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24 Marzo 2023

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Szilárd Suhajda tenta l’Everest senza O2 supplementare

Szilárd Suhajda in partenza per la vetta più alta della Terra. Fonte facebook

Iniziata la Kyocera Everest Expedíció 2023

L’ungherese Szilárd Suhajda è partito ieri per il Nepal dove tenterà l’Everest (8.848 m), la vetta più alta della Terra, senza far uso di ossigeno supplementare. In caso di successo sarebbe il primo ungherese a completare l’impresa in questo stile.

Nel 2019 Suhajda è divenato il primo ungherese a salire il K2 (8611 m). Nella primavera del 2022 ha raggiunto  il vertice della quarta montagna più alta della Terra, il  Lhotse (8516 m), come scalatore indipendente. Sempre nello stesso stile.

Il suo progetto a lungo termine, è scalare le ‘Big Five’, le cinque vette più alte della Terra, in uno stile “pulito”, senza utilizzare bombole di ossigeno e portatori di alta quota.

“Dopo un decennio di esperienza nelle spedizioni – tra difficoltà e successi – scalando il Broad Peak, il K2 e il Lhotse senza bombole, mi sento pronto per la sfida più grande della mia carriera finora. Se ripenso al duro lavoro dell’anno scorso, sento di avere buone possibilità di successo. Spero di essere fortunato con le condizioni lassù come lo sono stato l’anno scorso a Lhotse!”,  ha dichiarato l’alpinista.

La scalata dovrebbe avvenire verso la fine della stagione primaverile himalayana, dopo il periodo di acclimatazione, in genere nella seconda metà di maggio. Il rientro a casa di Szilárd è previsto per i primi giorni di giugno.

L’ungherese è al suo secondo tentativo

Szilárd ha già tentato di scalare l’Everest una volta, nel 2017, con David Klein, ma è stato costretto a ritirarsi dal Campo 2 a causa di una grave infezione allo stomaco.

Tenterà nuovamente la via normale sul versante Sud della montagna. La via normale da Nord non è stata possibile, poichè le autorità cinesi non rilasciano ancora permessi di scalata agli stranieri per le cime di 8.000 metri su territorio tibetano.

L’arrivo in Nepal è stato anticipato di due settimane poichè Szilárd vuole prendersi del tempo per preacclimatarsi a 4-5000 metri. Il programma di acclimatamento abituale per le spedizioni commerciali prevede la scalata di una vetta di 6.000 metri, in genere il Lobuche Est a 6.169 metri, prima di iniziare le rotazioni di acclimatamento sulla montagna e attraverso il temuto ghiacciaio del Khumbu. Szilárd non ha in programma una vetta di seimila metri, ma solo di trascorrere più tempo intorno ai 5.000 metri di quota  prima di arrivare al campo base dell’Everest. L’anno scorso, mentre scalava il Lhotse, ha avuto occasione di confrontarsi a lungo con il tedesco David Göttler, che ha scalato l’Everest senza O2 supplementare al suo terzo tentativo.

La logistica sarà fornita dall’agenzia nepalese Seven Summit Treks. L’ungherese ha richiesto solo quanto necessario  al campo base.
Utilizzerà le corde fisse  per i clienti delle spedizioni commerciali, perché non ha alcuna possibilità realistica di evitarle sulla via normale, ma pianterà e monterà da solo le tende nei campi alti.

L’anno scorso, ha scalato il Lhotse in solitaria, in completa autonomia, e non ha intenzione di cambiare stile, anche se sulla montagna potrebbe unirsi a uno scalatore con le  sue stesse capacità.

Gli alpinisti ungheresi hanno tentato di scalare l’Everest senza ossigeno supplementare per la prima volta nel 1996. Da allora ci sono stati decine di tentativi, l’ultimo  quello fallito di Csaba Varga nel 2021.