A distanza di sei mesi dalla scomparsa dei quattro alpinisti, due team guidati da Nirmal Purja e Kristin Harila ritornano sull’Ottomila per recuperare i loro corpi
Il 7 ottobre 2023, la statunitense Anna Gutu e il nepalese Migmar Sherpa morirono travolti da una valanga sullo Shisha Pangma (8.027 m), in Tibet (Cina), mentre si trovavano a 7800 metri ca. di quota. Le salme furono portate al Campo 2, dove ancora giacciono, adeguatamente protette.
Alcuni giorni fa Nirmal ‘Nims ‘ Purja, titolare dell’agenzia Elite Exped, ha riferito che, dopo un iter “incredibilmente impegnativo”, ad aprile partirà per l’ottomila, insieme al suo team Elite Exped, per recuperare i corpi dei due alpinisti e rimpatriarli.
È stata necessaria la collaborazione del governo degli Stati Uniti. USA , l’ambasciata del Nepal a Pechino e la NMA (Nepal Mountaineering Association) per ottenere il permesso dalla Cina.
Oltre ad Anna e Mingmar, ad ottobre persero la vita sulla montagna anche altri due alpinisti: l’americana Gina Marie Rzucidlo e la sua guida nepalese Tenjen Lama Sherpa che, a differenza dei primi due, non furono localizzati.
La norvegese Kristin Harila – che nel luglio 2023 con Tenjen stabilì un record mondiale, scalando tutti i quattordici Ottomila in soli 92 giorni – ha aperto una campagna di raccolta fondi per avviare in primavera le operazione di ricerca di Gina e Lama.
Entrambi, indossavano degli apparecchi Recco, quindi ci sono buone possibilità di poterli ritrovare.