Cronaca di quanto accaduto alla cordata russa in difficoltà sul Pobeda e la morte del soccorritore russo Valentin Mikhailov
L’8 agosto, durante un salvataggio effettuato sul sul Peak Pobeda, è morto l’alpinista-soccorritore Valentin Mikhailov. Una cornice di neve ha ceduto sotto di lui.
Nikolai Totmyanin, non è riuscito a scalare il Lenin Peak, ma ha raggiunto per la decima volta la vetta del Khan-Tengri e poi quella del Pobeda Peak, lungo la via di V. Abalakov (percorso ad alto rischio valanghe), per la prima volta in questa stagione, in cordata con A. Dushko e N. Belyankina.
Dietro di lui, a distanza, saliva un altro gruppo – l’AK “Shturm” di San Pietroburgo – formato da V. Kornev, A. Moroshkina e altri due membri – Svyatoslav e Ilya (?).
In discesa, il secondo gruppo – seguendo le tracce – ha quasi raggiunto il primo team, arrivato al campo alto prima del buio.
Il secondo gruppo ha avuto un incidente sul traverso appena sopra il campo alto, rimanendo bloccati a 60 m dal campo. I ragazzi hanno perso il walkie-talkie, hanno riportato qualche contusione ma non ferite gravi, anche se, ovviamente, hanno avuto bisogno di aiuto.
Successivamente, il primo gruppo ha aiutato il secondo a scendere da “6900” a “5650” metri di quota.
“A “5650” abbiamo incontrato un gruppo di soccorritori moscoviti di St. Pietroburgo – spiega Totmyanin – Abbiamo fatto scendere gli alpinisti in difficoltà a 5200 m, fino alle tende di scalatori di San Pietroburgo, guidato da A. Ivanov, gli unici a cui potevo affidare gli alpinisti in difficoltà . Il gruppo di Ivanov ha attrezzato tutte le sezioni pericolose da 5200 a 4400 m. Tutti sono scesi in gruppo o lungo le corde […] “
Nessuno ha visto come Valentin Mikhailov sia precipitato dal cornicione, ma la foto di N. Totmyanin parla da sola.
Mikhailov era istruttore di 3° categoria, reparto “Salvataggio in montagna”, membro del FAiS di Mosca. Secondo N. Totmyanin, “Camminava senza corda cercando di aiutare alcuni alpinisti in difficoltà […]”. Fonte