Simone Moro, spedizione al Pumori, ottobre 2023. Foto arch. Simone Moro
Moro: “È stata una grande esperienza e una lezione di vita che ci ha resi più saggi”
Simone Moro è rientrato in sicurezza al Campo Base del Pumori, insieme al suo team.
Domenica 8 ottobre, con Pemba Sherpa e Datuk Sherpa, ha tentato la vetta del Pumori (7.138 m), arrivando fino a quota 7.030 metri e rinunciando al vertice a causa dell’alto rischio valanghe e dell’improvviso white out. Moro e i suoi due compagni di cordata sono ridiscesi al Campo Base Avanzato dopo un totale di 17 ore di lavoro non-stop e il giorno dopo sono rientrati al Campo Base inferiore.
“Due giorni dopo la nostra quasi ascesa al Pumori in stile alpino senza sosta dal campo base avanzato e ritorno, mi trovo a riflettere sull’importanza di prendere decisioni giuste in montagna, che spesso includono la capacità di aspettare o rinunciare”, scrive Moro in un post pubblicato ieri sulla sua
pagina facebook.
“Queste abilità si scontrano con il mondo moderno, sempre più veloce, competitivo e ossessionato dal successo, dove chi rinuncia viene spesso etichettato come sconfitto – continua il forte alpinista bergamasco – L’arte di sopravvivere è il cuore dell’alpinismo, ma purtroppo i necrologi sono pieni di eroi.
Il giorno 8 ottobre abbiamo deciso di fallire a meno di 100 metri dalla vetta del Pumori per evidenti pericoli di valanghe.
Nello stesso momento purtroppo altri amici non riuscivano forse a valutare l’analoga opzione sullo Shisha Pangma e purtroppo nel giro di due ore e con due valanghe diverse 4 persone trovavano la morte [
approfondimento]
: due diverse cordate formate da cliente e Guida Sherpa. Uno di loro Lama Tenjen Sherpa era un grande amico, un uomo di straordinaria forza. Questo è un momento per pregare e riflettere.
Ma è importante capire che l’alpinismo sugli ottomila metri oggi non è quello di vent’anni fa. Dovremmo riflettere su questa evoluzione. In 31 anni di spedizioni, nessuno sponsor mi ha mai spinto a mettere a rischio la mia vita per il successo. Quando lo si dice, è una falsità! Oggi, molte persone scelgono volontariamente di superare o azzardare i propri limiti per realizzare i propri sogni e progetti economici.
È importante capire che l’esplorazione e l’avventura sono altra cosa.
Il Pumori non è una montagna di ottomila metri e non cambierà la vita, ma è stata comunque un’ardua avventura con una ritirata drammatica in mezzo al white out, con visibilità zero.
Più di venti corde doppie e diciassette ore di sforzo continuo, cercando di comprendere il terreno e noi stessi, valutando la nostra condizione. È stata una grande esperienza e una lezione di vita che ci ha resi più saggi, anche se alla fine abbiamo rinunciato alla vetta.”
Ecco il video postato da Moro sui suoi canali social:
Simone e il team sono tornati sani e salvi al Campo Base.
Ieri insieme a Pemba Sherpa, Datuk Sherpa ha tentato la vetta del Pumori, arrivando a 7.030 metri (la cima è a 7.138 m.), a causa dell’estremo pericolo di valanghe e dell’improvviso white out sono ridiscesi al Campo base avanzato per un totale di 17 ore di lavoro non-stop e sono arrivati al Campo Base questa mattina.
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Simone and team safely back to Base Camp.
Yesterday together with Pemba Sherpa, Datuk Sherpa attempted the summit of Pumori, arrived at 7,030 meters (the summit is at 7,138 m.), due to the extreme avalanche danger and sudden white out they descended back to ABC for a total of 17 hours of non-stop climb and arrived at Base Camp this morning.
#HimalayanExpeditionTNF
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Pubblicato da Simone Moro su Lunedì 9 ottobre 2023