L’alpinista giapponese riceve il Piolet d’Or alla Carriera n°13. Poco conosciuto in Occidente, le sue imprese in stile alpino non hanno nulla da invidiare a quelle dei suoi illustri predecessori
Il prossimo mese a Briançon (26-29 novembre 2021) verranno consegnati i Piolets d’Or 2021 e quest’anno, tra i protagonisti, ci sarà il giapponese Yasushi Yamanoi, a cui è stato assegnato il Piolet d’Or alla “Carriera”, riconoscimento che, dal 2009, celebra i più meritevoli rappresentanti del grande alpinismo mondiale.
Una scelta che permetterà anche di rievocare i tempi d’oro dell’alpinismo giapponese, spesso sottovalutato dagli occidentali. “Nel primo ventennio di questo nuovo millennio abbiamo assistito alla nascita di un panel di salite intraprese in stile alpino, realizzate da giovani alpinisti giapponesi”, ricorda però il comitato organizzatore, citando i nomi di Kazuya Hiraide e Kei Taniguchi, la prima donna a ricevere un Piolet d’Or per l’apertura di una nuova via (nel 2009).
Classe 1965, Yasushi Yamanoi è quindi praticamente uno sconosciuto in Europa dove il suo nome compare comunque nella cronaca alpinistica all’inizio degli anni ’90 a seguito di alcune grandi conquiste in stile alpino in Himalaya. Ma prima di passare all’alta quota, Yamanoi ha effettuato arrampicate in Yosemite dove ha trascorso molto tempo tra il 1984 e il 1987 e ha raggiunto un livello che gli ha permesso di salire il 6b+ in solitaria.
Dal 1987 lo scalatore giapponese ha intrapreso diversi viaggi che lo hanno portato sulle Alpi (prima salita in solitaria della Directissime Française al Petit Dru), sulla parete ovest del Mont Thor nell’isola di Baffin, oppure in Patagonia e al Fitz Roy, dove è stato il primo a scalare in solitaria e in invernale (per la via americana nel 1968), nel 1990. Poi è arrivato il momento dell’Himalaya.
Nuova via in solitaria al Cho Oyu
La sua prima esperienza a 8.000 metri servirà principalmente a disgustarlo con le spedizioni tradizionali dalla logistica troppo pesante. Ma la salita del Broad Peak nel 1991 rimarrà nel cuore di Yamanoi poiché 5 anni dopo sposerà colei che era in vetta con lui: Taeko Nagao, anche lei con all’attivo una grande carriera in alta quota, spesso in cordata con il marito.
Nuova via sulla parete ovest dell’Ama Dablam nell’inverno 1992; nuova via in solitaria al Cho Oyu (a sinistra della via Kurtyka-Loretan-Troillet del 1990) nell’autunno 1994; prima salita della parete sud-ovest del Bublimotin (800 m, 5.10, A3+) nella valle dell’Hunza in Pakistan nel 1995, con due compagni di cordata… Negli anni ’90, Yamanoi realizza una serie di grandi imprese in stile alpino diventando uno dei migliori ambasciatori al fianco di Erhard Loretan o Voytek Kurtyka.
Al K2 con Voytek Kurtyka
Nel 2000 proprio con l’amico Kurtyka tentò la fortuna sulla parete est del K2. C’era anche sua moglie Taeko Nagao, ma il trio incontrò condizioni meteorologiche avverse e Yamanoi si orientò sulla Via Cesen, che scalò da solo in sole 48 ore. Due anni dopo, sulle pendici del Gyachung Kang (7952 m), la coppia Yamanoi paga un prezzo pesante. Colti dal maltempo durante la discesa, entrambi riportarono pesanti amputazioni a piedi e alle mani. Un dramma che non impedirà a Yasushi Yamanoi di tornare in alta quota, visto che riuscirà ancora in alcune grandi salite in Cina (parete nord del Potala Shan nel 2005), in Groenlandia o addirittura in Perù dove nel 2013 realizzò la prima del versante sud-orientale del Puscanturpa Este. Nel 2011, nonostante le amputazioni di diverse falangi in entrambe le mani, è riuscito su Zombie Roof (5.13a) a Squamish, British Columbia, un pezzo leggendario di arrampicata in fessura.
“Sia da solo, in coppia o con gli amici, l’alpinismo di Yasushi Yamanoi ha eccelso in termini di creatività, impegno e resilienza […] “Ma al di là di queste aperture di successo, dobbiamo anche tenere conto della sua notevole collezione di tentativi in solitaria realizzati in ottimo stile” aggiunge la giuria Piolets d’Or, citando le sue salite incompiute ma notevoli sulla parete ovest del Mera Peak, sulla parete est del Gasherbrum IV, sulla parete ovest del Makalu, o su montagne come il Karjiang, un 7.000 m situato al confine Bhutan-Tibet, o il Tahu Ratum nel Karakoram.
“Sia da solo, in coppia o con gli amici, l’alpinismo di Yasushi Yamanoi ha eccelso in termini di creatività, impegno e resilienza. Il suo stile minimalista e le sue salite spesso discrete hanno mostrato ai giovani alpinisti giapponesi la strada per esprimersi in uno stile alpino moderno. Combinate con un rispetto ecologico senza compromessi per i luoghi che ha percorso, tutte queste qualità fanno oggi di Yasushi Yamanoi un degno vincitore di questo 13° Piolet d’Or Carrière ”, conclude la giuria inserendo i giapponesi nel Pantheon dell’alpinismo.
Piolet d’Or alla Carriera
- 2009 : Walter Bonatti
- 2010 : Reinhold Messner
- 2011 : Doug Scott
- 2012 : Robert Paragot
- 2013 : Kurt Diemberger
- 2014 : John Roskelley
- 2015 : Chris Bonington
- 2016 : Wojciech Kurtyka
- 2017 : Jeff Lowe
- 2018 : Andrej Stremfelj
- 2019 : Krzysztof Wielecki
- 2020 : Catherine Destivelle