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19 Gennaio 2017

Cultura · Insight

E’ MORTO SPIRO DALLA PORTA XYDIAS, “L’ULTIMO DEI ROMANTICI”

Spiro Dalla Porta Xydias

Avrebbe compiuto 100 anni il prossimo 21 febbraio: nelle sue parole l’ascesa diventava ascesi.

E’ morto ieri sera a Trieste sfiorando i 100 anni di età, Spiro Dalla Porta Xydias, nato a Losanna il 21 febbraio 1917.

Mi risulta difficile scriverne, per la commozione e la profonda amicizia che ci legava, ma sono sicuro che è un sentimento comune alle molte persone che nella sua lunga vita hanno avuto l’opportunità di incontrarlo e magari di fare un tratto di cammino con lui: magari una scalata, magari un’appassionata conferenza, alcuni di noi firmando insieme a due mani uno dei più di 60 titoli da lui pubblicati nella sua prolifica esperienza di scrittore.

Mi risulta difficile parlarne perché qualsiasi ritratto sarebbe riduttivo: uomo eclettico e instancabile, definito – nel titolo della biografia che scrissi su di lui nel 2006 per la Nuovi Sentieri – “l’ultimo dei romantici”. Certamente è stato un esponente di quella visione romantica dei Monti Alti, di quella passione che dava il massimo della sua espressione nei toni più drammatici del confronto con la natura, con le asperità delle altezze e della vita. Ma è stato anche molto altro, ed ha saputo andare ben oltre la visione romantica, per approdare pienamente, in particolare negli ultimi due decenni della sua vita, al concetto profondo di una ricerca interiore dell’Assoluto, di una “ascesa che si fa ascesi”.

Spiro Dalla Porta Xydias è stato protagonista dell’arrampicata in Dolomiti (107 prime vie), legando in particolare il suo nome alle prime da lui compiute sul Campanile di Val Montanaia (invernale sugli Strapiombi Nord e parete Est), la guglia poi diventata simbolo metafisico della sua ricerca, ma facendo anche dell’alpinismo esplorativo europeo negli anni ’60, in Grecia e in Norvegia in particolare, con Sergio De Infanti. Ha fondato il Soccorso Alpino Nazionale a Trieste, era Socio Onorario e Accademico del Club Alpino Italiano, è stato per trent’anni Presidente del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna, compito al quale teneva forse più di ogni cosa. Ha pubblicato come detto oltre sessanta titoli, che spaziano dai temi autobiografici alle monografie sui grandi dell’alpinismo, dalla narrativa, alla poesia, fino ai temi metafisici più impegnati e ispirati. Ma è stato anche uomo di teatro, regista, fondatore nell’immediato dopoguerra della Compagnia Stabile di Trieste, dirigendo attori come Paola Borboni, Edgardo Siroli, Gian Maria Volontà. Innumerevoli i riconoscimenti ricevuti, di cui basta ricordare solo l’ultimo in ordine di tempo, nel 2014, il premio “Honoris Causa” Gambrinus Giuseppe Mazzotti, insieme all’amico alpinista Armando Aste.

Certo chi lo conosceva bene ne conosceva anche il carattere per niente morbido, sempre pronto a difendere a volte anche con veemenza le proprie posizioni, ma sapeva farsi apprezzare per la sua profonda coerenza, e sapeva coltivare l’Amicizia anche oltre l’apparente separazione delle diverse età e generazioni.

Come MountainBlog lo abbiamo incontrato, l’ho intervistato, molte volte, e invitato a fare parte dei nostri blogger, cogliendo la sua inusitata capacità di affrontare internet e le nuove tecnologie nonostante appartenesse ad una generazione ben lontana da tutto ciò. Delle tante interviste, mi piace qui riproporne due, la prima del 2012 – al 60° Trento Film Festival – la seconda realizzata a casa sua a Trieste, 3 anni fa.

Ciao Spiro.

Andrea Bianchi – MountainBlog