La nuova via di arrampicata (230 mt, 7c/7c+) è stata aperta sulla Punta Emma, di fronte alle Torri del Vaiolet, nel gruppo del Catinaccio. La linea è un mix di difficoltà tradizionali e moderne
Mariapia Ghedina e Diego Mabboni hanno recentemente completato una nuova via di arrampicata, “Sto imparando a volare” (7c/7c+), sulla Punta Emma, nel gruppo del Catinaccio, in Dolomiti.
L’idea di questa via è emersa un anno fa, quando entrambi hanno avvertito una connessione con una linea che sembrava fatta apposta per loro. Mariapia l’aveva notata durante un’altra salita e, quando Diego ha proposto di aprirla, si è rivelata la stessa.
Durante l’apertura, Diego ha riflettuto sulla fiducia nelle proprie capacità piuttosto che nelle circostanze esterne. Mariapia, pur riconoscendo i rischi, ha affrontato la via con determinazione e cautela, imparando a procedere con prudenza dopo una difficile esperienza iniziale.
Il 4 agosto, al termine di una lunga giornata di arrampicata, hanno affrontato un tiro particolarmente impegnativo. Nonostante la stanchezza, Mariapia ha deciso di proseguire con cautela, e alla fine hanno ultimato la via, rispettando gli standard di apertura.
Il racconto di Mariapia Ghedina
Volare. Chi non ha mai sognato di farlo? Quel desiderio di libertà che ci ha accompagnato da bambini, in quei momenti in cui tutto sembrava possibile. E così è stato per me e Diego Mabboni, su Punta Emma, nel Catinaccio. Un’idea ha iniziato a farsi strada tempo fa, quasi un richiamo silenzioso. Una via si è rivelata a entrambi, come se ci stesse aspettando. Da lontano ho subito riconosciuto la parete, quella stessa che avevo osservato durante un’altra salita, senza averlo detto a nessuno. E poi, in modo quasi sincronizzato, Diego mi ha proposto una linea … Era la stessa. Quel giorno, sapevamo che non potevamo ignorarla. Era il momento giusto.
Diego ha condiviso una riflessione che mi ha colpita: “Un uccello seduto su un ramo non teme che si spezzi, perché la sua fiducia è nelle sue ali, non nel ramo.” Questa frase racchiude la verità più profonda. Le sfide possono mutare, i sentieri diventare incerti, ma ciò che ci tiene in volo è la fiducia in noi stessi. E questa stessa fiducia è ciò che rende l’arrampicata così speciale: credere nei sogni, nei mezzi che abbiamo, nelle nostre forze, nelle corde che ci sostengono e nelle persone che ci accompagnano.
Con un sorriso, gli dico: “Fiducia nei cliff? No, proprio no. Ma fiducia in ciò che facciamo? Sempre.” Il primo giorno ho fatto il mio bel volo, pesante, con tutto l’equipaggiamento per chiodare, e sostenuto solo da un buon friend. Eppure, con ogni sfida, impariamo qualcosa di nuovo. Così, metro dopo metro, questa volta in salita, ho preso il ritmo, su quella roccia che diventava sempre più sorprendente. Ad ogni presa buona che ci avvicinava alla cima, la gioia cresceva.
Poi è arrivato il momento decisivo: il quinto tiro. Eravamo esausti, e quel tratto era chiaramente più impegnativo degli altri. Più lo fissavo, più sembrava inaccessibile. Ho raccolto le ultime forze, con un sorriso mi sono detta: ‘Al massimo volo,’ e sono partita. Ogni movimento diventava una battaglia, ogni protezione che piazzavo faceva sembrare il trapano sempre più pesante sulle mie braccia stanche. Ma con ogni passo, una nuova scoperta mi spingeva avanti. Fino alla sosta, la fatica si è unita a una sensazione di sollievo totale.
La via non era ancora liberata completamente. L’etica richiede di scalarla tutta, da primi di cordata, in un solo giorno. E così sono tornata, per chiudere il cerchio. Per trasformare quel sogno in realtà.
“Sto imparando a volare” non è solo una frase, ma una verità profonda. I sogni più difficili sono spesso quelli che, con il tempo, si rivelano i più saggi. E quando trovi il coraggio di saltare nel vuoto, scopri che le tue ali sono molto più forti di quanto avresti mai osato immaginare.
Via
“Sto imparando a volare”, Mariapia Ghedina e Diego Mabboni, 7c/7c+
La via, alla nord della Punta Emma, di fronte alle Torri del Vaiolet nel gruppo del Catinaccio offre sei tiri. Roccia sempre bella, con un mix di difficoltà tradizionali e moderne.
Avvicinamento
Si risale 15 minuti dal rifugio Vajolet fino a raggiungere la base di Punta Emma
Accesso
Attacco con ometto e cuore di roccia azzurro.
Esposizione
Est
Itinerario
L1: 62m, 6a. 6 clessidre, 2 ch.
L2: 30m, 6a+. 5 clessidre
L3: 25m, 7b+. 5 spit, 1 clessidra, ch.
L4: 30m, 7b+. 5 spit, 1 clessidra L5: 45m, 7c/7ct, 6 spit, 1 clessidra.
L6: 50m, 5a.
Discesa
Rientro a doppie sulla via oppure discesa classica da Punta Emma con una doppia.
Materiale
Serie di Totem, 12 rinvii.