
Simone Moro al Nanga Parbat in inverno. Fonte: Desnivel
Simone Moro parla della scomparsa di Daniele Nardi e Tom Ballard sul Nanga Parbat
In un’ intervista rilasciata a Dario Rodriguez (Desnivel), Simone Moro si è espresso sulla scomparsa di Tom Ballard e Daniele Nardi sul Nanga Parbat.
L’alpinista bergamasco si rivolge ai giovani scalatori per far capire che ci sono due modi di fare alpinismo: scegliere una via difficile o una via pericolosa. Secondo lui, il percorso scelto da Daniele Nardi e Tom Ballard sul Nanga Parbat presentava troppi rischi.
Consapevole delle polemiche che solleveranno le sue parole, Moro si espone con sincerità per impedire ai giovani di commettere un errore che può essere fatale: un alpinista deve basare le sue decisioni sulla difficoltà e non sul rischio.
Moro, una delle voci più autorevoli dell’alpinismo internazionale, è autore di quattro prime salite invernali sugli Ottomila: Shisha Pangma (2005, con Piotr Morawski), Makalu (2009, con Denis Urubko), Gasherbrum II (2011, con Denis Urubko e Cory Richards) e Nanga Parbat (2016, con Álex Txikon e Ali Sadpara).
“È stata la sfortuna combinata alla decisione di provare una via molto pericolosa”
Cosa ne pensi dell’incidente di Daniele Nardi e Tom Ballard?
È un argomento delicato, credo di essere uno dei pochi a dire quello che penso e non quello che è più conveniente. Cosa è successo: credo si possa riassumere in sfortuna combinata alla decisione di tentare una via molto pericolosa. Non voglio essere irrispettoso con le famiglie, ma non possiamo difendere categoricamente gli scalatori senza aprire gli occhi. Devi conoscere le condizioni della montagna e quello che può accadere quando si tenta un percorso, altrimenti non saremmo onesti con i giovani alpinisti che in futuro potrebbero prendere la decisione di tentare un progetto simile.
Cosa vorresti che quei giovani comprendessero?
Vorrei che si capisse che ci sono due modi per realizzare un progetto: un percorso difficile o una via pericolosa. Sul Nanga, ad esempio, c’era la possibilità di fare una scalata storica come ho fatto con Alex Txikon e Ali Sadpara, o fare un percorso che nessuno è riuscito a scalare in 100 anni, perché molto più pericoloso.
Sono stato sotto il Nanga Parbat in quattro spedizioni e ho visto ogni giorno le valanghe che cadevano sullo Sperone Mummery … fa paura. Ecco perché non l’ho mai provato. Non è che io non abbia le capacità tecniche, ma essere travolto da una valanga è un prezzo troppo alto. Questo non significa che Daniele non sia un buon alpinista, ma lui e Tom hanno deciso di scalare una via consapevoli dell’alto rischio di morire. Sapevano che avrebbero fatto qualcosa che poteva essere mortale. Molto più che su altre vie.
E questo non fa parte del rischio dell’alpinismo?
Sì, sì… ma lo Sperone Mummery è un suicidio. Quando ho scalato il Nanga Parbat sapevo che c’era un rischio normale e calcolato. Ho scelto un percorso sicuro che molte persone hanno scalato. Dentro la mia testa non c’era l’idea di morire. Mi chiedo perché nessuno in 125 anni abbia mai provato il Mummery, solo Nardi. Per l’intera comunità alpinistica è più pericolo del normale, implica più rischi di quelli che gli scalatori accettano di prendersi.
Ha senso l’attuale operazione di salvataggio?
Sono preoccupato per Alex e Ali perché quello che stanno facendo non è solo guardare attraverso il binocolo o dall’elicottero. Ora camminano e scalano la montagna. Il rischio che si stanno assumendo è piuttosto alto. E’ evidente che i corpi saranno sepolti sotto un milione di metri cubi di ghiaccio; con le valanghe, cadono blocchi di ghiaccio e neve che pesano tonnellate.
Rispetto molto a quello che stanno facendo Alex e Ali, l’importante è comprendere il rischio delle ricerche, la norma è non rischiare la vita di altre persone nella ricerca di coloro che hanno perso la vita. A questo punto non si tratta più di cercare i vivi o dispersi. Per me, bisogna utilizzare droni e gli elicotteri. Non inviare persone.
“Ci sono molte persone che mi insultano perché sto parlando con sincerità”
Sono parole dure.
Lo capisco e fa male perché molte persone mi hanno scritto cose molto brutte perché sto parlando con sincerità, senza mentire. Non difenderò gli alpinisti in modo corporativo, quello che farò è dire la verità. E lo ripeterò: perché in tutto questo tempo nessuno ha scalato o tentato lo Sperone Mummery in 125 anni? Perché è evidente a tutti che il pericolo è molto più alto del solito.
In questa tragedia c’è una famiglia, una moglie, un figlio di sei mesi che piangono e soffrono molto. Soffro anch’ io, ultimamente molti alpinisti sono morti e le persone pensano che gli scalatori siano pazzi. Spero che questa tragedia serva per il futuro, che mio figlio e gli alpinisti che verranno tentino percorsi difficili, ma non percorsi mortali.
Nardi ci aveva provato più volte …
Perché Nardi, nei suoi cinque tentativi, è andato con cinque partner diversi? Perché nessuno voleva tornare, e questo significa che Daniele era innamorato di un’idea e che i suoi compagni non si innamoravano come lui.
Tom Ballard era un alpinista molto giovane, forse aveva poca esperienza in Himalaya, anche se era molto forte.
Sì, era molto forte. E’ un peccato che la prima volta che è andato in Himalaya sia anche stata l’ultima.
In effetti, l’alpinista pakistano che li accompagnava non voleva nemmeno tornare.
Se un esperto pakistano ti dice che non vuole morire, che cosa significa? Non lo dice perché è un progetto estremo o perchè fa molto freddo, ma semplicemente perché non vuole morire. Ecco perché non capisco molti commenti feroci contro di me. Penso che sia utile analizzare l’opinione delle persone che sono state sotto il Nanga Parbat un sacco di volte. Reinhold Messner ha scritto nella Gazzetta alcuni giorni fa che è stato un suicidio. Ho scritto la stessa cosa, molte persone mi hanno chiamato e confessato che anche loro pensano la stessa cosa, ma la differenza è che io lo dico e gli altri lo pensano
Ora dobbiamo prendere le distanze dai social network, in cui molte persone che non conoscono questo sport esprimono un’opinione
Esattamente, sono le persone che scrivono solo perché hanno la possibilità e la libertà di scrivere, ma non sanno nulla. Se dici che è una via suicida, pensano che sei una persona cattiva, che hai una rivalità con Nardi…. No, non è così. Fa molto male che sia scomparso, anche perché ha un figlio di sei mesi, una donna che non avrà più suo marito. È una tragedia personale, non sono insensibile; ma posso dichiarare che quello che è successo è sfortuna combinata con una azione ad alto rischio. È una via davvero impossibile.
In che misura i soccorsi hanno senso? È evidente che non ci sono molte possibilità e, tuttavia, si spendono molti soldi e si rischia la vita …
Ci sono sempre persone che insistono nel continuare i salvataggi con una specie di speranza impossibile. Ho parlato con la ragazza di Tom e lei mi ha detto che era chiaro che non sarebbe tornato. Mettere altre persone a rischio non è ciò che dovrebbe essere fatto. Se vuoi, puoi continuare con gli elicotteri e i droni, ma non mandare persone. Sono sotto milioni di tonnellate di ghiaccio, è impossibile.
Inoltre, in Pakistan ci sono sempre molti problemi con gli elicotteri perché dipendono dall’esercito, è tutto molto lento e costoso. C’è molta burocrazia…
Devo ammettere che gli elicotteri Pakistani hanno volato in condizioni molto difficili. Come pilota di elicottero, sono rimasto positivamente sorpreso dal livello dei piloti che volavano in tra la nebbia.
Qual è la differenza con i droni?
I droni possono arrivare r fino a un metro dalla tenda e può “guardare” se sono all’interno, se cade qualcosa, … con un elicottero non ci si può avvicinare alle tende, ma si può vedere molto di più. Dopo il secondo volo in elicottero di Alex e Ali, che ha hanno raggiunto gli oltre 7.000 metri di quota in una giornata di bel tempo, si è capito che Daniele e Tom erano morti ed erano stati sepolti dalla neve.
In queste situazioni dovrebbero esserci persone con esperienza di consulenza alle famiglie.
Naturalmente, spiegando che quello che sto dicendo non significa che io non abbia sensibilità. È importante spiegare alla famiglia che la decisione di mandare altre persone a cercarli non è giusta, che nessun altro deve morire . L’unica possibilità ora è il salvataggio in aereo, non mandare persone così in alto in un’area così pericolosa. Non sono scomparsi 24 ore fa, stiamo parlando di dieci giorni.
Dovremmo limitare il crowdfunding?
La mia idea è che il denaro possa essere destinato ad aiutare le famiglie o per un progetto di solidarietà.
Sembra ci sia una maledizione sul Nanga Parbat… L’anno scorso sulla montagna ha perso la vita Tomaz Mackiewicz, ora Daniele …
È una riflessione molto delicata. Penso che i due siano morti per un’ambizione cieca… Nel caso di Tomek, credo non avesse la preparazione fisica per farlo. Nel caso di Daniele, non è stato saggio tentare un percorso già provato quattro volte .. E’ un rischio troppo alto
Ma chi sono i “giovani” a cui si rivolge Simone Moro? Davvero quest’ultimi hanno bisogno di queste parole, tanto vere quanto ovvie, per ispirarsi e quindi a compiere le prossime scalate? Grazie Simone per averci ricordato la differenza tra una via difficile ed una via pericolosa, ma vorrei ricordarti – come anche trapela dalle tue parole – che esiste la possibilità che qualcuno voglia perseguire l’impresa della vita, e di lasciare un impatto nella storia dell’alpinismo, mettendo anche in conto di perderla, la vita stessa.
i giovani a cui si riferisce probabilmente sono gente come alex honnold che prende alla lettera le parole di moro scalando 900 metri di parete in free solo.. con un passaggio in 7c che con tutto rispetto ma se moro lo prova 5 volte vola tutte e 5… sinceramente parole inutili le sue in questo caso… ma davvero inutili.. nel 1900 scalare l’everest d’estate per la via normale era considerato un suicidio tanto che mallory perse la vita inseguendo questo sogno… oggi invece è considerata la via normale e la scendono con gli sci… cioè tra 100 anni probabile lo sperone mummery lo scendereanno in snowboard… ma chi sei tu per dire quel sogno che avevi in testa , non era realizzabile? e poi a 6500 metri nardi aveva quasi valicato lo sperone praticamente..
MMMM….Forse NON sai che….Moro ha chiodato e scalato vie che nemmeno ti sogni…vieni a vedere a Bergamo, a Cornalba, e prova a fare qualche via di Moro!!! 😉 vieni a provare cosa arrampicava su roccia, si parla di gradi attorno all’ 8B!!
Altro che 7C karate kick come tecnica…quello era solo folle perchè slegato.
Probabilmente potresti capire meglio il discorso di Moro facendo un paragone con il film di honnold che avrai da poco visto… Quello che intende Moro è che: per entrare nella storia con un impresa, invece di tentare El Capitan in Free Solo come Honnold, che ha passaggi solo al settimo grado ma rischio di morire elevatissimo, sarebbe più saggio tentare di aprire una nuova via lunga, magari di grado 9 e iper tecnica, ma usando la corda e con rischio di morire quasi nullo.
In entrambi i casi hai fatto la tua impresa storica, in entrambi potevano occorrere incidenti mortali, ma in una delle due il rischio superava di gran lunga il premio in palio. Honnold viene celebrato perchè la sua impresa era cosi rischiosa da superare qualsiasi senso logico comune. Per questo ha colpito anche chi non conosce il mondo della roccia. MA, SE QUEL GIORNO, Honnold fosse scivolato… gli stessi soliti discorsi si sprecherebbero per lui. Moro dice semplicemente, usate la testa, perchè le grandi imprese non possono avere rischi più grandi delle stesse. Poi ognuno agisce come vuole! Io personalmente preferisco pensare come Moro, con il cervello! peace!
certo perche salire la sud dell’annapurna attraverso una via nuova d’inverno è da saggi , pretica bene e razzola male… il sig moro, cosa che poi è riuscita a steck attraverso non poche difficoltà e rischi e non in invernale sottolineo. rispetto il tuo pensiero ma per me il mondo ha bisogno di gente come nardi e steck… che sognano talmente tanto da convincersi che quella cosa indicata come impossibile è possibile !! sperando che la fortuna li assista sempre…poi se vuoi diventare il miglior alpinista del mondo allora devi seguire le orme di messner… che fanno del rischio un elemento fondamentale da tener sempre conto per portare al successo i propri obiettivi.. ma se vuoi dare una svolta per l’umanità bisogna avere gente come nardi, steck ,potter, kukuczka, copp …
Paragonare Ueli Steck a Daniele Nardi e’ semplicemente assurdo e riflette l’ignoranza delle persone e la superficialita’ delle riflessioni fatte. Il primo, un grande professionista, fortissimo tecnicamente, che e’ semplicemente andato oltre il limite. Il secondo, pur non volendo mancare di rispetto per una persona che non c’ e’ piu’, di alpinista aveva ben poco. Di montagna ne conosceva ancor meno. Un video-maker magari, un grande regista forse, ma certo non un alpinista. Chi scrive ha fatto la formazione per diventare Guida Alpina fino ad aspirante, per poi dover smettere per priorita’ di famiglia.
misa che io e te non parliamo la stessa lingua o hai qualche difficoltà di comprensione:
GENIA ! non sto paragonando Ueli steck a daniele nardi , ma il modo di sognare che li accomunava !! daniele Nardi non era tanto differente dal modo di sognare di steck , nardi sognava un’impresa storica ueli steck ancora più storica (concatenamento everest lhotse e secondo messner stava concatenando anche il nuptse).. raffaella se Nardi non ne capiva niente io penso che te il massimo a cui puoi ambire è la sfilata sul bagnasciuga a giugno.. Irrispettosa superficiale e becera in materia! vatti a leggere il bellissimo post del meteorologo presente alla spedizione “Filippo thiery su facebook” che ha anche guidato i soccorsi e poi vatti a sciacquare la bocca, PUR NON VOLENDO MANCARE DI RISPETTO STAI MANCANDO DI RISPETTO, altro che impreparato e spericolato… Nardi lo descrive come un tipo molto meticoloso attento ai dettagli e se qualcosa di lieve era fuori posto la rinuncia era la prima scelta nella sua testa! a valore di ciò non è stata una valanga a portarseli via ma un’errore umano (come steck). PERSONALMENTE AVENDO CONOSCIUTO NARDI di persona e condiviso trekking e arrampicate con lui ti stai sbagliando di grosso! aveva una conoscenza tecnica sull’arrampicata da vero professionista con molta attenzione più alle manovre di soccorso in parete che a salire un 8b..POSSO ORGOGLIOSAMENTE DIRE ERA UN PROFESSIONISTA. NON UN SANTO MA UN ALPINISTA PROFESSIONISTA!
Scusa Raffaella, perche dici che di alpinista aveva ben poco? Cosa si deve fare per diventare alpinisti? Te lo chiede uno che di mestire fa il chimico ed in montagna a giocare ci va nei fine di settimana, ovviamente sono ad un livello più che amatoriale. Io di sicuro non lo sono.
Daniele aveva realizzato ascensioni su varie montagne e diversi 8000, aperto vie, fatto diversi tentativi al Nanga, in sostanza questo fanno gli alpinisti, Daniele era un Alpinista.
Quello che hai detto è triste e davvero poco rispettoso. Mi dipiace.
completamente in disaccordo sulle tue idee, premesso che basta un colpo di sfiga per passare al di là e a quello non ci puoi fare niente, preferisco chi sa rinunciare anche a 1 metro dall’obiettivo piuttosto che fare la roulette russa per essere il migliore, e Honnold stesso ti direbbe chi se ne frega del curriculum
si stai tentando di sminuire honnold facendo passare il passaggio 7C karate kick come una baggianata? no cosi tanto per farti presente che con la corda la sua via in libera più difficile è stata un 8c+ tanto per dire…
Tutti alpinisti qui, ma chiaramente nessuno sa la differenza tra rischio casuale e causale. Il secondo lo puoi controllare e minimizzare, il primo no. Ci sono aspetti su cui c’è poco controllo, quello è il rischio inutile a cui si riferisce Moro.
(e comunque calmini con le esternazioni da leoni della tastiera, dai…)
vai a leggere quest’articolo è inutile rispondervi:
https://pareti.it/quel-che-ce-dopo-nardi%E2%80%8B-e-ballard/?fbclid=IwAR3UAo0cKgsTGjvHyqoISBYcZylmZ7-rAIbGHBIybFceTMqcz4BkCEkkp_k
1) mi dai del voi?
2) “e’ inutile rispondervi” e’ una nota ammissione di mancanza di argomenti (che invece hai e comprendo)
3) non puoi non ammettere che la tua risposta che fa sembrare Moro un principiante sia una bella trollata. Capisco l’argomento di chi esalta il rischio tout-court, ma credo vada anche capito l’argomento di chi dice che esistono rischi calcolati e non (questo e’ un concetto che va ben oltre l’alpinismo, peraltro)
come già espresso se vuoi diventare l’alpinista più forte del mondo segui i consigli di moro e messner.. se vuoi dare progresso e una svolta al genere umano bisogna seguire il modo di pensiero di Nardi. penso sia chiaro e tondo !
I giovani sono coloro che scriveranno la storia dell’alpinismo di domani e SI, hanno assolutamente bisogno delle parole dei più grandi alpinisti delle generazioni precedenti, per poter muovere i passi nella direzione giusta, per poter superare i vecchi limiti e ribaltare le regole, senza però venir meno al principio numero uno dell’alpinismo: tornare a casa sani e salvi, sia che la vetta sia stata conquistata o meno. Simone non vuole solamente ricordare la differenza tra una via tecnica e una pericolosa, ma sottolinea che nell’alpinismo la guida deve essere il buonsenso e un’attenta valutazione del rischio. Figuriamoci se Moro non sa di cosa sta parlando! Lui si che è entrato nella storia dell’alpinismo, ma a differenza degli alpinisti “eroici” o ossessionati per una montagna, lui è anche l’alpinista che ha sempre un piano B, che è capace di ritirarsi da un impresa e che è sempre tornato a casa per raccontare le sue avventure. Usare il cervello, ragionare, valutare. Ascoltate Moro che sa cosa dice.
La moglie di Daniele dovrà imparare a vivere senza di lui.tu dovrai convivere con la tua arroganza e con la consapevolezza di aver scalato il nanga sulle spalle altrui.
Simone Moro non è arrogante. Ricordati che ha ricevuto una medaglia al valor civile per aver salvato un irlandese in Himalaya, inoltre è lui che ha messo in piedi un sistema civile di elisoccorso in Nepal e dintorni.
Infine il Nanga Parbat non lo ha scalato alle spalle di nessuno, prima di parlare ti consiglierei di leggere qualche libro e qualche relazione su di lui.
Se parlo è perché sono informato,non arrampico ma ho letto molto,tutto su moro,Messner e bonatti e molto di alpinismo himalayano.la mia è una semplice considerazione fatta dopo aver letto “nanga” appunto di Simone moro.non dare consigli non conosci le persone che scrivono.limitati a dire la tua,che comunque rispetto.
sei informato e non arrampico sono due cose che non vanno d’accorodo in questo discorso… prendi uno zaino, fai un 8000, e poi torna col permesso di giudicare
Se vuoi dibattere su quello che faccio e non faccio io fai pure,ma qui si discute e si esprimono le proprie opinioni sulla triste vicenda accaduta a Nardi e Ballard
Quindi per parlare di pittura o scultura si deve essere Michelangelo………
“Non arrampico ma ho letto molto.” Scusa se mi fermo qui, a costo di sembrare superficiale, ma questo commento è il migliore di tutti, grazie per la condivisione della tua visione. Visione forse un po arrogante… ma se hai letto tutto sull’alpinismo… hai letto tutto sul’alpinismo 😉 mitico buona serata
A quanto pare per scrivere su questo blog bisogna essere krakauer.ne prendo atto e rimango delle mie idee.buona arrampicata a tutti!!!complimenti all amministratore.
bravo hai letto il libro di Moro,senza sapere che ha comprato la cordata e la via che lo stesso Nardi aveva contribuito ad attrezzare. su Nardi e quello che ha fatto neppure una parola. non ha il coraggio di dire che gli ha messo contro gli altri di cordata perche’ non c era posto per 5 nel campo 3.
Fesserie
fesserie fino ad un certo punto! moro voleva pagare, cosi si toglieva ogni responsabilità morale.. Nardi non voleva soldi .. sono successe problematiche a causa di incidenti , moro non da fiducia a Nardi , Tamara idem , moro si ritira , screzi all’interno della spedizione Nardi , (secondo me) ad ali facevano gola i soldi di moro oltre che a scalare con un famoso alpinista a livello mediatico. ecco che l’anello più debole viene fatto fuori… per tutti i comportamenti negativi che ci sono stati da parte di Nardi per me ciò non giustifica una esclusione del genere.. alpinisti connazionali dovrebbero sempre aiutarsi.. tranne nel caso di violenti liti o perche si stanno davvero sul Ca… ma come insinua moro dopo il 2016 non c’è stato nessun risentimento ed erano in buoni rapporti… e allora dico ti è sembrata una cosa giusta fare una bastardata del genere?
R.i.P.
Uno sproloquio che si commenta da solo.
Le inutili opinioni di un finto esperto che cerca solo di far parlare di sé: è stato dimostrato oggi che non è stata una valanga a causare il decesso dei due alpinisti. Questo basta a capire quanto certe persone dovrebbero mantenere il silenzio in certe situazioni così delicate. Rispetto alla famiglia. Per favore, non adito a questa tipologia di persone.
Finto esperto Simone Moro? Allora finto esperto Messner?
SImone Moro un finto esperto. Bhe. Non fa una piega!
Finto esperto proprio no, non direi.
Falso esperto simone moro ti sei superato
La questione non è se è stata una valanga o no!
La questione è: l’alpinismo himalayano è già estremamente pericoloso di suo? bene, cerchiamo allora di fare comunque le più grandi imprese, ma senza aggiungere un enorme rischio (e lo dicono Messner e Moro) se si può evitare!!
Per quanto riguarda la famiglia…lo sapevano benissimo che stava andando a aprire una via nuova sulla montagna più letale del mondo…secondo te c’è bisogno di sottolineare rispetto alla famiglia? Per Moro in un intervista pubblica è d’obbligo…ma per te che commenti potresti benissimo evitare…. era per sua scelta sullo sperone Mummery, non gli è caduta una gru in testa mentre era in cantiere.
SE COME NO ! ANDATELO A DIRE AD ALEX HONNOLD , E POI SPESSO DIFFICILE E PERICOLOSO SONO DUE ATTRIBUTI DIRETTAMENTE PROPORZIONALI , SE AUMENTA L’UNO AUMENTA ANCHE L’ALTRO… ultimamente sta un pò toppando moro a fare questi discorsi abbastanza inutili su uno sport estremo come l’alpinismo
Honnold ha fatto una cosa difficilissima ma non pericolosa nel senso di cui si sta parlando, tutto è dipeso dalla sua tecnica e concentrazione, non c’erano fattori di rischio esterni, non c’erano scariche di sassi a caso che potevano ucciderlo. …
ma tu ti rendi conto di quello che stai dicendo? assurdo sei incommentabile!, cioè secondo la tua logica una arrampicata su una parete di 3000 piedi non è affetta da rischio di forza maggiore ? ma sei scemo ? nel video si vede addirittura un’uccello che a momenti gli sbatte mentre sta facendo pratica! una volata di vento forte improvvisa , un sasso che cade a causa di qualche animale (E CI SONO NON è CHE STAI ARRAMPICANDO SUL CEMENTO ARMATO tutto bello compatto ) ci sono mille fattori di rischio esterni… il cameraman che lo intralcia con la corda… stai insinuando che il mummery è la via più pericolosa mai esistita e che nardi è stato troppo spavaldo per farla ? ma fammi il favore. l’annapurna è piena di vie cosi ! e un paio sono state azzardate e salite!
vatti a leggere quest’articolo:
https://pareti.it/quel-che-ce-dopo-nardi%E2%80%8B-e-ballard/?fbclid=IwAR3UAo0cKgsTGjvHyqoISBYcZylmZ7-rAIbGHBIybFceTMqcz4BkCEkkp_k
Un po’di educazione nelle risposte non farebbe male pero’
Rispondere a chi insulta non avrebbe senso. Ho letto l’articolo che mi hai educatamente segnalato. Bene, picozza, ramponi e corda li uso abbastanza di frequente quindi non sarò magari un alpinista himalaiano ma ho qualche esperienza diretta tra cui quella di aver arrampicato nello Yosemite.
Ora provo a spiegartelo in un altro modo: Honnold avrà provato la via 50 volte e, al netto delle volte che si è lasciato andare, per 49 volte ha portato a spasso la corda e magari una volta gli sarà capitato un reale inconveniente (sassi è molto improbabile, basta andare là e si capisce). Sul Mummery so solo di 4 persone che lo hanno attraversato, 3 sono morte, 1 è sopravvissuto e si chiama Messner.
Questo è il pericolo, la probabilità che accada un incidente….chiaro adesso?
Honnold come era prevedibile è tornato a casa, Nardi come era altrettanto prevedibile no.
Mi rendo conto di parlare con un grande alpinista himalaiano che conosce tutte le vie dell’Annapurna, se è vero che ci sono vie più pericolose del Mummery e che qualcuno è anche sopravvissuto buon per loro, gli è andata di lusso. Io non condivido questo alpinismo. Il rischio è una componente ma non deve mai essere la dominante.
A mai più risentirti anche perché leggendo gli altri post ti vedo bello aggressivo…mah…
Non è che sono aggressivo ma se ti mostri come nel post che hai scritto su, dai al lettore esterno una sensazione di ignoranza… che a quanto pare non hai.. sembrava una riposta da classico pubblico delle “iene” che per me con quella gente sono decisamente in guerra verbale! detto ciò .. per la fidanzata di Honnold non era per niente prevedibile che tornasse (era disperata ed il cameraman più di lei emotivamente) e anche io leggendo in anticipo i suoi obiettivi del 2018 ho categoricamente pensato sta volta ci rimette le penne! ( e già lo pensai quando tento (con successo ) tutta la traversata del fitz roy leggendo gli aggiornamenti sul blog del suo amico.. ) questo per dire Honnold ha la stessa linea di pensiero di Nardi aiutato da un pò di fortuna e giustamente da un livello di bravura e freddezza strabiliante.. ma la linea di pensiero è quell: far diventare possibile ciò che il 99% delle persone giudica impossibile.. ed è una linea di pensiero che condivido a pieno a fronte dell’estremo gap che c’è tra successo ed insucesso senza altre vie di fuga se nonchè la morte.. una linea di pensiero che serve a far progredire il genere umano! poi se vuoi diventare l’alpinista migliore del mondo segui i consigli di moro , (vorrei dire anche di messner ma lui quella linea di pensiero l’ha cavalcata e come , abbandonandola più in fretta possibile dopo aver visto la morte di fronte) .. buona montagna.
Ma tu hai mai arrampicato slegato?
Purtroppo ha ragione.
Condivio in pieno le sue parole. Avrei preferito che si sbagliasse e che Tom e Daniele fossero ancora vivi, purtroppo non è così, la relatà fa molto più male.
La realtà dei fatti è che nel 2018 dopo 48 ore dall sos la Revol era al campo base “sana” e salva.Daniele dopo 72 ore dalla perdita delle comunicazioni era ancora disperso perché tutti parlavamo e nessuno alzava il culo per andare a prenderli,e il meteo era ancora clemente.
Hai detto bene: dopo 48 ore dall’S.O.S. …
Qui la richiesta di aiuto non è mai arrivata, ma in ogni caso le cose dette qui sopra da Moro mi sembrano abbastanza ragionevoli, perché cercare sempre la polemica?
Daniele e tom stavano scalando il mummery non una normale parete di un 8000 qualsiasi,era in costante collegamento con il cb…se non lo sentivano più da almeno 6 ore cosa avrebbero dovuto pensare che stava giocando a nascondino?moro non è stato corretto con Daniele nel 2016 sul nanga,chissà forse oltre a non esserci posto per tutti in tenda a campo 3 non c era nemmeno posto nell olimpo dei winter maestri…sono convinto che se a Daniele non fosse stata preclusa la possibilità di salire la prima invernale del nanga Parbat forse l ossessione dello sperone mummery non sarebbe stata così accecante e fatale.
Da incompetente in materia rispetto il tuo punto di vista. Rimane il fatto che per 3 giorni il loro cb (non Moro) non è stato in grado di conoscere la situazione, e questo in certe situazioni può essere essenziale…
Su ciò che è successo nel 16 non metto bocca, ma trovo che sia assurdo pensare che Daniele e Tom si trovano lì oggi per colpa di Simone Moro. Ognuno si assume le responsabilità delle proprie scelte e credo che qualche volta la storia rende giustizia a chi la merita. In ogni caso non ci rimane che il dolore.
Io penso al giovane Tom Ballard e mi si stringe il cuore, perché si è fatto coinvolgere dall’ossessione di Nardi, che questa volta doveva assolutamente riuscire. Gli ha dato fiducia. Non penso che Tom fosse realmente consapevole del pericolo, avrà pensato che al limite sarebbe tornato indietro, come fatto da Nardi altre volte. Apprezzo quindi moltissimo il messaggio di Simone Moro, è coraggioso. Auspico sia diffuso in tutte il mondo a beneficio dei Giovani Alpinisti. La vita è nelle loro mani, sempre.
Vado errando o lo sperone è stato già scalato, ma il nanga non è mai stato scalato passando da questa via?
Ci era solo sceso Messner per disperazione del ’70 (dopo aver fatto al parete Rupal all’andata), non conoscendolo. Perché il fratello che era con lui non era in condizioni di fare la Rupal al ritorno. Fratello che morì sotto una valanga in quell’occasione. Lui perse tutte le dita dei piedi per congelamento.
Mi permetto di prevedere che:
– alla base dello sperone quest’estate ci sarà sodo di alpinisti per il Mummery come in piazza del duomo. E qualcuno sicuramente farà la vetta passando da quella via.
– non mi meraviglierei che il prox. inverno proprio Moro possa di nuovo tentare la vetta per la via dello sperone Mummery
lo escludo per moro, altrimenti farebbe una mega figura di merda ! ma condivido il fatto che probabilmente sarà un bel chaos
Sapete dirmi se il Moro ha mai scalato nelle Alpi e ha mai salito una via su un ottomila non per la via normale e con l’ossigeno?
ma figurati se simone moro ha mai scalato. E’ un opinionista specializzato in leonia da tastiera
Mi sapete dire se Moro ha mai salito una via nelle Alpi e un ottomila non seguendo le vie normali e senza ossigeno? Grazie
no mai. Simone Moro non e’ un vero alpinista, fa solo l’opinionista avendo visto e letto tutte le opere sull’alpinismo.
Simone è come sempre lucido, competente e sincero nelle sue esternazioni ed è per questo che gli spaccheranno i maroni anche questa volta.
Sul Nanga Parbat sono morti due UOMINI, prima che due alpinisti, le mie condoglianze alle famiglie.
http://www.montagna.tv/cms/93793/nanga-parbat-la-verita-di-simone-moro-a-filippo-facci/?r=1
ipocrita Moro
Farei sommessamente notare a Simone Moro che non sono morti sommersi dal ghiaccio a causa di una valanga. Cosa che smentisce una buona metà del suo articolo.
dico solo un nome e una parola: Stefano Zavka e Karma.
Pare che i due non siano stati travolti da una valanga,così ipotizza txikon dopo aver visto i corpi sullo sperone,e afferma che superato campo 3 la via sul mummery risulti meno pericolosa di quanto si pensi essendoci dei canaloni protetti dalle valanghe.che winter maestro ci stia già facendo un pensierino???
Daniele Nardi era un visionario.
Scusatemi se nonostante io stia in pantofole sul divano e senza esperienza di alpinismo e avendo solo letto “qualche” libricino mi sia permesso di esprimere un opinione.