Liguria: paradiso di terra e di acqua
“La Liguria offre scenari outdoor variopinti come nessun’altra regione e possibilità per ogni gusto; potremmo definirla come una sottile striscia di verde affacciata su un meraviglioso mare blu”.
Quante volte ho scritto parole come queste? …e nonostante tutto mi è sempre parso d’esser molto poco lusinghiero rispetto alla mia terra d’appartenenza, perché i pensieri non rendono giustizia alle combe suggestive che celano incanti da scoprire …e riscoprire ancora.
Sono abituato a condurre persone in trekking intorno al mondo, in molte terre di confine, ma in nessun’altra landa ho riscontrato una varietà simile. Hanno meravigliosi colori uniformi i tanti luoghi ameni e incredibili che ricordo: i deserti egiziani o la barriera corallina del mar Rosso, i vulcani o le lagune di ghiaccio islandesi, le pareti di quarzite e granito rosso del Marocco e quelle bianche di Francia e Spagna, le verdissime colline irlandesi e i glen scozzesi, le coste croate o i 4000 svizzeri, le brughiere inglesi o i crinali turchi… in un elenco interminabile di colori e profumi.
La terra ligure è piccola e stritolata dal cielo, costituita da montagne che si tuffano nel blu “nostrum”, generate da milioni di tinte differenti, tutte quelle dello spettro.
In quale altro luogo è possibile effettuare una giornata che parta con una scalata su neve e ghiaccio la mattina, magari in Aveto, che continui a mezzogiorno con una merenda di fianco alla stufa tra taglieri di salumi e formaggi tipici mescolati al vino, a Gramizza, prosegua con il bagno a Paraggi il pomeriggio, terminando con una mangiata di pesce la sera a Camogli?
Potrei fare esempi simili cambiando discipline, luoghi, temi, senza mai ripetermi, per centinaia di volte. Ho analizzato in innumerevoli occasioni questa dimensione differenziata, considerando le discipline outdoor di superficie o ipogee, ma non sono abituato a fare lo stesso con il mare.
A poca distanza da Genova è infatti possibile praticare la subacquea tra centinaia di scenari con il solo imbarazzo della scelta. Chi ama i relitti può iniziare dalla famosa “Chiatta” alla diga foranea cittadina o scegliere il Palagosa. Quest’ultimo è un posamine affondato nel 1943 tra le località di Quarto e Quinto, che riposa a 35 metri, o ancora il Mohawk Deer, un piroscafo addormentato tra i 18 e i 50 metri di profondità, nell’area marina nazionale protetta di Portofino. Ci sono decine di siti che aspettano gli appassionati di scuba diving ed essi sono soltanto una tra le tante scelte possibili.
Si consideri ad esempio la conosciuta punta Chiappa, per alcuni un approdo, per altri il punto di arrivo di una bella camminata o un “solarium” …per i sub, un piccolo paradiso!
Il suo crinale di conglomerato, una volta definito “puddinga”, funziona come una sorta di linea di confine per i fondali. Il lato ovest, che guarda Genova, esposto a luce solare e riparato dalla corrente levantina, è ricco di vegetazione. Il lato est, che dà sul Promontorio, è apparentemente più brullo, ma dopo pochi metri di profondità presenta una fauna ricchissima. Qui si trovano grandi pesci che non temendo le condizioni ostili sfruttano la corrente per cibarsi dei piccoli esemplari, a loro volta in gran numero grazie alle molte sostanze nutritive bloccate in quest’area.
Da un lato quindi avremo specie correlate al fondale ricco di alghe, tra alici, castagnole, bavose, re di triglie, donzelle e uno sfondo di coralli, mentre dall’altro la fauna pelagica, cioè quella che vive nel profondo e senza contatti con il fondale, tra saraghi, orate, dentici, pagelli, cernie, carangidi, barracuda e pesce luna.
Se tale biodiversità si riscontra in 50 metri di scogliera… cosa potremmo vivere avendo a disposazione centinaia di chilometri di coste liguri? Ancora una volta un angolo di paradiso per ognuno di noi, a pochi metri da casa, raggiungibile anche solo con pinne e maschera!
Christian Roccati
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