Un invito allo scialpinismo nelle Marche
Una sera, le fate che abitavano insieme alla Sibilla, chiesero a lei il permesso per recarsi al ballo notturno che si teneva nelle Gole dell’Infernaccio, in Val di Tenna. “Andate pure”, disse la Sibilla, “ma fate assolutamente ritorno prima dell’alba”. Le fate furono però così rapite ed estasiate dalle danze, che non si accorsero che il sole stava per sorgere e, sorprese dal primo raggio, iniziarono una folle corsa per rientrare nella grotta della Sibilla, ma colte dall’alba vennero trasformate in pietra: la stessa che adesso segna il “Sentiero delle fate”, sul versante meridionale del Monte Vettore.
Questa è solo una leggenda, ma i Sibillini sono così, un luogo dove è possibile cogliere una rara magia, fatta di serenità e quiete, che raramente mi è capitata su altre montagne, sicuramente più famose ed anche più grandiose.
Nella stagione invernale la neve trasforma i ripidi prati che scendono dalle cime in perfetti pendii per gli amanti dello scialpinismo, che possono trovare qui, nel centro Italia, un sito che non ha nulla di meno di altri più blasonati nelle Alpi: è chiaro, che essendo in Appennino, le condizioni “perfette” per lo sci vanno colte subito, prima che il clima cambi in maniera repentina, alterando la neve.
Attualmente l’accesso a queste montagne è interdetto in diverse zone, a causa del terribile terremoto che le ha colpite pochi mesi addietro: qualora si decida quindi di pianificare una o più uscite scialpinistiche, è importante informarsi della possibilità di accesso o meno alle varie zone. Sarebbe però auspicabile, nonostante tutto, mettervi piede il più presto possibile, per tornare a vivere questi luoghi come prima, anzi meglio di prima.
Mi auguro pertanto che questo articolo possa essere utile in tal senso. Buona sciata a tutti!
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Mi piace credere che ogni montagna, parete o vallata solitaria,
abbia la magica capacità di vedere oltre la scorza che ci rende più o meno tutti uguali,
e di leggere dentro le pieghe del nostro cuore.
E’ piacevole pensare ad una forza misteriosa che, intrufolandosi negli anfratti di noi stessi,
scova i desideri più nascosti e le reali motivazioni delle nostre scorribande verticali.
Attraverso quelle onde, che in un continuo flusso e riflusso rendono possibili gli eventi,
sarà sempre questa misteriosa forza a condurci sulla via che porta alla realizzazione di ogni sogno.
Così, questo tiepido sole di Marzo, un poco oppresso dalle nebbie mattutine,
sembra spiarmi dall’alto del cielo, mentre avanzo verso ciò che almeno per un giorno,
sarà l’unico fine dei miei sforzi.
I miei passi si susseguono più o meno velocemente e,
una volta in cima, la mia mente è pronta per entrare in quello stato in cui,
realtà e sogno, non sono più così facilmente distinguibili.
Allora ogni cosa mi appare per quella che realmente è,
e ogni dubbio corre via lontano,
lasciando che una sensazione di benessere pervada tutto il mio corpo.
Che sia questa la vera cima? Che sia questa la magia di salire?
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Salita al Monte Rotondo da Casali di Ussita – scheda tecnica
Tempo medio di salita: 3 ore.
Esposizione: sud.
Difficoltà: MS.
Quota di partenza: 1080m.
Quota di arrivo: 2102m.
Caratteristiche generali: classica e non difficile gita sci-alpinistica, molto gratificante, che permette di ammirare la bellissima Val Panico e la parete nord del Monte Bove nella sua veste invernale, una delle più alte dell’intero Appennino. Molto bella e continua la discesa, che offre differenti possibilità.
Salita: dall’abitato di Casali (che si raggiunge in breve da Ussita) prendere la mulattiera che con pochi tornanti conduce ad un pianoro con fonte e al seguente pianoro con recinzioni per animali. Da qui, continuare verso sinistra per ritornare poi verso destra fino alla sella della Banditella (1890m), posta fra Croce di Monterotondo (1926m) e Monte Rotondo (2102m). Rimontare il crinale di destra, attraversare un piccolo pianoro e proseguire brevemente fino in vetta. Il percorso è generalmente sicuro, anche se può esserci qualche pericolo di slavine sul pendio terminale con neve non assestata. In rosso il percorso di salita, in azzurro le possibilità di discesa.
Discesa: dalla cima abbassarsi ad un piccolo pianoro e scendere il fantastico pendio sottostante, ricongiungendosi alla traccia di salita.
Scialpinisti verso il Monte RotondoLa maestosa parete nord del Monte Bove In cima al Monte Rotondo
Cima del Lago – scheda tecnica
Dislivello: 1150m.
Tempo medio di salita: 4 ore.
Esposizione: ovest.
Difficoltà: OSA.
Quota di partenza: 1385m.
Quota di arrivo: 2422m.
Caratteristiche generali: bellissima gita, dai panorami strepitosi; meravigliosa e lunghissima discesa su pendii ripidi. Assolutamente da non perdere.
Salita: dal curvone in località Aie Capate, risalire la Valle Santa fino al Rifugio Zilioli: da qui è possibile risalire subito la cresta di Punta Prato Pulito e proseguire fino alla Cima del Lago, oppure proseguire fino alla cima del Monte Vettore, per scendere la bella valletta sottostante (che regala di solito neve di ottima qualità) per ritornare al Rifugio Zilioli e proseguire poi verso la Cima del Lago. In rosso il percorso di salita, in azzurro alcune delle possibilità di discesa.
Discesa: la discesa comincia dal ripido canale a fianco dello Scoglio dell’Aquila e prosegue poi con percorso non obbligato fino alla provinciale di Castelluccio.
In discesa dal canale dello Scoglio dell’AquilaTracce sulla neve del Monte VettoreNebbia sulla piana di CastelluccioCastelluccio di NorciaElisa misura la neve
GUIDA SCIALPINISTICA CONSIGLIATA: La montagna incantata (Volume 1) – Luca Mazzoleni