Prevista una stagione molto intensa sulle montagne del Pakistan
Mentre la stagione primaverile himalayana è volta al termine, in Pakistan si apre la stagione estiva sulle ‘Grandi Montagne’.
Alcuni team stranieri sono già arrivati ad Islamabad e hanno raggiunto Skardu, altri si preparano a lasciare i loro paesi alla volta degli Ottomila pakistani. Portatori e personale delle agenzie sono in viaggio verso il Baltoro e i campi base di K2, Broad Peak e Gasherbrum, anche se la montagna più gettonata di giugno è il Nanga Parbat, scelta anche da diversi scalatori italiani, tra cui Mario Vielmo e Mario Confortola.
Di seguito, alcuni aggiornamenti rispetto alle spedizioni segnalate nei giorni scorsi, anche se il grosso degli scalatori inizierà ad arrivare a metà mese.
Carlos Garranzo, a Skardu da ieri, ha trascorso la giornata organizzando il suo preacclimatamento e incontrando alcuni amici, tra cui i connazionali Pepe Saldaña e Fernando Fernández Vivancos, appena arrivati in Pakistan per tentare il Broad Peak (8.047 m) senza ossigeno supplementare o portatori di quota. Insieme ai due andalusi, Garranzo, si acclimaterà in una montagna vicino a Skardu, prima di raggiungere il CB del K2. Oggi partiranno per il Deosai National Park, “una bellissima zona che dista solo un paio d’ore in auto da Skardu, nella provincia di Gilgit Baltistan – informa lo staff di Garranzo – Ha il vantaggio di essere il 2° altopiano più alto del mondo, con un’altitudine media sopra i 4000m (Skardu è solo a 2.230m circa) e circondato da cime molto accessibili fino a 5500m. Lì si accamperanno per 4 giorni e faranno alcune escursioni e salite verso le montagne della zona per acclimatarsi. Poi torneranno a Skardu per nuovi obiettivi fino a quando le spedizioni non prenderanno il via”.
A Skardu, Garranzo&C. hanno incontrato anche Pipi Cardell e Denis Urubko, rientrati da un’uscita di un paio di giorni. I due hanno donato tanto materiale da arrampicata e aperto alcune vie di arrampicata per i bambini di Skardu.
Il pakistano Sirbaz Khan tenterà il Gasherbrum 1. Lo rende noto Karrar Haidri (Saltoro Summits Treks & Tours Pakistan): “Quest’estate, [Sirbaz] ha intenzione di scalare Gasherbrum I (8.068 m). Tuttavia, non ha ancora preso una decisione in merito a Cho Oyu (8.188 m) e Shisha Pangma (8.027 m)”.
“Lo Shisha Pangma, il cui nome significa “Dio delle praterie”, è la quattordicesima montagna più alta del mondo, e l’unico 8.000 interamente in Tibet. Il Cho Oyu, che tradotto dal tibetano significa “Dea turchese”, si trova tra Tibet e Nepal, ma è più facile da scalare dal lato settentrionale e tibetano. – spiega Haidri – Tra le cime da 8.000 metri del mondo, entrambe sono considerate relativamente facili. Affrontare insieme queste due montagne sacre è impegnativo, ma possibile.”
Jan Matiášek, affronterà K2 e Gaherbrum 1. Di solito il ceco non utilizza ossigeno supplementare e scala senza l’ausilio di portatori di quota. La sua spedizione è gestita dall’agenzia Karakoram Tours Pakistan.
La messicana Sol Castro e il connazionale Luis Espinoza saranno impegnati rispettivamente sul Broad Peak (con ossigeno supplementare da C3), e su Broad Peak e K2 (senza ossigeno supplementare e senza il supporto di portatori di alta quota). “Il 10 giugno lascerò Città del Messico per il Pakistan – ha affermato la 49enne a Greentology Life – arriverò attraverso l’Europa. Io e un collega concluderemo la spedizione 40 giorni dopo e torneremo a Città del Messico il 25 luglio “.
La scalatrice franco-svizzera Sophie Lavaud è già in Pakistan per tentare il Nanga Parbat. In caso di successo, sarebbe il suo 13° Ottomila. A tal punto, le mancherebbe solo lo Shisha Pangma.
Il suo compagno di scalata è Dawa Sangay Sherpa.
La spedizione è gestita da Seven Summit Treks Pvt. Ltd (Nepal) e dall’agenzia locale Blue Sky Treks & Tours.
E’ in partenza per il Pakistan anche la guida alpina andalusa Lina Quesada Castro (5 Ottomila all’attivo), che riprova il K2 (ag.Tour del Karakorum). Nel 2019 fece un primo tentativo, raggiungendo gli 8.300m, a soli 300m dalla vetta. Le condizioni meteo di quei giorni provocarono una grande valanga. Diversi sherpa rimasero gravemente feriti e tutti gli alpinisti che si trovavano nella zona della morte (sopra gli 8.000 metri) decisero di scendere rapidamente. Quesada tentò la salita una settimana dopo, ma il suo portatore si era infortunato. Trovandosi sola davanti a quella grande montagna, l’alpinista sivigliana fu costretta a rinunciare.
Se riuscisse a raggiungere la cima del K2 (8.611 m), sarebbe la seconda donna spagnola a completare questa impresa. Attualmente è l’unica donna andalusa ad aver scalato l’Everest (8.848 m) nel 2008.
Israfil Ashurli (Azerbaijan) vorrebbe, invece, tentare nuovamente il Broad Peak. Ha già scalato l’Everest (2007), il Kanchenjunga (2011), il Lhotse (2019) e il Manaslu (2019). A poco più di una settimana dall’inizio della spedizione e dopo un anno di allenamento, la sua partenza sembra ancora incerta. “Per la prima volta, in 23 anni di montagna, 10 giorni prima dell’inizio della spedizione, non so [ancora] se si svolgerà o meno…. Mi affido all’Onnipotente e non mollo, faccio tutto il possibile e l’impossibile perché questo viaggio avvenga…. Perché?! Perché (come diceva Mallory) “lo spirito di avventura non deve morire… ”