Le Nazioni Unite continuano ad assistere le autorità governative nelle operazioni di ricerca e recupero
Sarebbero più di 2.000 le persone rimaste sepolte dall’enorme frana che si è staccata da una montagna nella notte tra giovedì e venerdì nella provincia di Enga, una zona montuosa e quasi inaccessibile di Papua Nuova Guinea. Difficile formulare un bilancio attendibile e accurato.
Un’agenzia Onu presente nel Paese, il 27 maggio parlava di circa 670 morti, mentre il governo della Papua Nuova Guinea ha dichiarato alle Nazioni Unite che ritiene siano rimaste sepolte più di 2.000 persone.
In una lettera al coordinatore locale delle Nazioni Unite, visionata da The Associated Press, il direttore ad interim del National Disaster Center del paese, Luseta Laso Mana, ha affermato che la frana “ha seppellito vive più di 2.000 persone” e ha causato “grandi distruzioni” nel Villaggio di Yambali, nella provincia di Enga.
Le Nazioni Unite continuano ad assistere le autorità governative nelle operazioni di ricerca e recupero, nella creazione di centri di emergenza e nella valutazione dei bisogni primari/immediati. Il personale dell’OIM e dell’UNDP, compreso il consigliere di coordinamento di Humanitatiran delle Nazioni Unite, è sul posto.
La popolazione totale colpita, comprese le persone che necessitano di possibile evacuazione e ricollocazione, è stimata in 7.849 individui (1.427 famiglie), sulla base del registro comune del 2022. Il quarantadue (42) per cento di questa popolazione ha meno di 16 anni. Si stima che siano state sepolte un totale di 150 strutture.