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30 Gennaio 2020

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Cultura

La storia delle pioniere carniche dell’alpinismo, a Biadene di Montebelluna il 1° febbraio

“Voglio andare lassù. Breve storia delle sorelle Grassi”, Melania Lunazzi e Nicoletta Oscuro. Serata a Udine. Fonte: CAI FVG

“Voglio andare lassù. Breve storia delle Sorelle Grassi”: in scena a Villa Correr Pisani alle ore 20.30

Nell’ambito della 39a rassegnaFilm di Montagna promossa dal CAI di Montebelluna, sabato 1 febbraio alle 20.30 andrà in scena a Villa Correr Pisani di Biadene di Montebelluna (TV)  lo spettacolo “Voglio andare lassù. Breve storia delle Sorelle Grassi”.
Con Melania Lunazzi, saranno sul palco la veneta Ada Delogu, insieme a lei voce narrante, e Sebastiano Zorza, che accompagnerà con la fisarmonica.

La lettura scenica immaginata e scritta da Melania Lunazzi, racconta, intrecciando ricerca documentaria e inserti di fantasia e verosimiglianza, la storia della sorelle Angelina, Giacoma e Anna Grassi, forti alpiniste tolmezzine vissute a cavallo tra Ottocento e Novecento cui piaceva scalare montagne andando controcorrente rispetto ai tempi e al contesto geografico.

Dopo le prime rappresentazioni nell’estate 2019 a Paularo e a Tarvisio (Kugy Mountain Festival), nel corso delle celebrazioni del 140° anniversario della prima salita femminile e assoluta al Monte Sernio, imponente cima calcarea sita tra Moggio Udinese e Tolmezzo, e quella nel novembre scorso a Udine, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, lo spettacolo fa ora tappa in Veneto, con il sostegno della sezione Cai di Montebelluna, del Cai Friuli Venezia Giulia e della Fondazione Friuli.

Già in calendario altre presentazioni con la collaborazione di enti e istituzioni a San Daniele del Friuli, Tolmezzo e Torino (nel festival “In cordata” organizzato dal Circolo dei Lettori).

Lo spettacolo

“Voglio andare lassù. Breve storia delle sorelle Grassi”, Melania Lunazzi e Nicoletta Oscuro. Serata a Udine. Fonte: CAI FVG

L’idea scaturisce dalle ricerche d’archivio di Melania Lunazzi che si è occupata, a più riprese nel corso degli anni, dell’alpinismo dei pionieri in Friuli Venezia Giulia. Sulle Sorelle tolmezzine ha scritto la prima volta nel 1999 nel libro “Alpi Giulie. Itinerari alpinistici dell’Ottocento” e nel 2018, con un articolo pubblicato sul numero estivo della rivista di montagna del Cai Mestre Le Alpi Venete dove sono stati presentati gli ultimi ritrovamenti d’archivio.
È una lettura scenica a due voci con sei doppi dialoghi. Le due donne dialoganti sono alternativamente le due sorelle e due donne contemporanee. Le scene si svolgono a Tolmezzo, nella casa delle Grassi, in una malga alpina e a Udine. Ci sono delle parti cantate e delle parti strumentali. Alle spalle degli attori scorre una proiezione di immagini d’epoca e contemporanee, sia fotografie che riprese video realizzate oggi al Museo Carnico Michele Gortani e sopra il Sernio con il drone.

Cosa si sa delle sorelle Grassi

Le fonti dell’epoca riportano alcune loro salite realizzate negli anni Settanta dell’Ottocento, tra cui quella del Monte Canin dalla Val Resia, quella del Sernio e poi l’Antelao. La curiosità nell’indagare la loro storia nasce dal fatto che dopo la celebrazione di Giovanni Marinelli della salita fatta assieme alle sorelle sul Canin – cui venne dedicata un’apposita e lunga pubblicazione Le prima alpiniste sulla vetta del Monte Canino –, e probabilmente a causa dello spostamento della sede del Cai da Tolmezzo a Udine con la nascita della Società Alpina Friulana, le Sorelle Grassi sono state dimenticate e la loro memoria rimossa. Le donne che intraprendevano salite in montagna erano pochissime al tempo e di estrazione borghese o nobile, ed erano sempre accompagnate in montagna da uomini. Ciò che hanno osato fare le sorelle è stato intraprendere la prima salita del Sernio – e le successive – senza andare al traino degli uomini, ad eccezione delle guida locale di cui peraltro si servivano anche gli stessi alpinisti uomini.

Il messaggio

Le Sorelle Grassi sono state delle pioniere in Friuli, anche se la loro storia è più nota al di fuori della regione e ha diverse figure omologhe in altre parti delle Alpi, contestualmente. La strada intrapresa dalle tolmezzine ha comportato una scelta controcorrente, ed è stata osteggiata e criticata sia dalle malelingue locali sia, probabilmente, dagli stessi uomini che in un primo tempo le avevano incoraggiate. Ma il loro messaggio è stato forte, anche se il tratto di strada compiuto è stato breve in termini di arco temporale, dato che l’unica che ha poi continuato ad andare in montagna per alcuni anni fino ai primi del Novecento è stata Anna Grassi, la sorelle minore, che non si è mai sposata.
Il messaggio del testo comunque non è femminista né solo “al femminile”, ma è rivolto a tutti coloro che hanno una passione e che affrontano ostacoli imponenti per affermarla, in qualsiasi settore essi/esse operino.

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