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17 Dicembre 2019

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Dal Nepal, nuove regole per scalare l’Everest e le altre montagne

La fila interminabile sull’Everest, stagione primaverile 2019. Foto: Nirmal Purja/Project Possible

Le nuove regole, se approvate, imporranno agli alpinisti che vorranno scalare le montagne del Nepal, oltre alla storia clinica e al certificato medico, l’obbligo di  un’assicurazione che copra le operazioni di ricerca, salvataggio e trattamento in caso di incidente

Il Dipartimento del Turismo del Nepal ha ufficializzato le nuove regole per scalare le montagne del suo territorio. La notizia è stata divulgata da The Kathmandu Post.

Secondo i nuovi provvedimenti, tutti gli alpinisti che richiederanno il permesso per scalare l’Everest e le le altre montagne del Nepal,  potrebbero dover presentare una documentazione con tanto di certificato medico, oltre alla loro storia clinica (anamnesi).

Le nuove regole che, se approvate, entreranno in vigore dalla prossima stagione alpinistica primaverile, sono state stilate per consentire ai soli alpinisti in buona salute e adeguatamente preparati, di  tentare la sfida in alta quota, evitando così le morti di quest’anno sull’Everest. Nel 2019 hanno perso la vita sul “Tetto del Mondo” nove persone, facendo registrare il più alto numero di decessi in una sola stagione, negli ultimi quattro anni.

Le nuove regole sono almento una dozzina, secondo fonti del Dipartimento del Turismo che le  ha redatte.

“Poiché la maggior parte dei decessi si è verificata a causa dello stato di salute degli scalatori, prevediamo che le nuove restrizioni evitino tali incidenti”, afferma Mira Acharya, direttore del Dipartimento del Turismo, entità responsabile del rilascio dei permessi  alpinistici in Nepal. “È impossibile conoscere prima  la storia clinica di ogni alpinista, ma in base alla relazione sanitaria  potremo determinare dove potranno scalare o meno”, continua Acharya.

“La bozza delle nuove regole è stata presentata al Ministero del Turismo la scorsa settimana” . Una volta approvatate,  saranno inoltrate al Consiglio dei Ministri per la ratifica.

Fino ad ora, le uniche persone a cui erano vietate le scalate nelle montagne del Nepal  erano gli alpinisti di età inferiore ai 16 anni, con malattie gravi e problemi con la giustizia alla spalle.
Il 28 dicembre 2017, il Comitato del Consiglio dei Ministri aveva approvato un emendamento al Regolamento  per vietare le spedizioni  ai doppi amputati e ai non vedenti, su proposta del Dipartimento del Turismo, al fine di prevenire incidenti in alta quota. Ma a marzo 2018, la Corte Suprema ha annullato il divieto, in quanto discriminatorio.

Secondo le nuove regole, oltre all’anamnesi e al certificato medico, tutti gli scalatori dovranno possedere un’assicurazione obbligatoria.

“Si tratta dell’assicurazione per l’eventuale ricerca, il salvataggio e il trattamento sanitario, che consentirà i soccorsi e un inervento tempestivo in caso l’alpinista si ammali o sia bloccato in alta quota”, ha affermato Acharya. “L’assicurazione coprirà anche in parte il recupero del corpo in caso di decesso.”

Il recupero di un corpo oltre la “zona della morte” (oltre gli 8.000 metri), può costare fino a $ 200.000 e i costi per i salvataggi al di sotto di tale quota variano da $ 20.000 a $ 60.000, secondo quanto indicato dagli  operatori, in base alla posizione e alla situazione.

I funzionari del dipartimento riferiscono che la copertura assicurativa è stata resa obbligatoria poiché gli alpinisti effettuano le scalate solo con una polizza  sulla vita. Attualmente, l’assicurazione è obbligatoria solo per guide  e i lavoratori in alta quota.

I funzionari, hanno preso spunto dal caso di Kalpana Das, un alpinista indiano che ha raggiunto la vetta il 23 maggio di quest’anno e ha perso la vita durante la discesa. “Das non era fisicamente idoneo a scalare l’Everest fin dall’inizio. È emerso inoltre che non aveva altra copertura assicurativa se non la sua polizza  sulla vita “, ha affermato un funzionario del dipartimento che non ha voluto  essere citato.

Un’altra delle nuove regole implementate, riguarda l’esperienza alpinistica. Mentre le guide di alta quota dovevano già possedere un certificato che dimostrasse le loro capacità, gli alpinisti dovranno presentare un certificato di esperienza e preparazione base prima di ottenere l’autorizzazione alla scalata.

Dopo i tragici eventi di maggio sull’Everest potrebbe rientrare, tra le misure preventive, il limite di età massima, anche se considerato discriminatorio.

Anche le regole sulla presenza di un ufficiale di collegamento cambieranno. “Sarà mobilitato sulla montagna un gruppo composto da un medico,  personale di polizia e dell’esercito e funzionari del governo”, ha riferito il funzionario del dipartimento. Ma questo provvedimento non sarà attuato nella prossima stagione primaverile, poiché dovranno essere preparate linee guida separate, sempre secondo i funzionari.

Dopo quanto accaduto nella stagione primaverile, osservatori internazionali avevano suggerito che il Nepal limitasse il numero di permessi o aumentasse le tariffe. Pertanto, il governo del Nepal ha recentemente costituito un comitato per determinare le nuove tasse da applicare per coloro che sognano il vertice dell’Everest. “Il nostro obiettivo è conservare le montagne come le conosciamo e commercializzarle turisticamente in modo sostenibile”, sottolineano dal dipartimentom che non può non tener conto della grande campagna Visit Nepal 2020, che ambisce ad attrarre due milioni di turisti: “Abbiamo in mente restrizioni, ma non possiamo attuarle entro il prossimo anno”, concludono.

Secondo il dipartimento, 223 alpinisti hanno scalato l’Everest il 22 maggio, stabilendo un nuovo record: il  più alto numero di alpinisti in cima al tetto del mondo, in una sola giornata.

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