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14 Giugno 2016

Marocco avventura: tappa esplorativa 2 di 3

Marocco… Qualsiasi cosa io possa scrivere, non renderebbe l’idea di ciò che provo.
Qualsiasi parola io utilizzi, la più suggestiva, anche fosse la più illusoria, non potrebbe descrivere il tripudio di colori di questo grande paese, dipinto retoricamente sempre e solo con un un monocromatico arancione.

…sarà forse vero… l’Irlanda è anche verde, la Croazia anche blu, l’Islanda anche bianca.
Il Marocco è anche arancione, ma non solo. L’unico monocromatismo assoluto, me la son portato da casa, con la mia t shirt Kailas. Ci son così tanti frammenti variopinti da colmare il deserto: è innumerevole persino la moltitudine di scelte che mi si presentano.

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Ho percorso questa strada con degli amici, per star bene con loro, per esplorare e progettare nuovi viaggi e così è stato; presto li proporrò, ma non ancora, non ancora. Adesso devono decantare in me, come un buon vino dal sapore forte.

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Ci sono così tanti elementi che vorrei mostrare alle persone che conduco: come fare?
Ho pensato semplicemente a differenziare i viaggi che costruisco, sulla base di ciò che gli appassionati desiderano. Un po’ come quando scrivo un libro suddiviso in racconti: i lettori arbitrariamente scelgono quali leggere a seconda del titolo che li ispira.

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Ho considerato innazitutto un viaggio “meditativo”… per chi vuole prendere tempo per conoscere un mondo fuori dal classico, costituito da sguardi e pensieri. Escursioni alle pendici di pareti di granito o di quarzite, coccolati dal profumo del timo che i pastori raccolgono e trasportano a dorso d’asino. Fermi ad ascoltar letture, accarezzati dal vento tiepido, di fronte al deserto roccioso, sorseggiando tisane calde dal sapore ancestrale.

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Notti nelle casbah fortificate, nate un tempo per difendere le fonti d’acqua, oggi paradiso per conoscere gente d’ogni nazionalità, tra artisti, scalatori, avventurieri, pensatori… di fronte a buon cibo.

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Ho pensato anche a un viaggio differente: una seconda tipologia, un viaggio turistico-escursionistico che preveda dapprima un lungo anello caratterizzato da notti sotto le stelle, sul tetto delle piccole case, ad ascoltare i racconti dei valligiani, gli stessi che di giorno si trasformano in guide escursionistiche. Un esperienza magica sulle antiche mulattiere, ora quasi inghiottite dal deserto, visibili solo nei pressi delle oasi.

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Il cammino sarà alternato alla visita delle pareti e il racconto delle storie degli avventurieri che le hanno affrontate… ma siamo all’oggi… e… oggi… chi vuole scalare ed è in grado di farlo avrà pomeriggi liberi per arrampicare al fresco, all’ombra delle rocce o delle palme.

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Nella mia idea non mancano le visite nei dispersi mercati locali, in cui si trovano ricordi materializzati. Adoro trattare con i Marocchini, gente dal sorriso caldo, il cuore grande, occhi profondi e scuri. A casa loro, nel niente di pietra, riempito del tutto, sorseggiando il te alla menta, trovo oggetti d’ogni sorta. Quando ritorno alla mia dimora essi coprono lacune che non sapevo di avere, ritrovando il loro posto, come fossero sempre stati lì.

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Una terza tipologia di viaggio sarà quella destinata specificatamente agli scalatori. Ho arrampicato in Marocco nel pieno della mia convalescenza, dopo essermi fatto male seriamente a un’articolazione. Il veto del medico mi obbligava a star fermo per altri 4 mesi e potevo usare realmente soltanto un arto superiore tra i due, per giunta il sinistro… e mi sono divertito moltissimo comunque. Sembra che questo luogo sia nato apposta per chi ama la scalata.

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Il mio progetto è molto semplice: un giorno di trasporto in cammello per raggiungere un villaggio sperduto tra pareti calcaree quasi intonse per viver una settimana in un piccolo paradiso, molto lontano da qualsiasi rotta commerciale. Arrampicata sportiva per chi lo desidera e due guide che cucinano per gli astanti la sera… e, non da poco, acqua potabile tutto il giorno, senza nessun rischio di malessere.

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Immagino i giorni a sfidare l’aria sulla punta dei millimetri e la notte attorno al fuoco, a raccontare o ascoltare storie di vita e pareti, alla ricerca del muro perfetto.

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Ascoltai un pensiero un tempo e ne scrissi anche su un libro, mi torna in mente ora. Gli arrampicatori vanno alla ricerca della parete perfetta e, quando la trovano, scoprono che potrebbe esisterne una ancora migliore. Dato che ci sarà sempre una parete “più perfetta“, essi scaleranno per sempre.

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Un ultima idea sarà anche la prima che proporrò, la quarta tipologia di viaggio: il progetto avventura.

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Ho creato un percorso che inizia nel deserto del Sahara, tra città fortificate, antichi mercati e le dune più alte che esistano.

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…raggiunge le gole di Todra, per chi vuole camminare e che lasci spazio anche per chi voglia scalare, in maniera trad. o sportivamente.

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Un percorso che permetta l’ascesa del Toubkal, la montagna più alta della catena dell’Atlante, del Marocco, dell’intero nord Africa, a più di 4000 metri su difficoltà “escursionistiche”.

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Ho sognato in molti modi, non riesco a smettere…

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…poi mi sono chiesto: perché mai dovrei smettere?

Christian Roccati
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