Nims ringrazia tutti per il sostegno e in un’intervista rende noti alcuni particolari sulla storica impresa al K2. L’ex Gurka nega che tenterà il Manaslu quest’inverno
Dopo il successo sul K2, sia Mingma G che Nirmal avevano reso noto qualche praticolare sulla salita. In un’intervista via Skype rilasciata a Rock and Ice, Purja (l’unico a completarla senza ossigeno supplementare), fornisce ulteriori elementi.
Nel corso dell’intervista, Nirmal ha negato categoricamente che tenterà il Manaslu quest’inverno, contrariamente a quanto divulgato dal campo base del Manaslu, poichè sarà occupato nelle celebrazioni già in calendario, inoltre, precisa che la sua attrezzatura d’alta quota è ancora in Pakistan.
Di seguito, alcuni dettagli pubblicati sulla testata americana.
Ossigeno supplementare
Nirmal Purja assicura: “ho sempre progettato di scalare senza ossigeno supplementare”. Nims afferma di non aver mai utilizzato l’ossigeno supplementare durante la spedizione.
Spiega anche perché sono trascorsi alcuni giorni prima di rivelare di aver scalato il K2 senza ossigeno supplementare. L’ex Gurka, lo avrebbe fatto per non rubare la scena ai suoi compagni e ai nepalesi in generale, poiché ritiene che questa sia un’impresa del Nepal, non indiviuale.
Il giorno del vertice
Altre informazioni interessanti fornite dallo scalatore più veloce della storia, riguardano il racconto della lunga giornata in vetta:
“Ci siamo alzati verso mezzanotte e abbiamo iniziato a preparare l’attrezzatura e l’acqua bollente. Siamo partiti verso le 2:00 del mattino. C’era un po’ di vento e faceva molto freddo. Siamo andati in vetta direttamente da Campo 3. Faceva così freddo che alcuni membri del team avevano pensato di ritirarsi. È stato un lavoro duro, ad essere onesti.”
“Personalmente, dato che salivo senza ossigeno supplementare, mi chiedevo se sarei stato in grado di tenere il passo con i miei compagni di squadra e di guidarli verso la vetta. Ma abbiamo continuato a lavorare sodo, insieme. Siamo arrivati in vetta piuttosto tardi, alle cinque meno un quarto.”
“La cosa più importante è stata fermarsi a dieci metri dalla vetta: ci siamo abbracciati e siamo saliti in cima cantando. Questa è stata la parte più emozionante dell’intera spedizione. Ci sono state lacrime. Abbiamo raggiunto la vetta tutti insieme. Era un messaggio potente e lo sentivamo tutti. Poi siamo tornati al Campo 3 verso le undici di sera.”
“Avevamo la squadra con i migliori alpinisti del mondo, quindi abbiamo spinto. Il Collo di Bottiglia era tutto blu ghiaccio e c’era un grande seracco. Ma ho sentito che quello era il nostro giorno. Quindi abbiamo continuato a salire. Non puoi fare nulla per i rischi oggettivi. In termini di pericolo soggettivo, conoscevamo il nostro livello e le nostre capacità, conoscevamo i rischi che potevamo evitare e tutto il resto.”
Contro le critiche
Alla domanda, perchè sono riusciti dove nessuno era riuscito prima, Nirmal risponde semplicemente così: “perché siamo i migliori alpinisti del mondo”. E aggiunge che “hai bisogno del meglio per far accadere una cosa del genere; e questo è un fatto; non prenderla come un’affermazione arrogante … è la realtà.”
Allo stesso modo, Nims rivendica il valore della salita di squadra, che ha sistemato le proprie corde fisse sulla via e si difende dalle critiche che hanno descritto la spedizione come “non pura” o realizzata con l’ossigeno supplementare: “a tutta quella negatività, voglio solo dire : devi rilassarti un po’”. “Non commentare dal divano da qualche parte nel mondo quando non conosci la storia completa”, aggiunge e sfida “Se pensi di poter fare di meglio, non parlare da casa; vieni e mostraci un modo migliore per farlo “.