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16 Giugno 2016

Luca Colli cuore ad alta velocità alpinistica

Immaginate il bambino che è in voi, che un tempo sognava intensamente; ora pensate a quel ragazzo che cresce e insegue i suoi progetti ovunque lo portino….

Luca Colli è un alpinista italiano classe 1969, nato a Vigevano, che grazie al suo amore per la natura e alla sua grande preparazione sportiva vive il suo sogno e non smette di immaginare. Personal trainer con un proprio studio e guida AMM del collegio guide alpine in Lombardia. Laureato in architettura, istruttore di body building e fitness, massaggiatore sportivo e istruttore di nordic walking. Già dall’aspetto ispira possenza: 190cm x 77 kg, kick boxer, è una forza della natura.

Sposato con “quella santa donna di Rosanna”, come lui dice, vive nalla sua città natale e “nel mondo”.

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Da quanto vai in montagna e come hai iniziato?
Negli anni 30 mio nonno Giovanni, Sergente Maggiore, fu mandato con i suoi Alpini a costruire la strada militare che ancora oggi collega Alagna Valsesia e Macugnaga. Al nonno piacque Alagna e dopo la seconda guerra mondiale costruì un piccolo chalet di vacanza che è ancora lì. La prima volta che i miei genitori mi portarono ai piedi del Monte Rosa, ad Alagna, avevo 40 giorni. Direi che in Montagna ci vado da sempre…. 🙂

In una frazione vicino alla nostra viveva un anziano signore, curvo sotto il peso degli anni. Era un buon amico del nonno e si chiamava Guglielmo. Era una straordinaria Guida Alpina e aveva fatto negli anni 20 e 30 cose incredibili sulle pareti del Rosa. Io trascorrevo intere serate a bocca aperta ad ascoltare i racconti del nonno e “del Guglielmo”. Ho iniziato con le classiche gite da bambini con il nonno, poi ho continuato con cose più impegnative con mio padre e poi, a dieci anni, sono salito per la prima volta alla Capanna Margherita a 4.554 metri sul Rosa. Da quel momento, il blu del cielo e il bianco abbagliante del ghiaccio non mi hanno più lasciato. Non mi sono più fermato. Salivo oltre i 4000 con chiunque mi volesse portare: Don Carlo, il parroco di Alagna che, ricalcando le orme del suo predecessore Don Gnifetti, accompagnava noi ragazzi alla Margherita “Si ma in giornata neh, perché alle 17.30 ho la Messa in paese” e ci tirava il collo… Sarà forse lì che ho cominciato ad andare forte? Poi Emilio Detomasi, Guida Alpina di Alagna, che mi ha insegnato tutto sulla Montagna e sul rispetto che le dobbiamo. E infine da solo o con amici.

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Che discipline pratichi?
Principalmente Alpinismo d’alta quota: prediligo neve e ghiaccio, misto e creste innevate. Sci alpinismo e cascate. Arrampico poco e male: purtroppo non ho avuto “compagnie” di arrampicatori, quindi diciamo che mi sono specializzato in ciò che si può fare anche da soli, cioè Alpinismo d’alta quota.

Quali sono stati i tuoi più grandi exploit?
Sono sempre stato un alpinista “veloce” e un po’ sul serio, un po’ per gioco, nel 2008 sono stato tirato dentro una performance sul Rosa. Così ho cominciato ed è nato anche il progetto Running7Summits

Comunque direi che le mie performance più importanti potrebbero essere queste:
2008 – Dieci 4000 nel massiccio del Rosa saliti in 9h e 20 min
2009 – Ho partecipato, primo e unico italiano alla Elbrus Race, gara di velocità in vetta al Mt. Elbrus (5.642). L’ho conclusa piazzandomi 5°, battendo il tempo del secondo classificato dell’anno prima e stabilendo un record “italiano” tutt’ora imbattuto: 3h e 08 min
Nel 2011 ho stabilito il primo record di velocità in invernale sul Mt. Kosciuszko (2.228), la vetta più alta dell’Australia. Nello stesso anno, per celebrare i 150 anni dell’Italia unita, ho salito nello stesso giorno il Mt. Bianco e l’Etna, impiegando, in totale 14h e 15 min.
Nel 2015 in Papua Nuova Guinea ho stabilito il primo record di velocità sul Mt. Wilhelm (4.509) vetta più alta dell’Oceania con 2h e 05 min di salita.

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Cosa trovi in montagna?
In Montagna trovo il vero me stesso. Trovo la sfida primordiale con gli elementi, la mia forza fisica e mentale che si rapporta all’immensa potenza della natura. Sento ogni mio muscolo, sento l’aria fine che mi riempie i polmoni, sento il cuore che diventa una palla di fuoco nel petto. Il tutto per arrivare là, dove solo pochi giungono. In vetta trovo ammirazione, spesso fino alle lacrime, per la bellezza del creato.

Qual’è il tuo grande progetto?
Il mio progetto alpinistico, al quale sto lavorando da sette anni, si chiama RUNNING7SUMMITS e consiste nel salire le vette più alte di tutti i continenti il più velocemente possibile, direttamente dal campo base alla vetta, senza aiuto esterno, senza ossigeno e senza sci.
Le vette comprese nel circuito sono sette (Elbrus, Kilimanjaro, Carstensz, Aconcagua, Denali, Vinson ed Everest), ma a seconda delle diverse interpretazioni geografiche se ne aggiungono altre (Bianco, Kosciuszko, Wilhelm e Aoraki). Io intendo salirle tutte, quindi al termine del mio progetto sarò il primo alpinista ad aver salito in velocità tutte le vette più alte di tutti i continenti secondo tutte le interpretazioni geografiche possibili.

Prossima esperienza-progetto?
A Novembre partirò per una spedizione in cui tenterò la salita veloce della Piramide Carstensz (4.884) in Papua Indonesia e, se possibile grazie a nuove sponsorizzazioni, al Mt. Aoraki (3.753) in Nuova Zelanda. Se riuscirò in entrambe le salite, diventerò l’alpinista più veloce dell’Oceania.

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Come ti alleni? Quanto?
Quando non sto preparando una spedizione mi alleno 5gg a settimana suddivisi in corsa di mantenimento, pesi in palestra e Kickboxing, con uno/due allenamenti al giorno.
La preparazione per le mie spedizioni invece dura circa cinque mesi, durante i quali mi alleno 6gg a settimana con due allenamenti al giorno, suddivisi in corsa, pesi, Boulder in palestra e Kick, con un’uscita in alta quota almeno una volta la settimana.

Sei una guida Ksailas: cosa trova la gente che conduci?
…Be’ dovresti chiederlo ai Clienti Kailas che hanno fatto un’esperienza con me: io spero (e credo) che con me i Clienti Kailas trovino una Guida preparata, che sa trasmettere l’amore per la bellezza del creato e per la vita. E perché no, magari anche un amico divertente con il quale fare esperienze in natura!

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Cosa diresti a un ragazzo che si avvicina alla montagna?
Gli direi di avere rispetto per la Montagna, perché Lei esisteva prima di noi e continuerà a esistere anche dopo di noi. Gli direi di rispettarla perchè è sempre e solo la Montagna che dà il permesso a noi piccoli uomini di salirla. Gli direi anche di non aver paura della solitudine: andare in montagna è fatica e sofferenza, ripagate da quei pochi minuti in vetta che solo chi conosce l’Alpinismo può capire. Non tutti se la sentono di affrontare sofferenza e fatica: non tutti capiscono. Ma tra molti e molti anni, quando quel ragazzo sarà vecchio e seduto sul dondolo, avrà così tante cose da raccontare ai suoi nipoti… Gli altri, cosa racconteranno?

Che rapporto hai con la natura?
Di grande rispetto. Quando sono in ambiente cerco di muovermi in modo che il mio impatto sia il minore possibile. A volte, sul ghiacciaio, mi capita di pensare che i nostri ramponi e le nostre piccozze diano fastidio alla Montagna, con tutte quelle punte…

Prossima esperienza a lungo termine?
I Confini del Mondo ed Il Tetto del Mondo: Mt.Vinson in Antartide ed Everest.

Christian Roccati
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