TRENTINDOLOMITICI VS LONGOLOMBARDI (OSSIA: IL NARRAR CHE VIEN TACENDO)
Fine Luglio 1994, io e Camos “Bruno Tassi” siamo in Dolomiti, e più precisamente dalle parti del Falzarego.
Non abbiamo idea ancora di cosa fare, ma piuttosto sappiamo quello che non vogliamo fare, ossia starcene fermi e buoni ad aspettare ancora, ancora che qualcuno decida per noi cosa sia giusto e lecito fare, dire e comportarsi… noi ora vogliamo agire e subito, senza se e senza ma.
Dopo aver preso la funivia al passo Falzarego scendiamo verso la cima Scotoni (nel gruppo del Fanis) dove arriviamo nel tardo pomeriggio, è una giornata limpida e serena il sole in fase calante dà un colore particolarissimo alle pareti ed in particolare alla Scotoni … è affascinante!
Siamo attratti in maniera ipnotica dalla “Parete”, LEI è li e sembra volerci invitare, invitare a salirla, non so come, ma dopo un rapido confronto con Camos, e non prima di aver consultato una guida della zona, (inteso come libricino) sappiamo già dove saliremo, là proprio al centro, al nostro centro della Parete, detto fatto ci siamo, siamo già sulla rampa iniziale e dopo questa che si può definire tranquillamente, una prima ricognizione, ed assieme una tregua, ritorniamo alla base stessa, senza ancora aver “profanato” la stessa con alcun ausilio artificiale, ossia il famigerato trapano a batteria e gli odiati quanto temuti SPIT.
Per la notte ci prepariamo ad un lussuosissimo bivacco a 5 stelle, o forse anche di più…
Siamo intenti a scaldare dell’acqua per un the, quando dalla trincea nella quale siamo appostati, sbuca una pila frontale ed un misterioso visitatore, in perfetto British, ci chiede: “tutto bene, avete bisogno di aiuto?” Noi un po’ interdetti ed increduli, ma piacevolmente colpiti, in perfetto Bergamasco rispondiamo: “Che vol po’ chest?.. . Se, Se, tutc bhè, ma ades và fò dai …….”
Ed è cosi che quella giornata eroica si conclude con questo simpatico siparietto.
“Nott Camos… nott Ivan!”
Di buon mattino siamo in un baleno sui primi tiri, e con non poche remore, ma comunque altrettanto motivati, è cosi che iniziamo la nostra splendida e tanto agognata avventura sulla Cima Scotoni, che si concluderà quasi più di un mese dopo, un mese dopo e con tanta esperienza in più.
Di li a poco ci raggiungeranno altri fidi scudieri di supporto (Carlo Zanetti, Paola Faini e Luca Spanocchia).
Con l’alpinista Garafao “Gianbattista Calloni” ed è assieme a lui, che saliremo la nostra “Skotonata Galactica” una via di 22 tiri e cioè 700 mt. Di sviluppo che arriva “persino” in vetta alla Cima Scotoni, e non erroneamente come si legge sulle guide e/o in rete (Scotonata Galktica, via di 450 mt. 15 tiri di corda, che termina alla seconda cengia)
“Solo perché qualcuno non ha voluto fare la fatica di entrare al Rifugio Scotoni e consultare il libro del rifugio medesimo, o quantomeno interpellare i primi salitori? E cioè noi, non vuol dire assolutamente che abbia ragione, o che gli sia consentito di scrivere di tutto.”
Per noi era ed è importante che la via terminasse in vetta, come di fatto poi è! Anche perché questo chiamiamolo “Vezzo” ci è costato in termini di fatica, tempo e altro, varie peripezie con tanto di temporali annessi e connessi, e scusate se è poco.
Comunque sia, la Scotonata è, e rimarrà nei nostri cuori, cosi come nei nostri ricordi, altro non fosse, per tutte le risate, e le mille cose accadute, ed i mille aneddoti, che essa ha comportato per noi, e quello che ha rappresentato e rappresenta per l’alpinismo Italiano e Dolomitico in genere.
Essa fu e rappresenta, una delle prime vie “se non la prima in Dolomiti”, ed in particolare su una parete leggendaria come la Scotoni, la prima via in assoluto, chiodata a spit dal basso con l’ausilio del trapano.
Soprattutto questo è bene ribadirlo, e non và assolutamente dimenticato, che all’epoca in Dolomiti non esistevano e nemmeno era concepibile pensare, di poter salire una via anche se nuova, con questo metodo, ossia con una chiodatura sistematica a spit messi col trapano, tale per cui la sicurezza era concepita come priorità, e non come un’optional.
Tutto questo era un assoluto ed invalicabile TABOO e non andava assolutamente né, sfiorato nè tantomeno toccato!
Tanto è, che di lì a poco tutti i finti o non moralisti, ci sottoposero ad una gogna mediatica, questa si di proporzioni “Galaktiche”.
E chi per un motivo e chi per un altro, ci era sempre addosso, sembrava quasi diventata una tragicomica commedia nazionale, un’orribile delitto che si era perpetrato e consumato proprio lì, davanti ai loro occhi, davanti a quei monti che non potevano essere altro che pallidi, anzi impalliditi..di fronte a tanta beata “innocenza”.
Davanti o dietro, a questa tragedia “Greco-Dolomitica” c’era o meglio c’è, e c’è stato solo ed esclusivamente dell’antagonismo tra due fazioni, ossia i “TrentinDolomitici” ed i “LongoLombardi”.
Essi si affrontavano per la prima volta su questo terreno “roccioso” e non sapevano assolutamente come sarebbe andata a finire, solo si sapeva che tali oltraggi andavano lavati con pagine e pagine d’inchiostro, a furia di maldicenze e dicerie delle più grette e/o fantasiose, come:
“se non si è capaci è meglio restare a casa propria, piuttosto che salire sulle vie già fatte dagli altri..” oppure “è come andare in una biblioteca di libri antichi, e porre al loro fianco alcuni moderni best seller…” (e io mi domando poi che c’azzecca questo?) o ancora “l’anima di Dibona si rivolterà nella tomba…” e via di questo passo, nel campionato mondiale delle … (e qui non trovo l’aggettivo giusto), assurdità, banalità, assurde banalità, balordità! …ecco delle enormi BALORDITÀ.
Poi sbolliti finalmente gli animi, passato il clamore che questo orribile misfatto aveva generato, che questa pagina dissacrante aveva portato via con se, assieme ad ettolitri di birra ed acqua, “sulle crode di Re Laurino e non” dopo tutto questo dicevo, ora che la calma regnava ed il tabù era infranto … aimè!
Ora i TrentinDolomitici “e non”, avevano un mondo nuovo davanti a loro, e questo non gli parve vero, loro che per secoli avevano creduto solo ed esclusivamente nel trad “e cioè chiodi normali, clessidre, spuntoni, nuts e al massimo qualche Cliff”. Ai loro occhi si era spalancato un nuovo mondo, un incredibile parco giochi al quale nessuno poteva sottrarsi, al quale tutti, ma dico proprio tutti non potevano mancare, si, alcuni in maniera più eroica di altri, (ma qui parliamo di veri professionisti), ma tutti si arrovellarono nel saltare sul carro in corsa, tutti si abbeverarono alla fonte e ne hanno gioito, ed ancora lo fanno, tutti nessuno escluso.
E Ora che rimane? Ora che tutto è ritornato nei ranghi, e che “giustamente” i TrentinDolomitici si sono riappropriati del loro sconfinato territorio, e che gli invasori LongoLombardi sono stati sconfitti e ributtati al di là del Piave. Ora che tutto, ma proprio tutto, è concesso e consentito, ora che le vie a spit (e non) non fanno più paura ai più, e che tutti possono salirle ed addirittura aprirle, ora che succede direte voi?
Ora non succede proprio più nulla, e tutti arrampicano felici e contenti.
Proprio come una volta, ma solo “forse” con una nuova consapevolezza “spero”, ed una certezza! Ossia che almeno per quel che riguarda la tenuta delle soste, ci si può contare.. “almeno su quelle a spit”, … forse.
Ma per “fortuna”, per chi vuole “me compreso” rimangono ancora vie da ripetere, aprire e/o salire senza la benchè minima protezione, e la “suspance” c’è, e ne rimane garantita … statene certi!
Di tutto questo alfine, mi piace ricordare i bei momenti passati in parete e non, assieme ad un grande alpinista, ed un grande amico, al Camos.
Un amico che conoscevo molto bene per le sue mille sfaccettature, che apprezzavo molto e stimavo, ma che purtroppo ora non è più con noi, “almeno fisicamente”…
Ora so che lui ci osserva da CIME molto più alte delle Dolomiti, e son sicuro che di questo, di tutte queste questioni se la riderà, e di molto se la riderà … e non potrà far altro che esternare, come era solito, uno dei suoi pensieri profetici, nonché filosofici, e dire..
“.. je apena dele gran bale..”
Ivano Zanetti
Cima Scotoni, 1 Settembre 1994
Via Scotonata Galaktica
Sviluppo 700 metri
22 tiri di corda
difficoltà obbligatoria 6b/c
in libera 7c+
via chiodata a spit e con chiodi tradizionali
Primi salitori: Camos “Bruno Tassi”, Ivano Zanetti, Garafao “ Gianbattista Calloni”