Sono 414 gli alpinisti stranieri che finora hanno ottenuto il permesso di scalata per il ‘Tetto del Mondo’
La stagione alpinistica primaverile dell’Everest è in pieno svolgimento: 2.500 persone affollano il Campo Base nepalese, tra alpinisti stranieri, guide locali e il personale.
Secondo i dati forniti finora dal Dipartimento del Turismo nepalese, sono 414 gli alpinisti stranieri che hanno ottenuto il permesso di scalata per il ‘Tetto del Mondo’, per un totale di 41 squadre, formate da 339 uomini e 75 donne. Il campo base funge anche da punto di partenza per la scalata del Lhotse (8.516 m), la quarta vetta più alta del mondo, e del Nuptse (7.855 m), per i quali hanno ottenuto il permesso rispettivamente 130 e 34 alpinisti.
A causa delle carenti nevicate rispetto allo scorso inverno, la maggiore esposizione di sezioni rocciose ha provocato la caduta di diverse pietre e massi. Alcuni alpinisti, principalmente sherpa, impegnati ad allestire i campi e a sistemare le corde fisse fino in cima, hanno riportato lievi ferite a causa della costante caduta di ghiaccio e roccia nelle zone sopra Campo III, secondo quanto riferito dai funzionari del Dipartimento del Turismo e dagli sherpa del campo base. Gli sherpa dovrebbero completare il loro lavoro fino in vetta, a breve. Negli ultimi giorni, la neve ha imbiancato la regione dell’Everest, dando un po’ di respiro agli alpinisti.
Domenica scorsa, la via attraverso la Cascata di Ghiaccio del Khumbu è stata chiusa a causa di un crollo, ma gli “IceFall Doctors” hanno prontamente risolto il problema sistemando nuove scale sul percorso.
Alpinisti in movimento
In attesa che gli sherpa aprano l’ultimo tratto di via fino in vetta, alcune squadre si stanno spostando a Campo 2 e altre pianificano i loro tentativi al vertice.
Valery Babanov, durante la sua terza rotazione consecutiva, ha dovuto fare marcia indietro a 7.400 metri di altitudine, poichè il suo assistente, Lakpa Sherpa, ha accusato sintomi di cecità da neve. “Dovevamo scalare il Colle Sud, 7.900m, e passare la notte [a Campo 4] – scrive Babanov – Invece di salire, siamo stati impegnati in un’operazione di salvataggio per riportare Lhakpa al Campo 2.”
Piotr Krzyżowski, che martedì scorso ha raggiunto il Campo 4, è rientrato al Campo Base dove riposerà prima della spinta finale.
Dopo due rotazioni nei campi superiori e una salita a 7.600 metri di quota, è rientrato al Campo Base anche Hugo Ayaviri. “Il tempo era terribile – racconta la guida boliviana – con neve, freddo polare e venti di oltre 100 km/h.Ora sto riposando prima di imbarcarmi nella spinta alla vetta. A causa del raffreddore, ho un’angina chiamata “tosse del Khumbu”. Mi sto curando e recuperando. Fino al 9 o 10 maggio il tempo sarà brutto, poi migliorerà. Sto pianificando la mia strategia per tentare i vertici [Everest e Lhotse]. Vi farò sapere quando partirò per i campi superiori …”
L’alpinista e BASE Jumper Tim Howell, che aveva programmato per il 12 maggio il suo lancio in tuta alare dalla cresta del Lhotse, ha posticipato il suo primo tentativo per problemi di salute. L’atleta è sceso a Kathmandu per un controllo medico in ospedale e qualche giorno di riposo. “Purtroppo la mia tosse sta peggiorando; mi sta provocando dolore all’addome, quindi sto scendendo a Kathmandu per per qualche giorno. Con qualche flebo e qualche esame, tornerò al campo base al 100% [della forma]. Siamo molto fortunati che sia previsto tempo stabile nelle prossime settimane. Voglio sentirmi al 100% quando lanceremo la spinta – ha riportato Tim sui social – Sono ancora molto motivato e so che stiamo facendo la cosa giusta, avrò migliori possibilità”. Secondo la guida britannica Jon Gupta, che lo affiancherà nell’impresa insieme al nepalese Siddhi Tamang, Howell potrebbe utilizzare la prossima finestra meteorologica, prevista intorno al 18 o 19 maggio. Nel frattempo, pare che Gupta approfitterà per scalare in solitaria il Nuptse (7.961 m).
Anche Marc Batard e il suo team (compresa la figlia Cathy), sono al loro Campo Base, un lodge a Gorak Shep. Batard è tornato nuovamente sull’Everest per il suo progetto: cercare di aprire una via che eviti la pericolosa Cascata di Ghiaccio del Khumbu e che salga attraverso le pendici del Nuptse.
“Ieri abbiamo completato il primo giorno di lavoro ad attrezzare la via che salverà vite umane nei prossimi anni – ha segnalato poche ore fa l’alpinista francese – Questa nuova via si chiamerà finalmente “Sundaré Sherpa MB”. L’intera squadra ha raggiunto i piedi della via. Loïc, alpinista professionista, e Kévin, eccellente scalatore, hanno collocato alcuni picchetti metallici utilizzando la corda fissa che avevo sistemato l’anno scorso, poco prima di accusare una brutta sciatica. La carica e l’efficienza di tutto il team mi hanno risollevato il morale. Non devo dimenticare la presenza e l’efficienza di mia figlia maggiore Cathy. Più di una settimana fa, abbiamo accolto nel nostro team un giovane scozzese che ha festeggiato con noi il suo 19° compleanno, che partecipa attivamente all’attività. Con Olivier Morgan ora siamo una spedizione internazionale “.