Care amiche e amici,
lavorando con i social non s’incappa soltanto in dissing, ma anche in profili davvero degni di nota di talentuosi appassionati. Questo è il caso di Claudio Ermidi, fotografo nato a Sassuolo, classe ’80, abitante di Salvaterra, Reggio Emilia.
Ho potuto fruire delle sue belle foto e mi hanno trasmesso davvero tanto. Di conseguenza ho provato a scoprire di più sul suo conto ed è nata questa semplice intervista.
Come ti sei avvicinato alla fotografia? Era il tuo sogno?
È una passione che probabilmente viene da quando ero bambino, sono sempre stato affascinato da ogni essere animale e quindi da ogni rivista illustrata dove fotografi professionisti pubblicano immagini incredibili.
Con il passare del tempo tra lavoro e sport mi sono allontanato da quel mondo, fino a quando ho deciso di smettere di giocare a calcio a 5 e ho pensato… perché non unire la passione per lo sport con quello della fotografia e ho deciso di comprare la mia prima reflex per fotografare le partite della mia ex squadra. Da quel momento è diventata la mia passione principale.
Cosa ami della fotografia e cosa cerchi di rappresentare?
Amo ogni aspetto della fotografia e ogni genere o stile di essa.
La fotografia a differenza del video lascia a chi la osserva la propria interpretazione e ti permette di viaggiare con la fantasia ed è per questo che scatto senza voler per forza rappresentare qualcosa. Mi piace l’idea di cogliere attimi che potranno rimanere per sempre.
Cosa contraddistingue il tuo stile?
Essendo (purtroppo) da pochi anni che scatto, non penso di avere un vero e proprio stile.
Cerco di sperimentare svariati stili , ritengo che nella fotografia come nell’arte si debba sperimentare il più possibile.
L’unica cosa che cerco quando fotografo è l’imprevedibilità e la naturalezza ed è per questo che non prediligo fotografare chi si mette in posa.
Quali sono i tuoi migliori soggetti?
Be’… basta dare uno sguardo ai miei profili social per capire che la wildlife è il mondo che amo di più.
I miei soggetti principali sono animali selvatici immersi nella natura e di conseguenza anche paesaggi prevalentemente di montagna.
Come hai iniziato ad andare in montagna?
È da più di 15 anni che faccio snowboard quindi sono sempre stato un frequentatore della montagna e con il passare del tempo ho imparato ad amarla in ogni suo aspetto ed in ogni stagione.
Ogni volta che ho un’attimo libero ne approfitto per fare un giro in moto o un’uscita fotografica e la costante è la montagna.
Per poter fotografare la fauna la cosa fondamentale è uscire all’alba e credetemi a quell’ora la pace e la sensazione di libertà che da la montagna non ha eguali… pura magia!
Quali saranno i tuoi prossimi obiettivi?
Inutile negare che, per un fotografo amatoriale come me l’obiettivo o comunque la speranza sia quella di poterlo far diventare un lavoro , anche se al giorno d’oggi molte persone non capiscono l’impegno, la costanza e la spesa di tempo e di soldi che c’è dietro al mondo della fotografia.
Detto questo essendo che la fotografia per me è prima di tutto una soddisfazione personale e un’occasione di esplorare l’obbiettivo a breve termine è quello di viaggiare alla ricerca di nuovi luoghi e nuove specie da immortalare.
Cosa diresti a un ragazzo che si approccia a questo mondo?
Gli direi di non scoraggiarsi, di continuare a scattare e di sperimentare.
Vorrei dire che la fotografia sia una cosa semplice ma non è così, ci vuole costanza, impegno e fatica. Per comprenderla e prenderci confidenza bisogna leggere informarsi e fare pratica costantemente.
Tutti sforzi che però daranno soddisfazioni ed emozioni incredibili.