Barmasse: “Scaleremo in perfetto stile alpino”
Da qualche giorno, il l valdostano Hervé Barmasse, il tedesco David Goettler, lo statunitense Mike Arnold e il pakistano Qudrat Alì, sono al Campo Base del Nanga Parbat (8.126 m). Il loro obiettivo è scalare “la montagna nuda” attraverso l’impervia parete Rupal, alta 4.500 metri, considerata la più grande dell’Himalaya, se non del mondo, e mai tentata in inverno.
“Le nostre possibilità di successo sono molto, molto scarse – afferma Goettler –Tuttavia, da quando sono stato qui nell’inverno 2013/14 ho sempre desiderato tornare su questa montagna, su questa parete, e in questa stagione. Penso che abbiamo abbastanza competenza per avere una possibilità, ma per favore sappiate che abbiamo bisogno che tante stelle si allineino perfettamente per avere una possibilità di successo. Lo ricordo ogni giorno: voglio essere pieno di fuoco e voglia di fare, ma devo mantenere i piedi per terra.”
La Rupal fu salita per la prima volta nell’estate del 1970 da Reinhold Messner e da suo fratello Gunter. Nel 1985, una squadra polacco-messicana aprì una nuova via sulla destra, e nel settembre 2005, Steve House e Vince Anderson scalarono una nuova linea sulla parete, in otto giorni.
Tentativo tra il 10 e il 20 gennaio
Idealmente il team vorrebbe effettuare il tentativo tra il 10 e il 20 gennaio, meteo permettendo.
“Il piano perfetto prevede due notti a salire e una a scendere, nell’ipotesi peggiore tre e due – spiega Barmasse in un’intervista rilasciata alla Gazzetta – Noi ci porteremo una tendina da 2 chili per la notte. Usufruendo delle nostre capacità di essere piuttosto veloci anche a quelle quote, l’idea è cercare di scalare al sole per essere invece di notte al riparo nella tenda. Normalmente anche in inverno si parte la notte per la cima, ma noi stavolta cercheremo di utilizzare una tattica differente”.
Una scalata in puro stile alpino
“Scaleremo in perfetto stile alpino – spiega il 44enne di Valtournenche – Quindi zero rifiuti lasciati in montagna, nessun campo preallestito, né aiuti dall’esterno, ossigeno o corde fisse. E questo perché il modo in cui vogliamo fare le cose è più importante della vetta che vogliamo raggiungere”.
Durante la loro salita, Barmasse e i suoi compagni porteranno solo 15 kg di attrezzatura, un quinto del kit necessario per una spedizione in stile himalayano; idem per le corde: solo 60 metri anziché 4.500.