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Dopo una lunga sosta forzata a Lobuche (5.000 m) a causa dei forti venti, Jost Kobusch questa mattina ha ripreso la sua attività in solitaria sull’Everest, in direzione di Colle Lho La (6.000 m).
Il tracker dello scalatore tedesco lo localizza attualmente a Campo 1, a 5.714 metri di quota, dove Kobusch intende passare un po’ di tempo per riacclimatarsi.
Secondo l’ Himalayan Database, soltanto 15 persone (tra cui i polacchi Krzysztof Wielicki e Leszek Cichy che firmarono la prima salita invernale nel febbraio 1980), sono state in cima all’Everest nella stagione più fredda, quando i venti possono superare i 250 km/h. Tutti hanno utilizzato ossigeno supplementare e scalato con dei compagni. Solo uno, Ang Rita Sherpa, ha raggiunto la vetta senza far uso di ossigeno supplementare il 22 dicembre 1987.
Kobusch, che predilige le lunghe salite in solitaria, sta cercando di alzare ulteriormente la posta. Non solo sta affrontando la montagna in inverno, da solo e senza ossigeno supplementare, ma sta cercando di raggiungere la vetta dell’Everest attraverso la Cresta Ovest, una via molto più impegnativa delle due utilizzate da quasi il 98% degli scalatori. Kobusch deve lottare con pareti a strapiombo, ghiaccio blu duro e ripido e un ultimo burrone di ghiaccio, roccia e neve – chiamato Hornbein Couloir – in cui solo pochi alpinisti hanno mai messo piede.
Quest’inverno il tedesco si è prefissato un obiettivo minimo: raggiungere la base del canale Hornbein. “Voglio raggiungere gli 8.000 metri di altitudine – ha dichiarato il 29enne – La quota più alta mai raggiunta in inverno sulla Cresta Ovest è stata di 7.500 metri (nell’inverno 1984/85 da una spedizione francese). Anche se riuscissi a superare quel traguardo, in qualche modo sarebbe un successo”. La vetta dell’Everest in solitaria e senza l’ausilio di ossigeno supplementare è pianificata per la prossima stagione invernale.
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