione SST.Fonte:facebook/Sykaris

Conclude Sykaris: “Le parole del mio defunto padre mi vengono in mente di nuovo. “Se tagli il fico prima che sia tempo, le tue mani saranno piene di latte e ti pruderanno solo, ma se aspetti, cadrà nelle tue mani da solo e poi ti godrai la dolcezza e solo quella”.