Le abbondanti nevicate impediscono ad Agoston, Szasz, Kocsis e Rusko di fare progressi sulla vetta più alta della Georgia
Viktor Agoston, Laszlo Szasz, David Kocsis e Andras Rusko, membri della squadra nazionale di arrampicata ungherese, hanno iniziato la loro spedizione invernale al Shkhara (5.193 m) con l’obiettivo di scalare la parete Sud attraverso la via Beknu Khergiani. La squadra ungherese aveva già fatto un tentativo quattro anni fa su questo cinquemila della catena montuosa del Caucaso, al confine tra Europa e Asia.
La parete Sud (2.300 metri) è stata salita nella stagione più fredda solo una volta, dai georgiani Archil Badriashvili e Giorgi Tepnadze, nel febbraio 2018.
Il team è arrivato in Georgia venerdì scorso. Da lì, ha proseguito verso Kutaisi e successivamente per Ushguli (2200 m ca.), uno degli insediamenti abitati più alti d’Europa, dove ha iniziato l’acclimatamento.
Due di loro si sono diretti verso il ghiacciaio mentre gli altri due su una montagna vicina di 3.000 metri. Tutti hanno poi raggiunto la base del Shkhara, al confine tra Russia e Georgia, con l’intento di sfruttare una finestra meteo di tre o quattro giorni per tentare la via Beknu Khergiani.
Purtroppo il team ha trovato tempo instabile e tantissima neve “più che negli ultimi quattro o cinque anni”, ha fatto sapere la squadra.
L’arrivo al campo base e le continue nevicate
La squadra ha raggiunto il campo prima del ghiacciaio, trascinando con difficoltà le slitte con il cibo e l’attrezzatura necessari per dieci giorni. Nel frattempo, la finestra meteorologica di quattro giorni identificata originariamente, si è ristretta.
Lunedì 22 gennaio è caduto un metro di neve e la squadra ha deciso di rimanere al campo base anche per l’alto rischio valanghe. Lunedì gli alpinisti hanno atteso che il freddo e le condizioni si stabilizzassero.“Prevedere le precipitazioni è la cosa più complicata, qui i modelli meteorologici non possono calcolarli molto bene. Crederemo alla finestra di quattro giorni quando la vedremo”, aveva scritto Agoston.
Il 23 gennaio, i quattro alpinisti hanno attraversato a fatica i tre chilometri del ghiacciaio, e in sei ore hanno raggiunto l’imbocco della via, dopo aver fatto traccia in neve alta fino al petto. Hanno poi deciso di accamparsi sul ghiacciaio per valutare le varie opzioni. “Proveremo a salire al Campo 1. Da. lì la progressione è impegnativa – aveva scritto Kocsis – La temperatura è di -20°C. e la finestra meteo è breve. Da sabato potrebbero presentarsi ulteriori precipitazioni che potrebbero durare diversi giorni”.