I tre alpinisti spagnoli hanno deciso di fare dietrofront dopo aver completato la cresta, a causa delle pessime condizioni atmosferiche. Troppo rischiosa una discesa in notturna dal vertice con il maltempo
L’esperienza accumulata in centinaia di spedizioni, la situazione sulla cresta sommitale, esposta e tecnica, e l’intuito, hanno indotto Juan Vallejo Llanos, Iker Madoz Campistegui e Mikel Zabalza Azcona a ritirarsi, pur avendo affrontato, ormai, la parte più difficile del Phurbi Chhyachu (6.637 m). Lo ha reso noto la testata Diario de Navarras.
Il trio spagnolo, mercoledì 25 ottobre, aveva la vetta a portata di mano, ma ha deciso di non rischiare più del necessario.
In caso di maltempo, la discesa in notturna sarebbe stata molto complicata, visto il terreno molto esposto e tecnico; ha dunque prevalso la ragione sulla possibilità di firmare la seconda ripetizione assoluta – la prima in stile leggero – del Phurbi Chhyachu, nel remoto Jugal Himal, al confine tra Nepal e Cina.
Madoz: “Abbiamo fatto abbastanza”
“Giornata dura per condizioni atmosferiche e freddo. Abbiamo terminato la via ma non siamo saliti in vetta. Era molto brutto. Eravamo a circa 50 metri dalla cima ed erano facili”, ha comunicato Zabalza, appena rientrato alla tenda montata martedì scorso sullo sperone centrale della montagna e non sulla via lungo la cresta sud-ovest seguito dalla pesante spedizione giapponese che segnò le uniche vette del Phurbi Chhyachu nel maggio 1986.
Dopo aver superato il tratto più duro della cresta, la squadra si è trovata ad affrontare alcuni metri finali impegnativi, con molto freddo e vento forte che ha rallentato la loro progressione, proprio come accaduto poco più di una settimana fa in un primo tentativo, abbandonato a 6.200 metri.
“Siamo già in tenda! Fa molto freddo. Eravamo a 50 metri dalla cima ma felici. Abbiamo fatto abbastanza”, ha riferito Madoz, il più giovane del gruppo che, insieme a Zabalza, aveva già scalato il vicino Dorje Lakpa (6.966 m) nell’ottobre 2021, firmando la prima salita in stile alpino sulla parete sud di quella montagna.
Ricordiamo che il 7 ottobre scorso, durante l’acclimatamento, il team ha completato la prima salita di una vetta inviolata di 6.140 metri, battezzata Phurbi Txiki.
Dopo la notte in tenda, la squadra proseguirà la discesa per raggiungere, in uno o due giorni, il Campo Base, che dovrà smontare il 28 o 29 per poi tornare a Kathmandu e prendere il volo per la Spagna.