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7 Maggio 2018

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Marco Camandona e Francois Cazzanelli soccorrono uno sherpa sull’Everest

Everest 2018. Foto: Marco Camandona

Lo sherpa, colpito da edema, è stato recuperato dai due alpinisti valdostani a 7.400 metri di quota

Gli alpinisti valdostani Marco Camandona e François Cazzanelli, attualmente in Himalaya,  sono stati protagonisti di un soccorso ‘estremo’ sul Monte Everest, in Nepal.

Sono saliti fino a 7.400 metri di quota per recuperare uno sherpa colpito da edema polmonare.

“Purtroppo, nonostante tutte le precauzioni e il training di acclimatamento – scrive Camandona su facebook –  può succedere l’imprevisto di andare in edema polmonare dopo essere stati a 8000 metri al Colle Sud dell’Everest. Passag Sherpa è stato male dopo aver portato un carico di materiale ed è stato soccorso da me e François Cazzanelli a 7400mt. Poi grazie anche all’aiuto dei suoi compagni, tra cui Ramesh Sherpa, è stato accompagnato al Campo 2 ed oggi elitrasportato a Lukla.
Noi tutto bene! La spedizione continua!”

Il progetto di Marco Camandona  e François Cazzanelli: Everest&Lhotse 2018

Fonte: Marco Camandona

Con il progetto Everest 2018, Camandona ha l’obbiettivo di raggiungere, attraverso la parete Sud (versante nepalese), la vetta dell’Everest (8.848 m).
Camandona, accompagna l’amico-cliente Maurizio Cheli, astronauta, pilota e appassionato di montagna. Con loro, ci sono anche il compagno di tante avventure di Camandona, la guida alpina e alpinista di fama mondiale François Cazzanelli e il suo cliente Sergio Cirio.
Il secondo obiettivo del progetto, dopo la salita  dell’Everest, è la scalata del Lhotse (8.516 m), sempre senza l’ausilio di ossigeno supplementare. Un progetto sicuramente molto ambizioso che  condividerà con François.Oltre al progetto alpinistico vi è quello sociale. Rientrati dalla spedizione trascorreranno un periodo a SH. Sanonani Onlus un progetto recente, nato per aiutare i bimbi del Nepal.
“Sano Nani significa “piccolo bambino” – scrive Camandona – ed è proprio per loro che abbiamo ristrutturato una casa danneggiata dal terribile terremoto che può ospitare sino a 25 bambini.”