La testimonianza del leader della spedizione invernale al K2, titolare di Seven Summit Treks
Il nepalese Chhang Dawa Sherpa, classe 1982, fino al 2019 era il più giovane al mondo ad aver completato le 14 vette di oltre 8000 metri.
Il suo prima ottomila è stato il Makalu, nella primavera del 2001, scalato senza ossigeno supplementare insieme a suo fratello Mingma Sherpa. Entrambi ottennero il Guinness World Record come “primi due fratelli al mondo” ad aver raggiunto con successo le cime delle quattordici montagne di oltre 8000 metri. I due fratelli utilizzarono l’ossigeno supplementare solo sui quattro Ottomila più alti. Ora gestiscono l’operatore Seven Summits Treks, che organizza scalate e trekking in Nepal, Pakistan e Cina.
In queste settimane, molti hanno lanciato accuse nei confronti di SST ritenendo l’operatore nepalese responsabile dei drammatici eventi accaduti durante l’invernale al K2.
La testata di Carlos Garranzo ha pubblicato un’intervista esclusiva a Chhang Dawa Sherpa, in cui ha toccato alcuni punti “spinosi” della vicenda.
Per quanto riguarda le risposte fornite dallo stesso Dawa, “a voi le valutazioni”, si precisa nell’intervista.
L’intervista
Cosa pensi possa essere successo a Sadpara, Snorri e Mohr?
Quello che penso è che uno di loro si sia messo nei guai, e l’altro abbia cercato di aiutarlo mettendosi nei guai a sua volta. E’ ciò che chiamiamo reazione a catena. Inoltre, sono stati esposti in quota per troppo tempo o forse la caduta di ghiaccio (dal seracco) sul Collo di Bottiglia, potrebbe averli spazzati.
Come leader di Seven Summits Treks (SST), cosa ti ha spinto ad organizzare un’invernale al K2 – l’ottomila più pericoloso dell’intero Himalaya – con una partecipazione così alta? Ha avuto a che fare con la chiusura delle stagioni alpinistiche 2020 [per Covid] ?
Molte persone ci hanno chiesto di organizzare questa spedizione invernale, quindi c’era abbastanza manodopera, con un grande supporto. Le possibilità di raggiungere la vetta in inverno con una piccola squadra sono minime. Inoltre, non vendiamo spedizioni guidate, forniamo solo infrastrutture. Gli alpinisti che hanno partecipato alla spedizione hanno esperienza sugli ottomila e sono consapevoli dei pericoli, e su una scalata così dura come l’invernale al K2, non possono essere guidati.
A questo progetto hanno partecipato altri o era un’iniziativa esclusiva di SST?
Poiché SST, la squadra principale, aveva un grande supporto, ha attirato l’interesse di altre compagnie e di alpinisti che si sono uniti alla spedizione.
Alcuni alpinisti che accompagnavano la spedizione SST, non faccio nomi, hanno sottolineato che la loro non era una spedizione commerciale. Cosa ne pensi?
Secondo me, chiunque si iscriva, fa a modo suo una spedizione commerciale. Quindi tutti usano l’infrastruttura SST, o i fornitori di servizi durante tutta la spedizione, ma è abbastanza comune per i cosiddetti alpinisti indipendenti utilizzare il servizio del campo base e anche l’infrastruttura della squadra commerciale. Quando si uniscono a SST o alla compagnia pakistana, in un certo senso fanno parte della spedizione commerciale, questo è quello che credo.
Hai preso in considerazione che potesse accadere ciò che è successo?
Sì, le statistiche inerenti al K2 sono chiare sui rischi, sia che lo si salga in estate, o in inverno, o in qualsiasi altra stagione. Il K2 non era mai stato scalato in inverno ed era stato tentato da molte squadre forti.
Per quanto riguarda gli incidenti di Sergi Mingote e Atanas Skatov, cosa pensi possa essere andato storto?
I comuni errori umani costituiscono il rischio maggiore su una montagna, probabilmente hanno commesso un piccolo errore, probabilmente cambiando la corda, forse tutto ciò abbinato alla fatica ha causato questo loro errore.
Quali previsioni avevate fatto per questa spedizione, per quanto concerne i supporti, in tutti i sensi, in caso di incidente, emergenza covid, un’evacuazione? Come funzionava quando c’erano problemi, ad esempio, persone che dovevano essere evacuate a Skardu?
Gli alpinisti decidono in anticipo di scalare con o senza Sherpa, quindi abbiamo altri Sherpa che fissano le corde, che possono aiutare in caso di incidente. Il recupero fino al campo base può essere effettuato solo con intervento via terra. La nostra azienda ha pagato all’esercito pakistano il deposito obbligatorio per l’elisoccorso. Il salvataggio in elicottero in Pakistan può essere effettuato solo dall’esercito.
Seven Summits Treks ha collaborato con altre agenzie (Jasmine, ecc.)?
No, l’altra squadra ha aiutato nei soccorsi, poichè non avevano personale di terra. Per quanto riguarda il Covid, seguiamo tutti i protocolli sanitari stabiliti dal governo del Pakistan.
Nell’organizzare questa spedizione, e in considerazione dell’alta adesione di alpinisti, che previsione avevi fatto per gli ultimi giorni della spinta, sapendo che non c’era posto per tutte quegli scalatori?
Il giorno prima, gli sherpa avrebbero dovuto depositare le tende e altre cose a C III, ma a causa del forte vento non sono potuti salire più in alto del CIII giapponese. Pertanto il giorno successivo, tutte le attrezzature come le tende e le bombole di ossigeno dovevano essere portate a C III in una sola volta. Inoltre, alcuni membri hanno lasciato C II troppo tardi, contrariamente ai consigli del leader, avevamo stabilito dei contatti con i leader altri al campo base ma non sono stati rispettati, alcuni di loro hanno persino spento la radio e interrotto ogni comunicazione. Tutto questo ha provocato delle conseguenze, principalmente l’atteggiamento di quelli che volevano raggiungere la vetta a tutti i costi.
Cosa c’è di diverso nell’organizzazione di una spedizione di questo tipo, in termini di infrastrutture, supporto, Sherpa, tra una montagna come l’Everest e un’altra come il K2 in inverno? Viene gestita allo stesso modo?
L’infrastruttura di cui abbiamo bisogno o che utilizziamo al K2 è abbastanza simile a quella all’Everest, in termini di corde, tende, bombole di ossigeno, ecc. Ma ci si aspetta molto di più da ogni singolo scalatore. Al K2 in inverno ci si aspetta che i membri aiutino o lavorino insieme come una squadra, oltre alla squadra di Sherpa.
Ricordi quanti Sherpa hanno lavorato con SST in questa spedizione? Quanti alpinisti c’erano?
La spedizione totale comprendeva 22 alpinisti 18 sherpa, 3 squadre addette al fissaggio della corde e tra gli alpinisti internazionali 5 di loro hanno deciso di scalare senza sherpa, senza supporto ai campi alti e senza ossigeno supplementare, seguendo la propria etica di scalata.
Andiamo ora al famoso giorno della spinta finale al vertice, il 4 febbraio, quando si sono verificati gli eventi più importanti di tutta la spedizione, indipendentemente dall’incidente di Sergi che è avvenuto molto prima. Come è stata gestita la questione della distribuzione delle bombole di ossigeno per il giorno della spinta?
I nostri sherpa hanno trasportato le bombole di ossigeno in vari momenti durante la spedizione. Tutti i membri di SST hanno utilizzato l’ossigeno a C II e hanno trovato le altre bombole di ossigeno a C III o nello zaino dello Sherpa. Juan Pablo Mohr e Tamara Lunger hanno deciso in anticipo di salire senza ossigeno supplementare e senza il supporto di Sherpa.
Sicuramente sai che alcuni alpinisti hanno affermato che l’ossigeno non era dove avrebbe dovuto essere, uno di questi è Elias Saikaly, che lo ha dichiarato esplicitamente in un articolo. Cosa puoi rispondere a queste affermazioni? E’ stato davvero così?
Elia non era un membro del nostro team, ma di Jasmine Tours, la stessa compagnia scelta da John Snorri, Ali Sadpara e suo figlio Sajid.
Elia, al K2, ci ha chiesto di vendergli l’ossigeno perché la sua squadra non aveva abbastanza ossigeno anche per lui. Gli abbiamo fatto avere sei bombole di ossigeno, sotto la Piramide Nera, precedentemente trasportate dai nostri sherpa. Il loro HAP non ha recuperato tali bombole di ossigeno alla Piramide Nera, a causa di carenza di comunicazione. Il trasporto delle bombole dalla Piramide Nera a C III era responsabilità della sua stessa squadra, questo era stato concordato in anticipo. Non sappiamo perché ci sia stato questo problema di comunicazione tra loro.
Com’è stata l’attività degli sherpa di Seven Summits Treks il giorno della spinta alla vetta? Nello specifico, dove erano?
Tutti gli sherpa sono saliti simultaneamente da C 2 – C 3 trasportando provviste e attrezzature personali. Solo tre membri (Bernhard, Tomaz e Josette) hanno deciso di procedere verso la vetta accompagnati da quattro Sherpa. Successivamente i tre alpinisti hanno deciso di ritirarsi (alcuni di loro hanno raggiunto gli 8000m) a causa del freddo estremo e di alcune nuove grossi crepacci lungo la via. Altri sherpa sono rimasti a C III insieme ai membri che non hanno proceduto per la cima e sono scesi al campo base il giorno successivo. Tutti i membri e gli sherpa sono arrivati al campo base tranne 2 membri e 2 sherpa (rimasti a C1). Juan Pablo stava scalando senza Sherpa, senza ossigeno supplementare e senza supporto in alta quota. Ha deciso di seguire Ali e Snorri da solo.
Credi che ci fossero persone lassù che non autosufficienti?
Molti alpinisti decidono di scalare in diversi stili, non siamo noi a dover giudicare. Uno scalatore prende la propria decisione in base alle proprie capacità di scalata
Cosa ne pensi dell’enorme numero di corde, secondo le testimonianze degli stessi alpinisti, presenti sullo via dello Sperone degli Abruzzi, non si dovrebbe fare qualcosa?
A causa di decenni di spedizioni, ci sono molte corde sulla via degli Abruzzi (da molti anni prima che iniziassimo ad effettuare spedizioni al K2) e questo è un problema di sicurezza. Sfortunatamente, a causa della pressione che riceviamo dai membri per attrezzare la via il più rapidamente possibile per effettuare la salita, noi o qualsiasi altro operatore non abbiamo il tempo di rimuovere le corde vecchie. Inoltre, le brevi finestre meteorologiche al K2 non consentono una pulizia approfondita delle vecchie corde. Per fare questo, abbiamo bisogno di un team separato che si concentri solo sulla rimozione delle corde. Rimuovere le corde e trasportare l’attrezzatura propria e dei membri allo stesso tempo è praticamente impossibile. Sono d’accordo che le vecchie corde sono sicuramente un problema e sono responsabilità di tutte le squadre che scalano in montagna. Sarebbe bello se in futuro tutte le agenzie che gestiscono la spedizione al K2 potessero fare un piano per rimuovere queste vecchie corde.
Sai perché la maggior parte degli alpinisti ha deciso di scendere quando ha raggiunto C3? Ad esempio, Tamara Lunger, Conte e tanti altri. Ti hanno avvisato quando sono tornati o hai sentito qualcosa al riguardo?
Conte è tornato indietro da Campo 1 perché ha rispettato i tempi stabiliti dal leader, Tamara e il resto della squadra si sono ritirati da C 3 perché non si sentivano sicuri e fiduciosi per la vetta, inoltre la finestra meteo del 5 era breve. Tutti i membri lo sapevano.
Che tipo di contatto hai mantenuto dal campo base con il gruppo di cui sopra?
I membri e gli Sherpa avevano una radio VHF per comunicare con il campo base, è così che il campo base si aggiornava sulla situazione e, dal campo base, hanno ricevuto previsioni del tempo e consigli.
Sapendo che Juan Pablo Mohr era un membro della spedizione SST, hai avuto contatti con lui quando ha deciso di procedere con Snorri e Sadpara?
Juan Pablo Mohr si è iscritto alla spedizione di SST solo per avere il supporto al campo base; Juan Pablo aveva deciso di scalare in modo indipendente in anticipo, è così che ha scalato diverse vette di ottomila metri, questi erano i suoi principi etici per arrivare in cima, senza Sherpa, senza ossigeno supplementare, e senza supporto al campo alto. JP aveva con sè la radio e ha detto che avrebbe contattato il campo base se necessario. La mattina del 4 Ali ha contattato il campo base da C3, chiedendo le previsioni del tempo, io (Dawa) gli ho detto che era bello fino a mezzogiorno, e per la discesa in sicurezza bisognava salire presto intorno alle 9 del mattino. Ho avvertito Ali che il tempo era strettissimo, perché per il rientro in sicurezza dovevano arrivare prima possibile al C 3 e iniziere la spinta alla vetta già intorno alle 23 (sempre del 4 febbraio), ma hanno deciso di lasciare C3 intorno alle 2 del mattino. (5 febbraio). Ho saputo che JP aveva continuato la spinta verso la vetta insieme ad Ali e Snorri, quando Sajid è tornato a C3 e ha detto che stavano continuando a salire sul Collo di Bottiglia [quando Sajid li ha visti per l’ultima volta].
Quando tutti gli alpinisti sono tornati al campo base, e già a conoscenza della scomparsa di uno dei membri di SST, Juan Pablo Mohr, c’era un rappresentante di SST al campo base con il team militare?
La maggior parte del nostro team non ha lasciato il CB fino a 3 giorni dopo la scomparsa di JP. Ho partecipato alle ricognizioni con l’Elicottero dell’Esercito per le ricerche e per il supporto alla squadra di Snorri. Non ho lasciato il campo base fino a quando l’esercito non ha deciso di non mandare più elicotteri a causa del maltempo. Alcune si aspettavano che impiegassimo i nostri Sherpa per le operazioni di ricerca e soccorso, ma i nostri Sherpa stava raggiungendo il campo base quando gli alpinisti sono scomparsi. La salita avrebbe richiesto diversi giorni e avrebbe anche avuto bisogno dell’ossigeno supplementare necessario e di scorte ai campi alto per condurre la ricerca. Inoltre, gli alpinisti (HAP) arrivati in seguito non sono stati in grado di raggiungere nemmeno il Campo I. Dispiegare manodopera per il Soccorso è estremamente rischioso in tali condizioni meteorologiche avverse, se non impossibile. Anche l’elicottero non può volare sopra i 7000 m in genere, quindi pensare che una persona salga così velocemente è praticamente impossibile
Pensi che SST abbia avuto qualche responsabilità in alcuni degli eventi, come si afferma in rete e su diversi media? In caso affermativo, cosa dovrebbe essere corretto in futuro?
Scalare una vetta di ottomila metri, soprattutto il K2 in inverno, è estremamente pericoloso, motivo per cui non era mai stato fatto prima. Ci aspettiamo una sorta di autoresponsabilità da parte di ogni membro che si iscrive a una spedizione così dura. In effetti, tutti i nostri membri sono esperti e consapevoli. Sebbene SST sia un operatore di spedizioni commerciali, non promette ai nostri membri che saranno guidati. La maggior parte dei problemi si sono verificati a causa della breve finestra meteorologica e non potevano essere evitati, a meno che non avessimo avuto più tempo.
Pensi di continuare con questo tipo di spedizione invernale?
Se un numero sufficiente di persone ce lo richiederà e potremo mettere insieme una squadra di alpinisti esperti, probabilmente avremo un’altra spedizione del genere in futuro. Le normali stagioni sugli ottomila sembrano piene, sono sempre di più gli alpinisti interessati a scalare in inverno. Quest’inverno abbiamo fatto anche una spedizione all’Ama Dablam e al Manaslu (con Alex Txilkon e Simone Moro).
Che insegnamento ti ha lasciato tutto questo, tenendo conto che di tre alpinisti, di cui uno di SST, non si sa più nulla?
Sono molto rattristato dalla scomparsa di questi tre alpinisti, incluso Juan Pablo, membro di SST. Ali era come una famigliare e ha lavorato a fianco del nostro staff di Sherpa in molti ottomila scalati in Nepal. Ci siamo resi conto che il K2 e le invernali sono estremamente rischiosi, ma gli alpinisti hanno la libertà di scegliere, anche se vanno contro il consiglio del nostro leader. In futuro esorteremo i membri ad avvallersi di maggiore supporto, forse uno Sherpa per ogni membro non è sufficiente, ma non si potrà mai rendere la scalata invernale sul K2 sicura al 100%. In realtà, l’incertezza e il fatto che non fosse mai stato scalato prima è stato ciò che ha spinto la maggior parte degli scalatori a tentarlo
Pensi che il Nepal aprirà per la stagione alpinistica himalayana 2021? E la Cina?
Sì, in Nepal si apre con regole di quarantena minima e protocolli di sicurezza, ma penso che la Cina rimanga chiusa in questa stagione.
Alcune compagnie internazionali, competitor di SST, hanno rinunciato all’Everest nel 2021, come sarà la stagione primaverile in cima al tetto del mondo?
Alcuni operatori soggetti a limitazioni di viaggio nei propri paesi rinunciano all’Everest e ad altre spedizioni in Nepal. Siamo nepalesi, con sede in Nepal e di proprietà di Sherpa, il Nepal è aperto al turismo e all’arrampicata, con poche regole da seguire. Vedo che la stagione dell’Everest è più tranquilla, ma l’Everest avrà sicuramente diversi team che tenteranno di scalarlo. SST ha 5 squadre internazionali sull’Everest in questa stagione impegnati sul versante Sud.
Sappiamo che hanno in programma di andare al Kangchenjunga e all’Annapurna. Ci sono altri ottomila?
Sì, ci sono alcune spedizioni, nella stagione primaverile, su Annapurna, Dhaulagiri, Kangchenjunga, Makalu, Lhotse e anche su altre montagne di settemila metri. Sembra che gli alpinisti vogliano scalare ancora; solo i turisti e gli escursionisti regolari sono diminuiti molto.
I casi Covid in Nepal sono in diminuzione e ogni turista che entra in Nepal deve seguire vari protocolli di sicurezza, rendendolo maggiormente sicuro. Il fatto è che scalare una vetta di ottomila metri è molto più pericoloso del Covid.