Al via venerdì 10 novembre, la sedicesima edizione della rassegna di racconti fotografici realizzati con videoproiettori
Ritorna nel capoluogo della regione Friuli-Venezia Giulia, a novembre, la rassegna di proiezioni “Trieste incontra la Multivisione”, organizzata dall’Associazione Culturale Merlino Multivisioni.
Giunta alla sua 16^ edizione, ospiterà in tre serate i migliori autori nazionali con una serie di audiovisivi inerenti la natura, il sociale, il reportage di viaggio, il costume. Le proiezioni si terranno venerdì 10, venerdì 17 e sabato 18 novembre presso il Teatro Don Bosco (via dell’Istria 53 – Trieste), a partire dalle ore 20.45.
Ad aprire la sedicesima edizione, la serata “Scalata all’infinito”, dedicata integralmente a Spiro Dalla Porta Xydias (1917-2017), con la proiezione dell’audiovisivo che ripercorre la sua storia alpinistica, raccontata in prima persona dalla sua stessa voce.
Un approfondimento sulla figura del grande alpinista e intellettuale, “l’ultimo dei romantici della montagna”, lo abbiamo nell’intervista realizzata da Andrea Bianchi nel 2010, in cui Spiro Dalla Porta Xydias ci conduce attraverso le sue prime esperienze in montagna, la scoperta dell’alpinismo, la scrittura e la riviviscenza, la mefatisica dell’alpinismo. Di seguito, vi proponiamo questo contributo:
Il Programma delle Proiezioni
Venerdì 10 novembre
SCALATA ALL’INFINITO di Franco Toso
serata di multivisione con la partecipazione del Coro Alpi Giulie
ore 20.45
L’audiovisivo ripercorre la storia alpinistica di Spiro Dalla Porta Xydias (1917–2017) raccontata in prima persona dal protagonista.
Nato a Losanna nel 1917 Spiro Dalla Porta Xydias è stato un personaggio poliedrico. Dottore in Scienze Politiche, docente di francese, insegnante, sceneggiatore e regista di teatro, alpinista e scrittore. E’ stato tra i fondatori del Teatro Stabile di Trieste. Ha pubblicato decine di libri, quasi tutti dedicati alla Montagna.
Ha tradotto dal francese e dal tedesco libri di grandissimi alpinisti quali Livanos, Mazeaud, Terray, Heckmair,Diemberger, Hiebeler. Ha vinto diversi premi nazionali di letteratura tra cui il premio “Cortina”, il premio “Virgilio” ed il ” Bancarella Sport “.
Direttore editoriale del bimestrale Alpinismo Triestino, ha scritto per quotidiani come il Piccolo, il Messaggero Veneto, Il Gazzettino e per numerose riviste di alpinismo.
Accademico del C.A.I. ha effettuato 107 nuove ascensioni in Italia, Grecia, Montenegro e Norvegia ripetendo inoltre parecchie classiche di sesto grado. Ha fondato e diretto per 10 anni la Stazione del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino di Trieste e la sua attività di
soccorritore gli è valsa il conferimento dell’Ordine del Cardo.
E’ stato presidente del Club Alpino Accademico Orientale, della Sezione XXX Ottobre e Consigliere Centrale del Cai, che nel 2003 gli ha riconosciuto la qualifica di Socio Onorario.
Per 25 anni ha ricoperto la carica di presidente del GISM – Gruppo Italiano Scrittori di Montagna.
Il “Coro Alpi Giulie”, associazione corale per voci virili , è stato fondato nel giugno del 1996 da un gruppo di amici amanti della montagna, dei suoi canti e della tradizione popolare.
Il repertorio comprende canti “di montagna”, sia tradizionali, che composti da autori contemporanei, canti del folklore triestino, nazionale e internazionale.
A Trieste è stato invitato ad esibirsi in occasione di cerimonie commemorative e di iniziative benefiche da enti, istituzioni, associazioni, anche in presenza di cori prestigiosi quali i Crodaioli, Coro Martinella di Portogruaro, Coro della Brigata Alpina Julia,coro Illersberg di Trieste, Coro SAT di Arco e con il coro S’Arrodia di Sinnai (CA) con il quale si è gemellato. Ed ha inoltre organizzato concerti in varie chiese e teatri.
E’ promotore di una rassegna corale denominata “Incontri tra le note”, al fine di conoscere e far conoscere complessi corali di buon livello interpretativo.
Ha partecipato con soddisfazione a rassegne regionali e a concorsi nazionali per voci virili (Brentonico, Vittorio Veneto). Si è esibito in occasione di manifestazioni internazionali, quali il Festival corale internazionale “Alta Pusteria”, “Note in rifugio”, “I Castelli Incantati”. Nell’ autunno del 2005 ha partecipato alla realizzazione di “Trieste canta”, un programma televisivo sul canto popolare triestino, trasmesso dall’emittente locale Tele4.
Nel 2008 il coro è stato promotore del progetto policorale denominato “Grazie Maestro!”, per ricordare il maestro Mario Macchi nel V° anniversario della sua scomparsa, che ha visto la partecipazione di quasi 100 coristi che si sono esibiti interpretando le due impegnative rapsodie “Vecia Trieste canta” di A. Illersberg.
Nel 2014, per ricordare il Centenario della guerra 1915-1918, ha elaborato un progetto denominato: La Grande Guerra – “L’inutile strage” – per una cultura della pace. Il progetto che è stato presentato al pubblico in varie occasioni, si è basato su letture di prose e poesie intercalate da canti, che si sono richiamati al tema in questione, privilegiando l’aspetto umano dei combattenti, senza distinzione di bandiera. Nel 2016 il coro ha festeggiato il 20° anno di attività. Lo scopo del coro è di trasmettere al pubblico, attraverso l’interpretazione di questi brani, soprattutto sensazioni, suggestioni, stati d’animo, un patrimonio di valori che sono alla base del canto popolare.
Venerdì 17 novembre
FINESTRE SUL MONDO
serata di multivisione
ore 20.45
I SILENZI DEL SUD di Roberto Valenti e Ervin Skalamera
La Patagonia è immensa. Alle nostre spalle le ondate dell’Oceano, le distese infinite delle Pampas… davanti a noi le montagne. El Chalten, Cerro Torre, Torres del Paine, impressionanti guglie di granito che emergono dai ghiacci dello Hiello Continental e sembrano essere li dal principio del Mondo. Una terra che rappresenta il simbolo stesso della lontananza, dell’altrove sconosciuto… dell’avventura.
SERENGETI, MARE D’ERBA di Franco Toso
La pianura del Serengeti, che in lingua Masai significa “pianura sconfinata”, è una regione di circa trentamila chilometri quadrati, costituita da prateria, savana e boschi situata in Africa orientale. La zona costituisce l’habitat naturale per una grande varietà di animali; si stima che sia abitata da circa un milione e mezzo di erbivori e migliaia di predatori. Una straordinaria opportunità per il fotografo naturalista.
LA CITTA’ DELL’ULTIMO VIAGGIO di Claudio Tuti
Ogni giorno che rinasce è celebrato da un rito di ringraziamento a Varanasi, i cui vapori si disperdono all’alba. Ogni vita che si spegne è accompagnata da un rito che purifica e trasforma il corpo, i cui resti sono affidati alla corrente.
IL COLORE ARANCIO di Francesco Lopergolo
Quando l’oriente si tinge di arancio…
COME UNA CAREZZA di Luigi Dorigo
Ogni ambiente, anche ordinario a prima vista, può rivelare la sua bellezza se acconsentiamo di posarvi delicatamente il nostro sguardo… come una carezza.
GELIDE BOLLE di Valter Binotto
Componenti: acqua, sapone, zucchero e almeno 5 gradi sotto zero. Procedimento: tornare bambini e fotografare giocando.
ACQUE FREDDE CALDE TERRE di Giorgio e Rosa Pavan
Nell’estremo oriente siberiano esiste una penisola dove convivono fuoco e ghiaccio: la Kamchatka. È un ambiente vasto, selvaggio, incontaminato e scarsamente popolato dall’uomo. Gli alti vulcani innevati ancora attivi, la rigogliosa vegetazione della taiga, l’umida e brulla tundra con corsi d’acqua ricchi di salmoni sono l’affascinante regno degli orsi bruni e delle renne. Ascoltare il respiro caldo della terra, sentire il gelido alito del vento, ammirare i colori di questa natura primordiale. Tutto questo fa nascere, in chi esplora questi luoghi, sensazioni di stupore.
GLUGGAVEDUR di Alessandro Manera
In viaggio verso Vik, lungo le spettacolari coste islandesi dove i venti artici si insinuano tra i fiordi silenziosi e torri di pietra si innalzano dalle profondità dell’oceano.
Sabato 18 novembre
FRAMMENTI DI INFINITO
serata di multivisione
ore 20.45
IL RESPIRO DEI BALCANI di Ervin Skalamera
Improvvisa, forte e travolgente la Bora scende dai Balcani e caratterizza da sempre la città di Trieste ed i suoi abitanti rappresentando per essi contemporaneamente una carica vitale ed una storia che si rinnova fra passato, presente e futuro.
MONTE GRAPPA LE STAGIONI DEL CAMOSCIO di Valter Binotto
Le prime introduzioni risalgono al 2001, 9 camosci trasferiti dalle alpi Marittime al Monte del Grappa. Dopo 16 anni sono diventati oltre 350 individui che hanno fatto del massiccio la loro casa.
MICROCOSMO di Sergio Frada e Giorgio Cividal
Penetrare il regno dell’invisibile rinnova la nostra meraviglia di fronte al mondo in cui viviamo. Un’ insieme di mondi invisibili all’interno di un micro mondo, nei disegni nascosti della natura.
IN WILDNESS di Luigi Dorigo
La natura selvaggia attira e respinge, affascina ed intimorisce per i “naturali” pericoli che porta con sé. Ma è un timore “sano”, che ridimensiona, e rende consapevoli che ogni uomo è parte di questo mondo allo stesso modo in cui lo è ogni essere vivente. E’ questa una consapevolezza che ci può far amare ancora di più la nostra Natura.
AL FIN DEL MUNDO di Ervin Skalamera e Roberto Valenti
Dov’è la fine del Mondo? Nelle vette che sfiorano un cielo inarrivabile?
O forse proprio in fondo, sull’ultima pietra di Capo Horn, dove le Americhe sembrano terminare in una lunga striscia di frammenti di roccia sommersi dalla schiuma dell’Oceano in direzione dell’Antartide.
DAL TRAMONTO ALL’ALBA di Alessandro Manera
Un piccolo viaggio tra le Dolomiti, dalle ultime luci del tramonto fino alle prime luci dell’alba, passando per la notte dove risplendono luminose le stelle rivelando particolari che il giorno ignora.
MONTE ROSA 36 VEDUTE di Edoardo Tettamanzi e Mauro Del Romano
Il gigante “bianco” sull’orizzonte varesino. Proposta grafica delle immagini di Mauro Del Romano in occasione della mostra “36 vedute del Monte Rosa”.
RUN ART di Edoardo Tettamanzi e Silvia D’Ambrosio
Il colore dalla tela alla strada.
E DI COLORI TI COPRIRO’ di Claudio Tuti
Giochi di sguardi, colpi di bastone, spruzzi e nuvole di colore: in questo modo Krishna aveva incontrato la sua amata Radha; in questo modo ancora oggi, durante la festa indù del Lath mar Holi, gli innamorati si guardano, si rincorrono, si coprono di colori.
La Mostra “Shots from the Edge” di Leonardo Comelli
Nell’ambito della kermesse, sarà allestita la mostra fotografica “Shots from the Edge” di Leonardo Comelli.
Il 9 giugno 2016, durante un tentativo di discesa con gli sci dalla cima del Laila Peak (m 6096-Pakistan) perdeva la vita Leonardo Comelli, alpinista muggesano di 27 anni, che assieme ad altri 3 alpinisti del Triveneto stava tentando quella che doveva essere una
prima mondiale. Leonardo, appassionato fotografo, aveva il compito di documentare l’impresa. Per ricordare il tragico evento, ad un anno esatto dalla scomparsa, gli amici e i Soci della Sottosezione di Muggia del C.A.I. – S.A.G, di cui Leonardo era Socio fin dalla nascita, gli hanno dedicato una mostra fotografica, con alcune immagini tratte dal suo personale archivio fotografico ricco di migliaia di scatti e che ben spiegano, al di là della bellezza delle foto, quale poteva essere il modo di andare in montagna di
Leonardo e con quale spirito veniva affrontata: non soltanto prestazione sportiva come atto di forza fisica o di sfida ai limiti propri e quelli imposti dagli elementi, ma soprattutto grande amore e rispetto per essa.
“LEOCOM SHOTS FROM THE EDGE“ è il nome del blog che Leonardo teneva e aggiornava continuamente con le sue fotografie; l’ultimo inserimento reca la data del 21 maggio 2016, 4 giorni prima di partire per il Pakistan, una splendida gita scialpinistica nel Gruppo del Monte Bianco.