
La pratica rurale dei muretti a secco. Fonte: video Unesco
L’Unesco il 28 novembre 2018 ha iscritto la pratica rurale dei muretti a secco nella lista degli elementi immateriali dichiarati Patrimonio dell’umanità
A presentare la candidatura di tipo transnazionale, 8 paesi: l’Italia insieme a Cipro, Croazia, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera.
La decisione è stata approvata all’unanimità dai 24 Stati membri del Comitato, riuniti a Port Louis. È la seconda volta, dopo la pratica tradizionale della coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria, che viene attribuito questo riconoscimento a una pratica agricola e rurale. “Ancora una volta i valori dell’agricoltura sono riconosciuti come parte integrante del patrimonio culturale dei popoli”, ha commentato il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio. “Un giusto riconoscimento a una tradizione che in Italia unisce da nord a sud la Valtellina e la Costiera amalfitana, Pantelleria con le Cinque terre e in Puglia il Salento e la Valle d’Itria, realizzata e conservata nel tempo grazie al lavoro di generazioni di agricoltori impegnati nella lotta al dissesto idrogeologico provocato da frane, alluvioni o valanghe”, afferma la Coldiretti.
L’arte del muretto a secco riguarda il know-how relativo alla realizzazione di costruzioni in pietra accatastando pietre l’una sull’altra, senza l’utilizzo di altri materiali, tranne che a volte in terreni asciutti. Le strutture in pietra a secco si trovano nella maggior parte delle aree rurali – principalmente in terreni scoscesi – sia all’interno che all’esterno degli spazi abitati, sebbene non siano sconosciuti nelle aree urbane. La stabilità delle strutture è assicurata dall’attenta selezione e posizionamento delle pietre.
In Trentino, riconosciuta la figura professionale di “Costruttore esperto nella realizzazione e nel recupero dei muri a secco”
Il Trentino è stata la prima regione in Italia a riconoscere la figura professionale di “Costruttore esperto nella realizzazione e nel recupero dei muri in pietra a secco”, utile al territorio e al mantenimento delle espressioni storico paesaggistiche dei muri a secco, attraverso un esame di validazione delle competenze. Per accedervi, è necessario partecipare ai corsi di formazione (teorici e pratici), proposti dall’Accademia della Montagna del Trentino, in collaborazione con l’Associazione Artigiani ed Enaip. L’Accademia, che ha istituto nel 2013 la “Scuola Trentina della Pietra a secco“, organizza anche corsi per insegnanti sul tema del valore storico, sociale e paesaggistico dei muretti a secco che danno luogo ai terrazzamenti che caratterizzano i pendii delle montagne nelle valli.