L’altoatesina svela il profondo sentimento nei confronti dell’alpinista cileno scomparso sul K2 nel 2021
In un commovente post pubblicato ieri sui suoi canali social, Tamara Lunger ha ricordato l’alpinista cileno Juan Pablo Mohr, scomparso sul K2 il 5 febbraio 2021 insieme al pakistano Ali Muhammad Sadpara e l’islandese John Snorri, durante il tentativo invernale alla vetta.
A distanza di tre anni da quella tragedia, l’alpinista altoatesina ha voluto svelare il profondo sentimento che la legava a Mohr:
Juan Pablo Mohr
Juan Pablo Prieto Mohr, classe 1987, ha iniziato ad arrampicare a 17 anni, prima di intraprendere la professione di architetto.
La sua prima spedizione in alta montagna è stata all’Annapurna nel 2017, scalata insieme a Sebastián Rojas, Alberto Zerain e Jonathan García per una variante della via normale francese. Mohr ha continuato con la scalata del Manaslu nel 2018 e nel 2019 ha effettuato una rapida doppietta su Lhotse ed Everest senza ossigeno supplementare in soli sei giorni (un record). Quell’autunno, Juan Pablo è diventato anche il primo cileno a raggiungere la vetta del Dhaulagiri, senza ossigeno supplementare e il supporto di Sherpa.
Juan Pablo Mohr, avrebbe voluto insegnare ad arrampicare ai bambini pakistani, nella Shigar Valley, per garantire loro un futuro partendo dalle risorse della loro terra. A tal proposito, aveva già avviato un progetto nel 2019.
Dopo la sua scomparsa, Tamara Lunger ha raccolto il testimone e sviluppato, in sua memoria, l’iniziativa ‘Climbing for a Reason’.
La tragica spedizione sul K2
Nella spedizione al K2 2020-2021, la sua prima esperienza invernale su un Ottomila, il cileno Juan Pablo Mohr era inizialmente in team con lo spagnolo Sergi Mingote, poi vittima di un incidente mortale in prossimità del Campo Base Avanzato (6050 m). Dopo la morte di Mingote e il ritiro di Alex Gavan (in cordata con Tamara Lunger), Mohr e Lunger hanno deciso di proseguire la scalata insieme. Dopo essere giunti a Campo 3 alto (7.300 m), Lunger ha deciso di ritirarsi dall’attacco finale alla vetta e Mohr si è unito al team Snorri-Sadpara.
Il tragico attacco alla vetta è iniziato tra il 4 e il 5 febbraio 2021, intorno all’una di notte, da C3 alto (7300 m). Snorri, Mohr, Ali Sadpara e suo figlio Sajid Sadpara, avevano previsto di raggiungere la vetta dopo 14 ore di attività. Alle 10, al Collo di Bottiglia, Sajid si è ritirato a causa di un guasto all’erogatore di ossigeno. Gli altri hanno continuato la progressione. Sajid è riuscito a tornare a Campo 3 alto, dove ha atteso gli alpinisti. Sfortunatamente, John, Ali e Juan non hanno più fatto rientro.
I corpi di Juan Pablo Mohr, Ali Sadpara e John Snorri, ritrovati nel mese di luglio 2021, sono rimasti sulla montagna.