In questi anni ho avuto l’onore d’intervistare molti personaggi di notevole spessore che mi hanno accresciuto e stupito. In questo caso ho il piacere di poter discorrere non solo con un grande nome, ma anche con un caro amico, Marco Tomassini.
Nato il 3 marzo 1971 a Sestri Ponente, in quel di Genova, è ora residente a Orco-Feglino sui crinali finalesi. Conosciuto da tutti come Thomas, l’eterno ragazzo sorridente ha davvero saputo cosa fare della sua vita tra scalate, grotte, chiodature, guide e ora anche narrativa.
Eccellente tecnico al prestigioso Salewa Store di Finalborgo, il santuario europeo per la scalata, non si riasparmia in nessun caso, sempre pronto a sorprendere, come nel caso della sua ultima opera!
Che cos’è Il segreto della Principessa Val?
Il segreto della principessa Val è un romanzo di fantascienza ispirato a Valentyna, la barista che quotidianamente mi serve la colazione nel mio bar preferito, il Burgum Finarii a Finalborgo.
Il romanzo parla di una flotta composta da 1200 ragazze extra-terrestri (le sky-angels) che scendono sul pianeta Terra con il fine di aiutare gli uomini del futuro, si parla degli anni 3000. Nei 18 capitoli in cui è suddiviso il romanzo c’è sempre una storia romantica, una ragazza extra-terrestre che incontra un uomo terrestre; spesso però le storie si svolgono nel passato e gli intrecci passionali si hanno con personaggi storici quali Tesla, Gaudì e Freud. Parte della loro vita è quella reale del loro passato e parte è completamente inventata, ma sempre frutto di ricerche in tutti i campi (storico, astronomico, culinario, ecc…). Pianeti, galassie, minerali e caratteristiche di automobili, cibi e bevande descritte in questo romanzo sono frutto di ricerche nei vari campi, mentre altrettanti elementi sono completamente inventati, nomi compresi.
Perché leggere questo libro? Cosa comunica?
Il segreto della principessa Val parla in realtà di un problema attuale, la depressione e il bipolarismo.
Quello che io penso è che, secondo me, gran parte dei programmi televisivi, ormai da molti anni, tendono a insegnare la violenza e senza che neanche noi ce ne possiamo accorgere la trasformiamo in realtà quotidiana. Film, telefilm, cartoni animati e video giochi non mancano mai di proporre scene di violenza, i telegiornali fanno altrettanto proponendo la triste realtà, che spesso è ancora peggiore di quella inventata dai registi. Pare davvero che qualcuno voglia portarci all’autodistruzione eliminandoci l’un l’atro. Nel romanzo il personaggio chiamato Altmann fa proprio in modo che i terrestri si distruggano vicendevolmente in maniera da ridurre la popolazione al minimo e risparmiare materie prime, cibo ed acqua per i propri interessi.
Si parla inoltre di un accordo tra Altmann, i militari e i grandi capi di stato, tutti coalizzati per un unico scopo, la distruzione della mente delle persone e del potere di amare, la divulgazione dell’indifferenza totale e dell’odio reciproco.
La “nostra” unica salvezza? …avere la fortuna di conoscere una persona con la quale trovarsi davvero bene e della quale potersi fidare. Non sempre e non tutti hanno questo privilegio, i nostri personaggi, descritti nel romanzo, sono tra i pochi fortunati e la missione delle sky-angels è proprio quella di “risvegliare i dormienti”; depurare le menti dei depressi e dei violenti “intossicati e obnubilati” dai messaggi subliminali contenuti nei programmi televisivi e riportarli alla realtà… con tutto l’amore e la dolcezza di cui sono capaci le meravigliose ragazze del futuro.
Quali sono le tue precedenti opere e di cosa trattavano?
Il segreto della principessa Val è il mio primo romanzo, prima di questo ho pubblicato 5 guide.
La prima nel 2007, si intitolava Finale by Thomas ed era una guida di arrampicata sportiva che descriveva alcune delle falesie presenti nel territorio finalese.
La seconda nel 2009, si intitolava Finale… non solo mare, era una guida che descriveva le attività extra-alberghiere presenti nel territorio finalese.
La terza nel 2011, si intitolava Finale climbing, era una guida di arrampicata sportiva che descriveva tutte le falesie presenti nel territorio finalese; è stata ristampata e in marzo 2017 uscirà la nuova edizione aggiornata e corretta.
La quarta nel 2013, si intitolava Sentieri di Finale, era una guida di trekking che descriveva i sentieri presenti nel territorio finalese, è già stata ristampata.
La quinta nel 2016, si intitolava Guida dei 4 borghi, era una guida storico-turistica, molto fotografica, che descriveva dettagliatamente 4 dei borghi più belli d’Italia: Noli, Varigotti, Finalborgo e Borgio-Verezzi.
Quale o quali discipline hai praticato e a che livello?
Nella mia vita ho provato svariati sport, sempre praticati a livello amatoriale, ma da quando ho scoperto l’arrampicata sportiva non sono più tornato indietro, la mia passione si è solo trasformata; ora più che altro attrezzo vie nelle falesie di Finale Ligure, scatto foto a pareti e arrampicatori che vengono poi utilizzate nei miei libri e nelle riviste e scrivo guide ed articoli legati al mondo dell’arrampicata sportiva.
Quante vie hai chiodato? Dove? Di che tipo?
Nei miei 29 anni di attività ho attrezzato circa 600 vie, per lo più nel comprensorio di Finale Ligure e in parte in varie zone di Genova, Torino e una piccola falesia persino in Nepal.
Si parla sempre e comunque di monotiri, solo rari ed isolati casi di vie di due lunghezze nella zona di Torino.
Da quanto chiodi?
Ho iniziato ad arrampicare e a chiodare nello stesso anno, nel 1988. Già in quell’anno scrivevo… le mie piccole esperienze sui quaderni, a mano, con la penna. Quei quaderni li tengo ancora tutti, gelosamente.
Perché chiodi?
Chiodare mi realizza molto e nel contempo mi rende felice sapere che le persone si divertano sulle mie piccole creazioni.
Stai lavorando a un progetto al momento o ne hai uno in mente?
In questo momento sto terminando la realizzazione della riedizione della guida di arrampicata Finale climbing, ne frattempo sto cercando di terminare anche il restyling del mio sito internet www.finalebythomas.com che, oltre a cambiare la veste grafica, sarà anche tradotto nelle lingue Inglese, Francese e Tedesco.
Come hai cominciato ad andare in montagna?
Le mie prime esperienze di “montagna”, se così si può chiamare, si limitavano semplicemente a brevi uscite di mezza giornata sulla collina adiacente la casa dei miei genitori, il Monte Gazzo…421 metri!
Giravo per sentierini a destra e a manca infilandomi in tutti i buchi che vedevo e provando ad arrampicare su ogni scoglio o paretina che vedevo. Arrampicare a Finale Ligure è sempre stato un sogno che non pensavo si sarebbe mai realizzato… adesso ci abito e ci lavoro e devo dire che è davvero un sogno, ancora più bello di quello che avrei mai immaginato!
Cos’hai trovato in ambiente naturale?
La mia dimensione, quello che trova qualsiasi climber, trekker, alpinista o speleologo… siamo tutti allergici ai centri commerciali e ai week-end passati a consumare il pavimento delle passeggiate con tutti gli annessi e i connessi, traffico, folla, ore passate al ristorante e quant’altro, tipica vita del 90% delle persone, ma non per noi.
Come hai incominciato a scrivere?
Strana storia davvero… avevo preparato un raccoglitore ad anelli con vari fogli trasparenti. Questi contenevano le relazioni delle mie prime 9 falesie finalesi, di una attrezzata a Genova e di un’altra ancora attrezzata a Torino.
Proponevo la vendita di questo “faldone” ai Bed&breakfast di Finale Ligure per auto-finanziarmi e un bel giorno lo proposi a Enrico, ex proprietario di un ex Bed&breakfast battezzato Il geco. Una persona davvero unica, gentile come pochi con una moglie (allora ancora fidanzata) e due figli altrettanto gentili. Fu lui che mi chiese << perché di questo raccoglitore non ne fai un libro vero e lo pubblichi? Io conosco un grafico ed un editore, ti posso aiutare se vuoi>>.
E così fu, se non fosse stato per lui molto probabilmente girerei ancora per il finalese con un raccoglitore e magari abiterei ancora a Genova; Enrico è stata la mia fortuna, ogni tanto lo incrocio ancora nei pressi di Finalborgo, è sempre molto gentile e solare, e così anche sua moglie Marilisa e i loro due figli.
Quali sono i prossimi progetti?
In cantiere, per quanto riguarda il mondo della scrittura, ho un altro romanzo che, in un certo qual modo, è collegato a Il segreto della principessa Val, sempre di fantascienza si tratta.
Per quanto riguarda invece il mondo del free-climbing ho una mezza idea di occuparmi della rivalutazione delle vie comprese sul territorio della Caprazoppa (Borgio-Verezzi) e vorrei anche terminare la ri-chiodatura di Bric Grigio settore placca superiore, che devo ultimare da tempo.
Che segno danno le tue vie?
So di essere particolarmente maniacale nella pulizia della parete e credo di chiodare particolarmente ravvicinato, spero sempre di fare un buon lavoro non solo perché i climber possano divertirsi, ma anche nella speranza che nessuno si faccia male.
Raccontaci qualcosa che nessuno sa di te
Forse nessuno sa che prima di appassionarmi alla montagna passavo ore ed ore a mollo in mare perché mi piaceva nuotare e ancora più ore con la canna da pesca in mano… di pesci ne ho presi ben pochi in vita mia.
Poi venne il periodo musicale… dopo aver seguito per due anni lezioni private di pianoforte classico, ho suonato le tastiere elettroniche per circa cinque anni con un gruppo Hard-rock… ci chiamavamo Feed-back.
Di Hard in realtà c’era solo il batterista, una specie di sfascia carrozze da palco che rompeva un paio di bacchette a settimana… alla fine preso dall’esasperazione lasciai il gruppo e continuai a suonare per conto mio il mio genere preferito… new age, e in particolare i brani musicali del mio artista preferito, il francese Jean-Michel Jarre.
Che messaggio vuoi dare alle prossime generazioni?
Guardate meno televisione possibile!
Chi è Thomas?
Una persona molto fortunata che ha avuto la possibilità di vivere nel posto che più amava e di svolgere più lavori che corrispondono in tutto e per tutto alle sue passioni.
Unico problema, questo posto e quello che faccio mi piace a tal punto che mi viene davvero difficile spostarmi e fare delle vere vacanze, quando provo non vedo l’ora di tornare, sia per andare avanti con i miei progetti sia per incontrare tutti quei turisti che con le loro domande e i loro sorrisi mi fanno sentire davvero bene… e utile.
Christian Roccati
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