La squadra, guidata da Lila Bahadur Basnet e Nima Gyaljen Sherpa, ha effettuato con successo la prima invernale nepalese e la seconda salita assoluta del Seimila situato al confine con il Tibet
Il 25 dicembre, una spedizione nepalese (Bigu Municipality First Nepali Chhopa Bamare Winter Expedition) composta da 9 alpinisti, si è diretta verso il Chhopa Bamare (6.109 m), conosciuto anche come Chomo Pamari. La vetta, a NE di Lamabagar, distretto di Dolahka, nel Rolwaling Himal, è la più alta di un gruppo di cime al confine con il Tibet.
Venerdì 29 dicembre alle 9:30, sei membri del team, tra cui Nima Gyalzen Sherpa, Lila Bahadur Basnet, Phurba Thiley Sherpa, Bhanindra Khadka e Lakpageli Sherpa, hanno scalato con successo il Seimila, completando la prima salita invernale nepalese.
La spedizione è stata organizzata da Himalayan Shepherd Eco Trek and Expedition e Dolma Outdoor Expedition.
The Himalayan DataBase, segnala solo 2 salite in precedenza (1 tentativo e 1 vertice invernale):
- Autunno 2015: una spedizione di 8 giovani della Federazione francese di alpinismo (FFME) guidati da Antoine Pecher (FFME) e Dimitry Munoz del Gruppo Militare di Alta Montagna (GMHM), furono i primi ad esplorare la valle di accesso a SE del Chhopa Bamare. Il loro avvicinamento fu complicato, a causa delle pessime condizioni della strada per Lamabagar, completamente distrutta dal terremoto primaverile. Rinunciarono a 5.200 metri a causa delle condizioni molto secche della montagna e per le frequenti cadute di massi. Fonte: AAC.
- Inverno 2018-19: John Patrick Kelley (USA) e Benjamin J.P. Billet (Francia) realizzarono la 1a salita in stile alpino del Chhopa Bamare, attraverso la parete SE, Cresta SO. Raggiunserp la vetta il 28 febbraio, l’ultimo giorno della stagione invernale himalayana in Nepal. Dopo la salita, Kelley e Billet battezzarono la via “Seto Hi’um” (1.100 m, TD M4 WI4). Nella relazione della salita, Benjamin scrisse: “È una buona salita con molti tiri di WI3/3+. Ci sono ancora molte potenziali nuove linee da salire su questa parete, a patto che le condizioni siano favorevoli”.
Kelley aveva già effettuato un tentativo in solitaria l’inverno prima attraverso la Cresta Est, quando raggiunse i 5.900 metri ca. Rinunciò alla vetta ritenendo che la via fosse troppo dura da affrontare da solo, e per mancanza di tempo.