K2: Federico Secchi e Marco Majori durante l’avvicinamento al K2, estate 2024,spedizione K2 Ski in The Sky. ©Ettore Zorzini
K2: italiani in vetta!
E’ confermato!
Tommaso Lamantia, componente della spedizione della Sezione di Biella al K2, e
Federico Secchi, membro della spedizione
K2-Ski in the Sky, hanno scalato con successo la vetta del
K2 (8611 m)!
Marco Majori, compagno di cordata di Secchi, è salito più lentamente e ha rinunciato a 200 metri dalla cima, a causa dell’ora tarda. Anche Matteo Sella, salito con Lamantia, si è ritirato attorno agli 8.200 metri di quota.
Attendiamo la loro discesa al Campo Base per ricevere ulteriori dettagli.
«Ieri è stata una giornata molto complicata sul K2, complicata ulteriormente dalle difficoltà di comunicazione. All’imbrunire abbiamo vissuto anche momenti di preoccupazione.
I dettagli li avremo solo nei prossimi giorni, ma il fatto che in questi giorni solo pochi alpinisti, si contano sulla punta delle dita di una mano, siano riusciti a raggiungere la vetta senza fare uso di ossigeno [supplementare] e che tra essi ci siano anche Tommaso Lamantia, Accademico del Cai componente della spedizione del Cai Biella, e Federico Secchi di #K2SkiintheSky, spedizioni patrocinate dal Sodalizio per la ricorrenza dei 70 anni dalla prima salita, evidenzia la preparazione e la competenza dei nostri alpinisti. Anche quella di coloro che alla vetta hanno deciso di rinunciare», ha commentato il Presidente generale del CAI Antonio Montani martedì 30 luglio.
Ore di apprensione per la discesa di Secchi e Marco Majori dal Campo 4 al 3
Federico Secchi e Marco Majori. Fonte progetto K2, 2024
“La mancanza di comunicazioni e il peggiorare del meteo che non consentiva nemmeno interventi coi droni, hanno aumentato la tensione – spiega in una nota il Club alpino italiano – In breve, tutti i campi e gli alpinisti sul K2 sono stati allertati per portare aiuto. Ci si è fatti mandare la loro posizione esatta, dalle foto dei droni e dalle testimonianze di chi era disceso ieri; si è riusciti così a trasmettere brevissime istruzioni che hanno consentito a Majori e Secchi di raggiungere Campo 3. Dal Campo 3 al campo base ci sono ininterrottamente corde fisse. Al Campo 2 c’è Benjamin Védrines, che si è reso disponibile per ogni intervento, e al Campo 1 il nostro Ali Durani. L’operazione di rientro è ancora in corso, fino all’arrivo al campo base.”
Lamantia accompagnato da Matteo Sella è partito alle 2 di notte dopo aver dormito al Campo 3. Nessuna sosta prevista a quello successivo e tentativo unico nella finestra di bel tempo. Sella attorno agli 8200 ha rinunciato mentre Lamantia ha proseguito fino al compimento dell’ascesa. Il duo ora sta rientrando al Campo base dove lo aspetta anche il presidente della sezione di Biella del Cai, Andrea Formagnana.
Gian Luca Cavalli e Cesar Rosales del CAI Biella in vetta al Broad Peak!
Campo Base Broad Peak. Fonte facebook Karakorum Expeditions
Sabato 27 luglio gli alpinisti del team Cai Biella, Gian Luca Cavalli e Cesar Rosales, hanno raggiunto la vetta del Broad Peak. Ha rinunciato a pochi metri dalla vetta Dario Reniero. Ad osservare i tre scalatori dal campo base, l’alpinista, nonché medico della spedizione, Donatella Barbera.
“In questa estate 2024 le condizioni atmosferiche in Pakistan si stanno rivelando molto difficili. Le montagne del Karakorum sono caratterizzate da accumuli importanti di neve che creano per gli alpinisti un rischio oggettivo. In più questa è la prima finestra della stagione con tempo bello. Nei prossimi giorni se il tempo terrà, anche gli alpinisti reduci dal Broad Peak tenteranno la salita alla vetta del K2. Si ricorda che la spedizione biellese, patrocinata dal
Club Alpino Italiano centrale e dal
Club Alpino Accademico Italiano, celebra il 70º della prima ascensione della seconda montagna più alta del mondo, impresa a cui prese parte anche il biellese Ugo Angelino. Se da allora il K2 è la “Montagna degli italiani”, a ben vedere la si può definire anche dei Biellesi. Nel 1909, infatti, l’alpinista e pioniere della fotografia di montagna, Vittorio Sella, fu al seguito del Duca degli Abruzzi, Luigi Amedeo di Savoia, nell’esplorazione del ghiacciaio del Baltoro e le sue relazioni e fotografie sarebbero state essenziali per il felice esito della spedizione italiana del 1954».
Il team del CAI Biella