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19 Giugno 2024

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Monte Bianco: prima discesa con gli sci di ‘The Missing Link’ sulla Brenva (collegamento delle vie Poire-Major-Sentinella)

Prima discesa con gli sci di ‘The Missing Link’, (collegamento Poire, Major, Sentinella) sulla Brenva, Monte Bianco, giugno 2024. ©Ross Hewitt/instagram

Impresa ‘grandiosa’ di Ross Hewitt, Nico Borgeot e Gaspard Buro

Il britannico Ross Hewitt e i francesi Nico Borgeot e Gaspard Buro hanno effettuato la prima discesa con gli sci della ripida ed enorme  parete della Brenva sul versante italiano del Monte Bianco,  collegando tre celebri vie: Poire-Major-Sentinella.

“Abbiamo lasciato il Rifugio Cosmiques prima dell’una di notte e faceva un freddo eccezionale, c’era vento e sono sceso dal Col de la Brenva con piumino, occhiali, guanti e scalda scarponi al massimo”, scrive Hewitt.

La nuova linea, battezzata “The Missing Link” o “Anello Mancante” in italiano, parte dalla Poire (via Comino-Grassi del 1979 sciata per la prima volta nel 2020 dalla guida italiana Edmond Joyeusaz). Durante la discesa la squadra ha raggiunto il seracco de La Poire ma poi ha tagliato in diagonale la parete, traversando verso sinistra, per poi congiungersi alla via Major (Graham Brown-Smythe, 1928) e poi alla Sentinella (Graham Brown -Smythe, 1928). I tre hanno effettuato solo una discesa in corda doppia di 60 metri.

Hewitt sognava di realizzare questa impresa da dieci anni; gli è sembrata possibile solo quando ha individuato un couloir nascosto che collegava la Poire alla Major.  Il progetto era rimasto in sospeso per la pericolosità della discesa, esposta ai seracchi. Necessitavano condizioni ottimali: non troppo ghiaccio, neve molto stabile e sufficiente innevamento per rendere la linea sciabile. Una combinazione rara da trovare, come ha riferito Nicolas Borgeot a  Montagnes Magazine.

Hewitt ha descritto così la discesa:

“Grandiosa, su una scala impossibile da definire con parole semplici. Giganteschi nevai, torri di ghiaccio come grattacieli, fasce di granito dorato e 1.300 metri di abisso sotto i nostri piedi. Come il Grand Canyon ma più immenso, forse più simile ai giganti dell’Himalaya. Un’avventura intensa, tremendamente intimidatoria, totalizzante e assolutamente brillante”.

 

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