Il padre di Shehroze: “Ho appena appreso che l’esercito pakistano recupererà Shehroze e Fazal Ali da o sotto Campo 2 e li porterà a Skardu”
Sul Nanga Parbat è tornato il bel tempo e le cose sembrano migliorare per Shehroze Kashif e Fazal Ali, che continuano a scendere con le proprie forze verso il campo base del Nanga Parbat.
Kashif Salman ha lanciato l’appello per il salvataggio del figlio, ieri 6 luglio, attraverso un video pubblicato sui social, in cui diceva che Kashif e Fazal erano bloccati a 7.350 metri.
Shehroze e Fazal hanno passato la notte del 5 luglio all’aperto, ma poi sono scesi al Campo 3 da soli. “Gli alpinisti italiani e altri che li hanno osservati con il binocolo hanno riferito che camminavano normalmente ed erano in forma, quindi presumo fossero solo stanchi, abbiano trascorso la giornata al Campo 3 idratandosi e raccogliendo energie, e oggi stiano continuando a scendere”, afferma Salman a ExWeb.
“Shehroze non ha con sé alcun dispositivo [di comunicazione funzionante] e sicuramente non ha idea di cosa stia succedendo! Non è bloccato – continua Salman – Gli elicotteri potrebbero volare e prelevare mio figlio, il che sarebbe d’aiuto perché in questo modo saremmo in grado di tornare in aereo invece di guidare fino a Chilas, ma non si tratterebbe di un salvataggio”.
Secondo Kashif Salman non si tratterebbe di un salvataggio, poichè non è stato richiesto direttamente dagli scalatori, ma di un favore.
“Per la maggior parte degli osservatori, si tratta di un’operazione di salvataggio – commenta ExWeb – che sarà registrata come tale nel registro delle missioni dell’aviazione militare… Non è chiaro chi dovrà pagare il conto, le operazioni di soccorso in Pakistan non sono gratuite.”
Ricordiamo che Gelje Sherpa ha interrotto la sua spedizione al K2 e poi al Broad Peak, insieme ad Adriana Brownlee, per andare in aiuto dei due pakistani.