Krzysztof Wielicki e i suoi uomini, da ieri al Campo Base del K2, trascorreranno i prossimi giorni montando il Campo e acclimatandosi. La salita è prevista dalla via Cesen, conosciuta anche come via Basca
La spedizione invernale dei polacchi al K2 (8.611 m) è iniziata! Ieri 9 gennaio, Krzysztof Wielicki e i suoi uomini hanno completato l’avvicinamento al Campo Base, la loro casa per i prossimi due mesi circa, a quota 5000 metri.
Il trekking lungo il ghiacciaio del Baltoro, è stato affrontato insieme ai cento portatori impegnati nel trasporto dei materiali. Nell’ultima tappa, che li ha visti sostare al Concordia, hanno trovato temperature di -27°C.
I portatori hanno trasportato il 40% del materiale della spedizione. Il restante 60% dovrebbe arrivare nei prossimi due o quattro giorni.
La scelta del percorso
Sicuramente Krzysztof Wielicki porrà la sua attenzione alle pendici meridionali del K2. Una parete in cui spiccano due vie di salita, tra cui dover scegliere: lo Sperone degli Abruzzi o la via Cesen. Wielicki ha riferito, prima della sua partenza, che il suo piano era quello di tentare la via Cesen (conosciuta anche come Via dei Baschi), molto più diretta dello Sperone degli Abruzzi.
Lo Sperone degli Abruzzi è la via originale della prima salita, quella che portò in cima gli italiani Lino Lacedelli e Achille Compagnoni nel 1954. Storicamente, la cresta sud-est è quella più praticata da coloro che hanno scalato il K2. È la via normale della montagna ma, secondo Wielicki per un tentativo invernale è meno adatta, essendo un percorso più lungo e meno diretto.
La via Cesen passa attraverso uno sperone collocato più a sud e salito per la prima volta dal grande ma controverso alpinista sloveno Tomo Cesen nel 1986 in solitaria. Cesen non raggiunse la cima perchè sorpreso da una tempesta. Ci riuscirono Iñurrategi, Juanito Oiarzabal, Juan Tomas e Kike Paul, nel giugno 1994, per questo è conosciuta anche come Via dei Baschi.